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Bari ritarda, Foggia soffre: 847 famiglie senza soldi per gli affitti

“Sappiamo che il denaro è in banca dal 28 dicembre ma non ci viene erogato”. Replica il dirigente finanziario del Comune, Carlo Dicesare: "Non corrisponde al vero, dalla Regione non ci è ancora pervenuto nulla”

La crisi morde e il bilancio delle famiglie foggiane registra sofferenze. Soprattutto sul fronte abitativo, prima piaga della città di Foggia. Diverse centinaia quelle che hanno fatto domanda nei mesi scorsi per ciò che concerne i due fondi disponibili, regionale (847 domande ammesse) e straordinario comunale (una settantina). Ma i pagamenti sarebbero fermi al palo, effettuati col contagocce.

“Sappiamo che il denaro è in banca dal 28 dicembre ma non ci viene erogato” le doglianze che giungono a Foggiatoday. “Non corrisponde al vero, dalla Regione non ci è ancora pervenuto nulla” replica il dirigente finanziario del Comune, Carlo Dicesare. Da Bari sono in arrivo per il 2017 denari per 455mila euro, ai quali vanno aggiunti 91mila euro di cofinanziamento comunale e 282mila euro di premialità: oltre 800mila euro, insomma, in totale, anche se la somma resta inferiore a quella dell'anno precedente. L'elargizione massima a famiglia è di 1200 euro annuali (100 euro al mese). Poca roba, ma comunque vitale per quegli 847 nuclei familiari.

“Da notizie in mio possesso si comincerà ad erogare dopo il 15 gennaio” fa sapere alla nostra testata Saverio Cassitti, delegato alla casa dimissionario ma comunque informato sugli accadimenti del settore. Nel frattempo sarebbero stati esaminati e liquidati 19 nuclei familiari che hanno fatto richiesta di contributi regionali per morosità incolpevole: 297mila euro la somma messa a disposizione per la città di Foggia, con contributi annuali a famiglia che variano da un minimo di 6mila euro (per differimento sfratto) a 12mila euro (per contratti ex novo).

C'è poi la misura “contributo straordinario comunale” (70 richieste). Qui diventerebbe più difficile comprendere sia l'entità messa a disposizione dal settore finanziario (l'anno scorso era di 400mila euro circa) che lo stato dell'arte: il nuovo regolamento comunale licenziato qualche mese fa prevede che non siano più solo le politiche abitative ad esaminare i singoli casi familiari di necessità (stop alle erogazioni a pioggia), ma anche le politiche sociali. E qui, pare, la situazione si areni.

“Lo si è fatto per arginare il rischio di discrezionalità, che i tempi si dilatino è fisiologico, anche se i primi colloqui sono già partiti” filtra. Il settore abitativo è fronte delicatissimo, capace di scontentare troppi e di innescare conflitti sociali non indifferenti. E, di fronte a “cordoni della borsa che si stringono, chi si assume la responsabilità di decidere per il sì o per il no?” la domanda che tutti si fanno ma nessuno ha il coraggio di mettere nero su bianco.

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