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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Duro affondo di Padre Moscone da Casa Sollievo della Sofferenza: "Scorretto sistema di spesa extraregionale"

"Sistema iniquo". La denuncia di padre Franco Moscone, presidente di Casa Sollievo e arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo, contro un meccanismo che danneggia la gente del Sud

Duro affondo di Padre Franco Moscone, presidente di Casa Sollievo e arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo, sui meccanismi che regolano la sanità italiana. “Vivendo ormai stabilmente in Casa Sollievo ho occasione di incontrare pazienti, provenienti da diverse regioni soprattutto del Sud Italia e parlare con infermieri, medici e primari. Ho trovato scorretto come calcolo ed ingiusto per i diritti delle persone il sistema del ‘tetto di spesa extraregionale’. Casa Sollievo ha già coperto questo ammontare dal mese di ottobre, per cui è costretta o a rimandare indietro pazienti non anagraficamente pugliesi o ad assisterli senza copertura di spesa. Ho assistito ad un ‘no’ detto ad un cittadino proveniente da Vicenza che intendeva nuovamente sottoporsi qui ad un intervento chirurgico mal riuscito nella sua regione. Si tratta di un sistema iniquo (anche se supportato è regolato da legge dello Stato e dalle intese regionali)”, spiega.

“È iniquo perché danneggia la gente del Sud che potrebbe e vorrebbe trovare in loco strutture sanitarie qualificate per le loro necessità e sono costrette a trasferte al Nord Italia. È iniquo perché favorisce la sanità del Nord Italia, specie quella privata, allargando sempre più la forbice tra le due ‘Italie’: il Nord ed il Mezzogiorno. Che dire? Come presidente di un'opera ospedaliera di livello riconosciuta a livello internazionale, e soprattutto come vescovo di un territorio disagiato e per lo più dimenticato o sottoattenzionato dallo Stato, non posso tacere e devo denunciare un sistema così costruito”, continua. “Lasciatemelo scrivere: sa molto di favoritismo alle regioni del Nord penalizzando fortemente gli ospedali privati accreditati nel sistema pubblico e che svolgono un ruolo fondamentale nel Servizio Sanitario Nazionale per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”, conclude.

Ieri il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si era espresso a margine della Conferenza delle Regioni che si è svolta a Roma dove si è discusso del riparto dei fondi per il Servizio Sanitario Nazionale. “Di fronte alla lezione del Covid, siamo punto e accapo. Quando il bilancio non quadra è il diritto alla salute dei cittadini che viene pregiudicato.  In questo momento si stanno creando delle contrapposizioni tra la quasi totalità delle Regioni che hanno raggiunto un accordo e la più importante di esse, la Lombardia, che è anche la Regione destinataria di oltre un miliardo di euro dalle altre regioni attraverso la mobilità passiva. Un finanziamento che si aggiunge a quello del fondo sanitario.

Le altre regioni facevano fatica a garantire l’alta complessità e molti italiani si curavano in Lombardia, quindi era comprensibile questo sbilanciamento. Adesso però, di fronte al progetto di autonomia differenziata, la chiave è cominciare prima a riequilibrare tutto fra le varie Regioni: personale, prestazioni e soprattutto finanziamenti. E poi eventualmente passare all’autonomia. La Lombardia con questo atteggiamento di chiusura, che mi auguro possa cambiare nel tempo, rischia di rendere evidente e rafforzare la sfiducia di tutte le altre Regioni che non si fidano del progetto di autonomia differenziata. Se deve servire a rendere più efficiente e sviluppata l’economia delle Regioni, c’è da chiedersi perché l’autonomia differenziata viene richiesta da quelle più efficienti e più sviluppate. Bisogna trovare un accordo perché rimettere la decisione sul Fondo Sanitario al Governo significa rischiare di mandare in esercizio provvisorio alcuni Sistemi Sanitari regionali".

Rispondendo alle domande dei giornalisti sull’aumento annunciato dal Governo di 2 miliardi per la spesa sanitaria, Emiliano ha affermato che “non bastano perché ogni anno, per il semplice fatto che i costi aumentano, 2 miliardi in più servono a tenere la sanità allo stesso livello dell'anno precedente; ma visto che quest'anno c'è un'inflazione molto alta e sono aumentati i costi dell'energia, sostanzialmente c'è una diminuzione del finanziamento effettivo del sistema sanitario italiano. Nonostante l'esperienza fatta durante la pandemia e nonostante il fatto che dobbiamo recuperare tutte le liste d'attesa per tutte le prestazioni che non sono state effettuate in quel periodo, e tutte le malattie che non sono state diagnosticate durante la pandemia, se il Governo non ha trovato la maniera per finanziare meglio la sanità è bene che lo dica chiaramente”.

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