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Clima di terrore a Lucera sull'anaerobico da 30 milioni. Maia Rigenera assicura: "Meno puzza, tasse e rifiuti"

Ombre sui rifiuti. Dopo lo sfogo del sindaco sui social, tocca alla Maia Rigenera parlare. "Lo facciamo per rasserenare il clima". E denunciano uno sversamento illecito su suolo aziendale:"mai accaduto prima"

Quello che sta accadendo a Lucera non è molto chiaro. Da un lato c’è un sindaco che, denunciando pressioni ed intimidazioni, annuncia che da gennaio “toglierà il disturbo”; dall’altro una società che, nel mentre è impegnata a portare avanti un progetto nel settore dei rifiuti, si vede sversare illecitamente nella sua proprietà rifiuti di dubbia provenienza, in pieno giorno (operazione prontamente denunciata con tanto di identificazione del conducente del tir).

Nel mezzo una città impaurita, terrorizzata, strumentalmente disinformata probabilmente. Da chi e perché è l’interrogativo che agita le notti lucerine da un po’. Semplice campagna elettorale, si dirà, visto che nelle primavera prossima si vota. Ma giungere ad un tale livello di avvelenamento degli animi non è più campagna elettorale: è becero sciacallaggio. C’è qualcosa di più? Non è chiaro o, perlomeno, i protagonisti dicono di non sapere. Ma che ombre si allunghino sul progetto di impianto di digestione anaerobico al quale sta lavorando la Maia Rigenera è circostanza in qualche modo desumibile dall’indagine in corso di cui sopra e da una serie di troll all’uopo creati sui social col precipuo tentativo di spargere fango e terrore.

Fino all’alzata di mani del sindaco. Oggi il Consiglio comunale, mediante ordine del giorno, circostanzierà il parere negativo già inviato alla Provincia da Tutolo, in preda all’esasperazione. Il passaggio avrebbe dovuto essere più sereno, frutto di un confronto con la città. Ed invece il cortocircuito ha fatto saltare tutto, finanche la serenità di discutere su quale impiantistica sia meno impattante per Lucera, se l’attuale impianto aerobico e il da venire anaerobico. “Avrei voluto promuovere un metodo di partecipazione democratica, dare ai cittadini l’ultima parola” si sfoga a Foggiatoday il sindaco che sul tema si è sempre speso molto, in prima persona, fino a strappare, anni or sono, l’impegno della ex Bioecoagrim (da gennaio 2018 Maia Rigenera, con l’ingresso di Fortore Energia nella compagine societaria) a costruire un impianto anaerobico moderno e di ultima generazione. “Oggi questa città non la riconosco più” dice costernato, e si prepara a denunciare alla Polizia postale le minacce subite. Domenica, in un pubblico comizio, dirà il resto.

La conferenza stampa di Maia Rigenera srl

In mattinata, intanto, ha parlato la Maia Rigenera. Lo ha fatto presso lo studio del suo legale, l’avvocato foggiano Michele Vaira. Al tavolo il presidente Michele Ferrigno e il vicepresidente Stefano Montagano; l’ingegnere Luigi Rutigliano, tecnico del progetto. L’impianto vale 30 milioni di euro.

Breve excursus in apertura finalizzato a mettere nero su bianco le tappe consumatesi fino a questo momento, dal febbraio 2018, data di presentazione del progetto, all’8 settembre 2018 quando la Maia Rigenera, dopo i rilievi del Comune di Lucera, si è risolta ad accettare obtorto collo tutte le condizioni dell’amministrazione, a partire dalla tipologia di rifiuti sino alle quantità (circa 180mila, pari pari all’attuale impianto aerobico, con un “danno” per la società di circa 50mila tonnellate in meno). Si fa un nuova analisi costi-benefici. Si accetta. “Lo abbiamo fatto per il territorio, siamo imprenditori di questa realtà e qui vogliamo restare” ha ribadito a più riprese Ferrigno, vantando il curriculum della Fortore e le telefonate che pure arriverebbero dal Nord per costruire impianti similari. Non solo. Perché la Maia avrebbe reagito con soddisfazione alla volontà dell’amministrazione di sottoporre la progettualità al pare di consulenti esterni, esperti della materia. D’altronde, evidenziano in conferenza stampa, è questa la tecnologia più all’avanguardia e meno impattante a livello non solo nazionale, ma europeo e mondiale (Vaira sottopone all’attenzione della stampa le esperienze in altre regioni di Italia e le risoluzioni a livello internazionale). Si arriva così al 27 settembre e, stranamente, alla sospensione di ogni pubblico confronto e al post con cui Tutolo alza le mani, denuncia intimidazioni e sceglie di farsi da parte. Cosa è accaduto? Manca l’agibilità democratica finanche per un confronto. In campo sono scesi medici mai sentiti in passato quando il territorio veniva invaso dalla puzza.

La Maia decide allora di provare a rasserenare il clima, di dare essa stessa il suo contributo, perchè dalla lotta politica la comunità rischia di venir fuori a brandelli. “Voglio tranquillizzare i cittadini – esordisce l’ingegner Rutigliano -, il progetto altro non è che una variante sostanziale all’impianto esistente. Se non si farà, resterà il vecchio, che ha un’Aia della durata di dieci anni”. La normativa italiana, aggiunge, è tra le più stringenti d’Europa. E via con la tabella comparativa. Tutti i valori nell’anaerobico sono al ribasso. A partire dalle unità odorimetriche, che si abbatterebbero del 67%, a finire al traffico veicolare (-26%).

Riduzione anche dei rifiuti che vanno in discarica, ergo tasse meno salate. Quindi la storia dell’anaerobico, contenuta in pubblicazioni scientifiche, sempre osteggiata dalle lobbies. Sul tema si sono espressi anche Legambiente e WWf, non proprio gli ultimi arrivati in tema ambientale. A Padova un impianto simile tratta 445mila tonnellate. “Non credo sarebbe stato consentito se provocasse realmente catastrofi e terremoti” dichiara Vaira. “Ma quali tumori, a parte che tutto ciò che puzza non è dannoso per la salute dell’uomo, lo dice la scienza” rincara Rutigliano, “e tuttavia noi vogliamo che chiunque si faccia un’idea del progetto, sono disponibile tutti i giorni, l’ho già comunicato ai cittadini”. “Vorremmo che la stampa facesse la sua parte perché serve chiarezza, non è possibile che ad ogni vigilia di campagna elettorale la famiglia Montagano ed ora la Fortore siano agitate come clave di scontro” gli fa eco Montagano, mentre Ferrigno svela l’inquietante vicenda del tentato sversamento rifiuti nei giorni scorsi. Cosa significa? Le indagini lo diranno. “Avevamo preso un impegno con la città, la nostra volontà non è cambiata – continua Montagano-, tutti i procedimenti giudiziari si sono conclusi con assoluzione piena. Vogliamo solo lavorare. E se questo impianto non si farà, resterà il precedente, che comunque è autorizzato per dieci anni” (l’Aia è arrivata nel 2017).

Il tentativo della Maia, dicono, è quello di provare a spendere parole di serenità. “Mi sarei aspettato di parlare con la parte politica dell’opportunità anche economica e lavorativa che ne potrà derivare per il territorio” hanno aggiunto le voci al tavolo, “siamo pronti ad ogni confronto nella consapevolezza che siamo proponendo il meglio possibile” concludono, invitando il Comune a fare valutazioni ponderate e “le persone perbene a dire la loro”. Ma c’è dell’altro? Non sanno. “Vogliamo pensare che tutto questo sia il frutto di una scarsa serenità”.

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