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Economia Bovino

Monti Dauni presi a pale in faccia, pronte altre 53 torri per 166 MW

Ci sono progetti per parchi eolici a Bovino, Deliceto, Troia e Orsara di Puglia

Un grande parco eolico della potenza di 33,6 MW, con 8 aerogeneratori mastodontici da 4.2 MW, in grado ciascuno di soddisfare il fabbisogno di quattromila utenze domestiche. Il progetto è targato Renvico Italy srl, società milanese, ed interessa il Comune di Bovino, sui Monti Dauni. E' in atto la procedura di VIA a livello nazionale, avviata il 17 novembre 2017, e la comunità già teme una nuova devastazione del proprio territorio. Anche perchè non è l'unico.

Nelle immediate vicinanze del parco eolico di Bovino, infatti, sempre la Renvico srl ha in atto due procedure di VIA (questa volta a livello provinciale, in Commissione VIA Provincia di Foggia), l’una per 7 aereogeneratori con potenza pari a 29,4 MW in territorio di Orsara di Puglia2, località “Magliano”; l’altra per 6 aereogeneratori (25,2 MW complessivi) nel territorio di Troia3. Complessivamente, dunque, un mega parco eolico con 21 aerogeneratori per una potenza complessiva di 88 MW, che si sviluppa su un territorio di tre comuni dei Monti Dauni. Sempre la Renvico ha in fase autorizzatoria (VIA di livello nazionale) anche il Parco eolico di San Paolo di Civitate con 10 aerogeneratori, per una potenza complessiva di 42 MW.

Anche un’altra contrada di Bovino, di importante pregio archeologico e che in passato ha restituito le preziose Stele Daune, è sotto assedio. Qui la Winderg Srl (Sede Legale Vimercate -MB) ha progettato la realizzazione del Parco Eolico5 di “Monte Livagni” con 12 aerogeneratori per complessivi 30 MW di potenza. Il progetto è attualmente in fase di valutazione in “Commissione VIA 6  della Provincia di Foggia”. Nella medesima area (località: Livagni; Tegole; Carsogni), al confine con Deliceto, sono già stati autorizzati, con iter chiuso positivamente, uno o più progetti per la realizzazione complessiva di 24 aerogeneratori, per un totale di 48 MW, già in parte realizzati nonostante gli straordinari ritrovamenti effettuati in fase di indagine archeologica. 

Il totale fotografa qualcosa come 53 torri, per una potenza di 166 MW. Oltre 100mila utenze domestiche, quasi. La metà della popolazione residente in provincia di Foggia se si considera una famiglia composta da 3,2 cittadini e 1,5 kw il fabbisogno del nucleo. È un dato provocatorio, ovviamente. Il tentativo di immaginare concretamente quanto si produrrebbe in termini energetici se venissero autorizzati e realizzati gli impianti già progettati. E quanto si produrrebbe in termini di profitto.

Alcuni residenti sono sul piede di guerra, soprattutto coloro che si vedranno ricadere il parco sui propri terreni e che sino ad oggi pare non ne sapessero nulla, facendo scadere, così, anche i termini per le osservazioni. Come Michele Dota: "Si è davvero così miopi nel non vedere che si tratta di questioni di interesse collettivo? Nel non capire che anche i cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere e di poter esprimere la propria opinione?" dichiara. “Abbiamo visto il territorio dei Monti Dauni ferito, depredato, umiliato; senza alcuna compensazione, senza alcun vantaggio tangibile per i cittadini e per le comunità, che, legittimamente, sentono come propria la risorsa vento che appartiene anch’esso alla terra in cui si è nati, si lavora, si vive”. 

Limitatissimi i benefici che si sono sostanziati nel ricorso, non sempre garantito, a imprese e a manodopera locale per la realizzazione delle parti più convenzionali degli impianti  (tipicamente le opere civili); nella manutenzione ordinaria e nella sorveglianza; in qualche "lascito" infrastrutturale (a volte miglioramenti della viabilità, molte più volte peggioramenti della stessa).  Peraltro, a dispetto degli accordi, i gestori dei parchi eolici realizzati non pagano più alcuna royalities.

“Tutto un business. Un business unicamente teso al raggiungimento del profitto di pochi”. Che fine hanno fatto le buone intenzioni di valorizzazione del patrimonio ambientale dell’area dei Monti Dauni; che fine ha fatto il Piano d’Azione Locale; l’ormai dimenticata questione dell’istituzione dell’ area protetta dei Monti Dauni; il potenziamento turistico del territorio; la valorizzazione del sistema agroalimentare impostato soprattutto sulla agricoltura biologica e sulle produzioni tipiche di elevata qualità. E che fine hanno fatto e faranno le ingenti risorse erogate e da erogare con i fondi comunitari del POR Puglia? Sono interventi coerenti con i bisogni del territorio? Rispetto a quanto già si produce, è davvero necessario il ricorso a nuovi mostri? Che dopo i monti, minacciano pure i mari. Si pensi alle centrali eoliche off-shore di Chieuti (50 torri per 150 MW totali) e quella del Golfo di Manfredonia (65 torri per  195 MW totali).  Sul portale Valutazioni Ambientali VAS – VIA, del Ministero dell’Ambiente  sono ben 8 le procedure di valutazione che riguardano la Puglia per 4 Parchi  Eolici off-shore e 4 onshore.  Più di tutte le altre Regioni messe insieme.

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