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Un mercatino etnico in via Galliani, Moffa dà l’ok: “Entro febbraio o marzo”

Su proposta di Carine Bizimana per l'associazione Africa United. L'assessore alle Attività Economiche, Eugenia Moffa, conferma l'impegno a realizzarlo entro la prossima primavera

Non rappresenterebbe un costo per l’amministrazione comunale e potrebbe risolvere in via definitiva la querelle che da anni vede i commercianti foggiani contrapposti ai venditori ambulanti stranieri. Non solo, l’idea di un mercatino etnico avanzata dall’associazione Africa United e sposata da ‘Il vangelo della vita Onlus’ e da ‘Vivere Libera’, rappresenterebbe un punto di svolta nel rapporto tra il governo cittadino e i rappresentanti locali delle politiche per l’immigrazione. Se lo augura Carine Bizimana, 39enne nata in Burundi, ma a Foggia da 19, consigliera aggiunta al Comune e tra le promotrici dell’iniziativa.

Individuato il luogo, via Galliani, ora spetta all’amministrazione comunale il compito di accelerare i tempi e dar seguito alla richiesta formulata e protocollata dalle associazioni per la prima volta nel 2013, durante il governo Mongelli. A Foggia Today l’assessore Eugenia Moffa - nel confermare il suo personale impegno e interesse sulla questione - precisa però che il Comune ha già rilasciato un’autorizzazione (alle giostre) ad occupare la via fino alla fine di gennaio.

Tramontata, o quasi, l’ipotesi di un’apertura anticipata del mercatino in vista delle festività natalizie, l’assessore alle Attività economiche assicura ugualmente che sarà via Galliani la sede del mercato etnico, a partire da febbraio o al massimo dalla prossima primavera. Soluzioni, orari e modalità sono ancora al vaglio di un comitato tecnico.

Nel segno della valorizzazione dell’artigianato, dell’accoglienza e dello scambio culturale, il mercatino etnico agevolerebbe quindi il compito agli ambulanti (al quale sarà assolutamente vietata la vendita di merce contraffatta) e metterebbe, si spera, la parola fine alla querelle infinita con i commercianti di Corso Vittorio Emanuele e piazza Giordano su tutti. Consentirebbe agli agenti della Municipale di concentrare le proprie energie altrove e libererebbe i lavoratori stranieri dalla condizione di capri espiatori e da colpe determinate da politiche inadeguate o da errate interpretazioni del fenomeno. Un luogo dedicato, curato e caratterizzante sarebbe infatti sinonimo di contrasto all’illegalità, condivisione, scambio culturale e rispetto reciproco.

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