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Cangelli mette fine alle speranze di Zammarano: “Il contratto è nullo”

Ecco la delibera che annulla il contratto d'affitto sui locali di piazza Padre Pio da destinare a sede degli uffici e degli archivi delle nuove strutture giudiziarie. Comune rifiuta proposta di conciliazione

La Giunta comunale ha approvato la delibera con la quale si annulla la determina dirigenziale avente ad oggetto la presa d’atto del verbale di gara relativo al procedimento di ricerca di mercato di immobili da destinare a sede degli uffici e degli archivi delle nuove strutture giudiziarie. La deliberazione dell’esecutivo di Palazzo di Città, dunque, interviene nuovamente sul contratto – già risolto con una precedente delibera – tra il Comune di Foggia e la società Coim Srl con riferimento alla nuova sede degli archivi e degli uffici giudiziari di piazza Padre Pio.

La deliberazione della Giunta comunale ripercorre le tappe della vicenda, sulla quale tra l’altro è in atto un procedimento penale, individuando in particolare l’assenza di alcuni pareri fondamentali per la legittimità del contratto di fitto tra il Comune di Foggia e la Coim Srl per l’immobile di piazza Padre Pio, emersa nell’attività di ricognizione e di analisi effettuata dall’assessorato all’Avvocatura, Appalti e Contratti.

Per l’assessore all’Avvocatura, Appalti e Contratti, Sergio Cangelli, il contratto è nullo: “Sono risultati assenti il nulla-osta dell’Agenzia del Demanio ed il parere dell’Ufficio Tecnico Erariale (oggi Agenzia del Territorio) sull’idoneità dello stabile. È risultato inoltre disatteso l’articolo 6 del D.L. 95 del 2012, in base al quale per i contratti di locazione passiva, aventi ad oggetto immobili ad uso istituzionale di proprietà di terzi, si applica la riduzione del 15% sul canone congruito dall’Agenzia del Demanio. A questo va poi aggiunta l’incompatibilità urbanistica dell’immobile oggetto del contratto con la sua finalità, circostanza emersa all’esito di un carteggio intercorso tra l’Amministrazione comunale e l’Agenzia del Demanio, quando il Servizio Urbanistica del Comune ha certificato come l’area sulla quale è stato realizzato l’immobile chiamato ad ospitare la sede nei nuovi archivi e dei nuovi uffici giudiziari, seppure destinata a servizi di pubblico interesse (Zona SP) consente la realizzazione di attrezzature di pubblico interesse locale, a differenza della Zona F, la quale consente l’edificazione di strutture pubbliche di interesse generale, come ad esempio installazioni militari e di pubblica sicurezza, carceri, cimiteri, Fiera, Tribunale e Palazzo di Giustizia. Dal che si desume in modo esplicito l’incompatibilità urbanistica della zona con la destinazione d’uso dello stabile nel quadro di regole descritto dal vigente Piano Regolatore Generale”.

Secondo l’assessore comunale “a prescindere dai pareri che possano essere resi dagli organismi pubblici sollecitati dall’Amministrazione Comunale, nonché dall’esito procedimento penale in corso, sono comunque emerse una serie di illegittimità connesse all’aggiudicazione, in capo alla Coim Srl., della manifestazione d’interesse. Si tratta di illegittimità che investono sia la valutazione dell’offerta tecnica presentata dalla ditta sia la valutazione dell’offerta economica. In relazione alla valutazione dell’offerta tecnica, la Commissione Giudicatrice, limitandosi a dichiarare la rispondenza dell’offerta con i requisiti tecnici previsti dal bando, non ha fornito alcuna motivazione in ordine alla idoneità dell’immobile all’uso, oltre che alla compatibilità urbanistica dello stesso, soprattutto in relazione al rispetto dei cosiddetti “standard”. Una verifica che sarebbe stata necessaria soprattutto in relazione alla contraddittorietà degli atti posti a base del rilascio dei permessi di costruire relativi all’immobile in questione, ed in particolare alla nota dello Sportello Unico delle Attività Produttive, a firma dell’ingegner Fernando Biagini, nonché del parere reso dal Sevizio Urbanistica. Con riferimento alla valutazione dell’offerta economica, invece, è emerso che l’Amministrazione Comunale, non avendo richiesto il parere di congruità del canone locatizio all’Agenzia del Demanio, ha fondato la propria valutazione esclusivamente sul parere fornito dall’Ufficio Lavori Pubblici del Comune, dunque nella persona dell’ingegner Biagini, il quale inizialmente aveva stimato congruo un canone annuale di 557mila 77 euro, salvo poi rettificare la propria valutazione in 773mila 430 euro».

Il sindaco di Foggia ha sottolineato inoltre che all’amministrazione comunale è recentemente pervenuta, da parte della Coim Srl, una richiesta di conciliazione alla quale "il Comune non ha inteso aderire neppure in forma parziale".

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