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Economia

Agenzie foggiane a caccia di animatori turistici: "Non se ne trovano più"

Fuga dai lavori stagionali. Da un anno all’altro, le candidature sono sempre meno

Animatori turistici cercansi, ma gli stagionali scarseggiano. I vacanzieri sono dietro l’angolo, villaggi, resort, hotel e camping si preparano all’auspicato pienone della ripresa, ma le agenzie faticano a reclutare personale. Scrivono ‘formazione gratuita’ e ‘contratto lavorativo’ a caratteri cubitali, ma niente.

Alcune imprese di Foggia riscontrano le stesse difficoltà e si sono avventurate in un’analisi della penuria di lavoratori. Stereotipi ma anche esperienze choc con agenzie truffa hanno alimentato la diffidenza e mortificato la reputazione del mondo dell’animazione. Sembra che i ragazzi non abbiano più tanta voglia di partire. Ma gli addetti ai lavori puntano il dito anche contro i sussidi.

I commenti sotto le offerte di lavoro sono sempre gli stessi e Palma Guercia, responsabile risorse umane Blue Animation Team, prova a sfatare i luoghi comuni, come quello dello schiavo che lavora 18 ore al giorno, senza mangiare e dormire: “Le cose sono cambiate, non si lavora fino a notte fonda, cosa che accadeva fino a 20 anni fa, le ore sono poche, le pause ci sono e si riposa. Altro luogo comune è che le agenzie non paghino, ma il settore si è regolamentato negli anni, si assume con un regolare contratto a tempo determinato e si versano i contributi”. Col tempo, insomma, gli sfruttatori sarebbero stati estromessi dal mercato. I compensi arrivano fino a 1500 euro al mese, in base al ruolo e all’esperienza. Ci sono opportunità anche per i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, anche se la paga in questi casi è più bassa.

Vitto e alloggio sono assicurati. “Si mangia al ristorante e gli animatori non dormono in catapecchie o in sei nella stessa stanza. Per noi non è mai stato vero - afferma Palma Guercia - Anzi, per noi il benessere del lavoratore è un aspetto fondamentale: è importante che stia bene, perché non si può sorridere ed essere allegri con i clienti se si dorme male e si manga male”.

Blue Animation Team, a seconda della disponibilità dei candidati, cerca personale da impiegare da fine maggio a settembre, anche solo per i mesi di luglio e agosto. Opera prevalentemente sul Gargano e la destinazione è Vieste. È a caccia di istruttori sportivi, capo animatori, animatori per il mini club, ballerini e, possibilmente, anche operatori che parlino tedesco. “La formazione è gratuita – precisa Palma Guercia – e non si paga per ricevere la divisa”. Attraverso gli annunci ha rimediato poche candidature rispetto al passato: “Ogni anno sono sempre meno”.

L’agenzia Rds World opera in diverse regioni, fornisce servizi di animazione, sport e spettacolo ai villaggi turistici, e la titolare Anna Amoreo può offrire una panoramica piuttosto ampia. “Noi lavoriamo in Trentino, in Basilicata, in Puglia ed Emilia Romagna, un po’ a Nord e un po’ a Sud. Ho il quadro, purtroppo, abbastanza completo. Dico purtroppo perché la nostra regione è identica alle altre. In Emilia Romagna, c’è una ricerca impazzita sui lidi di figure specifiche di tutti i tipi. Resto ancora sconvolta quando leggo che cercano i bagnini a Rimini, è finito il mondo. Sembra che niente attiri questi ragazzi, neanche i contratti che oggi sono regolari rispetto a 20 anni fa”.

La crisi del personale, fa rilevare, colpisce tutta l’Italia. E Anna Amoreo si è fatta un’idea ben precisa sulle ragioni: “Colpa della politica di sussidi a go go, lo dico fuori dai denti. Manca qualunque tipo di figura professionale nel settore turistico, camerieri, cuochi, non soltanto gli animatori, anzi forse abbiamo ancora un po’ di appeal, perché non partono tanto per i soldi ma perché vogliono fare un’esperienza particolare, e sicuramente è così - afferma Anna Amoreo - Nel 2020 c’è stato il boom, perché la gente si è realmente spaventata con il primo e unico vero lockdown, e c’è stato un ritorno al lavoro anche da parte di chi lo aveva perso. In quell’estate non abbiamo avuto problemi, poi l’inverno successivo non abbiamo lavorato, nella primavera 2021 sono arrivati i sussidi e in estate c’è stato il primo calo. Bene o male, era una ripartenza e abbiamo quasi retto il colpo, ma già a partire dall’inverno scorso c’è stata una carenza di personale che continua a perdurare. Ti rispondono che hanno il reddito di cittadinanza, la disoccupazione o comunque qualcosa che li tiene legati alla propria realtà e, a meno che non ricevano la proposta del secolo – e se il contratto collettivo non lo prevede è difficile prendere 2mila euro -, preferiscono non lavorare o farlo in nero”.

Rds World cerca soprattutto figure specializzate nel lavoro con i bambini, figure che si occupino di sport e candidati con esperienza che possano ricoprire il ruolo di responsabili. “Sembra che manchino proprio le figure più adulte, i capi equipe - osserva la titolare - Tanti ragazzini vogliono lavorare, forse più del solito, però manca la fascia delle persone che hanno già qualche stagione alle spalle, che possono fare i capi equipe, mancano perché hanno cambiato lavoro, fanno altro perché c’è stata la crisi e negli ultimi due anni si è lavorato poco, oppure percepiscono questi sussidi che rendono il lavoro stagionale meno allettante. Anziché avere più fame di lavoro dopo questo periodo di fermo, c’è una fuga dai lavori stagionali”.

La stagione di Rds World non finisce a settembre. “Noi lavoriamo in Trentino, quindi garantiamo una continuità di 7-8 mesi, divisa su due stagioni, con contratto a tempo determinato che dà la possibilità di prendere la disoccupazione nelle pause”. Se il meccanismo fosse “premiante”, con una disoccupazione più alta rapportata ai mesi di lavoro effettivo, secondo la titolare dell’agenzia, non si ritroverebbero in queste condizioni.

SkyVillage Animazione lavora dal Salento alle Marche. Un mese fa, ha spinto il suo stage di formazione gratuito. “Abbiamo notato delle difficoltà, tanti rispondono che percepiscono il reddito di cittadinanza”, conferma l’amministratore Michelino De Martinis. “I curriculum arrivano, a fronte, però, di un impegno più gravoso per l’azienda. Secondo me, dovrebbero essere le istituzioni, a qualsiasi livello, a fare formazione per i giovani e avere centri e punti di ascolto dove recuperare curricula e agevolare l’incontro tra domanda e offerta a supporto delle imprese”.

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