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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Addio alla recinzione di Parco San Felice, la Società Civile vince la sua battaglia: "I cittadini possono spuntarla"

L'indignazione popolare convince la commissione a vederci chiaro sulla rimozione della rete metallica installata dall'associazione sportiva Rovelli nel 2020. Il Comune di Foggia si occuperà dei lavori per poi rivalersi sull'associazione sportiva

La Società Civile ha vinto la sua battaglia: la recinzione realizzata nel 2020 dall’Asd Rovelli a Parco San Felice sarà rimossa, e questa volta sono stati approvati i lavori in danno per il ripristino dei luoghi, vale a dire che se ne occuperà il Comune di Foggia, per poi rivalersi sul proprietario. “Urrà” è l’urlo liberatorio del comitato di cittadinanza attiva alla pubblicazione della determina a firma dell’ingegnere Francesco Paolo Affatato, dirigente del Servizio Lavori Pubblici, e del Rup Carmelo Fredella, datata 1 marzo.

La rimozione della rete metallica, dei cancelli, dei paletti in ferro e del cemento di fondazione e la chiusura delle buche costeranno 11.220 euro. La ditta sarà scelta tramite procedura negoziata tra le imprese iscritte all’albo dei fornitori. Il Comune anticiperà le spese e il Servizio Legale è incaricato di recuperare le somme.

Nell’atto si ripercorrono tutte le fasi salienti della vicenda, a partire dalla delibera di Giunta del 20 febbraio 2018 che avviava la procedura, andata deserta, per affidare in concessione la gestione del campo di calcetto comunale in via Rovelli, angolo via Ugo La Malfa, e solo quello, non di un’area più vasta. Pur di dare seguito all’atto di indirizzo, si tenne conto di una manifestazione di interesse presentata oltre la scadenza, e con successiva determina dirigenziale del 2019 del Servizio Sport la gestione dell’impianto comunale venne affidata all’associazione sportiva dilettantistica Rovelli Foggia per 8 anni. Con quella determina si prendeva atto dei lavori che l'Asd aveva preventivato, tra cui la realizzazione di una recinzione sui lati liberi dell’area, di due tribune, spogliatoi, ufficio e bar prefabbricati.

Alla vista della recinzione, i cittadini si sono prima insospettiti e poi indignati. A dicembre del 2020, un primo sopralluogo della polizia locale accertava che il campo da gioco e le aree verdi erano state delimitate da una rete metallica di circa 300 metri lineari con due varchi pedonali e uno carrabile (era lì già da qualche mese).

La Società Civile, fin dal principio, proprio come residenti della zona, habitué del Parco, Wwf e altri ambientalisti, chiede spiegazioni al Comune, vuole conoscere le caratteristiche del progetto, e solleva più di una perplessità sull’affidamento, spulciando i requisiti. A darle man forte ci penserà anche l’opposizione allora in carica: i consiglieri del Pd, a gennaio del 2021, formalizzarono la diffida a revocare immediatamente la concessione per la gestione dell’impianto sportivo, bollandola come illegittima. Si concedeva, infatti, un ettaro del Parco non per la sola riqualificazione del campo esistente ma per la costruzione di strutture ex novo.

È scattata, allora, una verifica endoprocedimentale dei vari settori comunali su richiesta del dirigente coordinatore dell’Area Tecnica. Ne è venuto fuori che i singoli servizi sarebbero stati impossibilitati a procedere dal punto di vista tecnico-amministrativo al rilascio delle autorizzazioni eventualmente previste. Solo per citare un paio di pareri, già il solo Servizio Ambiente aveva espresso parere sfavorevole alla realizzazione dei manufatti sul verde esistente perché riteneva le opere previste “invasive e non in linea con la vocazione del sito”, e il servizio Urbanistica aveva fatto rilevare come per le tribune e la struttura prefabbricate servisse il rilascio del permesso a costruire, previo parere della Soprintendenza trattandosi di Parco Urbano.

Il 22 febbraio la Società Civile e la minoranza vincevano quello che si rivelò essere solo il primo round: il dirigente del Servizio Sport annullava la determina della discordia n.722 del 2019 che affidava all’associazione sportiva Rovelli la gestione del campo di calcetto. Con quello stesso atto, si intimava all’Asd di provvedere ad horas al ripristino dello stato dei luoghi, ma passavano i giorni e la recinzione era ancora lì.

È ripartito, allora, il pressing dell’opposizione e del comitato. Il 22 aprile 2021, il dirigente Francesco Paolo Affatato ordinava la rimozione della recinzione e il ripristino dello stato dei luoghi. Ma da lì a poco sarebbe arrivata al Comune la notifica del ricorso al Tar. Il Rup, il geometra Carmelo Fredella, ad aprile e a ottobre, con due distinte note, chiedeva al Servizio Avvocatura se vi fossero impedimenti per l’ottemperanza all’ordinanza dirigenziale. Da ultimo, gli era stato risposto che non risultava fissata alcuna udienza. Il carteggio non finiva lì perché il geometra Fredella comunicava che entro il 30 ottobre il Servizio Lavori Pubblici avrebbe dato corso all’ordinanza e chiedeva se sussistessero motivi ostativi all’esecuzione. Il Servizio Avvocatura ribadiva che non vi erano “provvedimenti processuali sospensivi dell’efficacia degli atti amministrativi impugnati”.

A riprova di come abbia funzionato l’azione della Società Civile, nell’ultima determina si legge che il 25 ottobre 2021 la commissione straordinaria, facendo seguito alla segnalazione pervenuta quattro giorni prima dalla referente del comitato, chiedeva notizie al dirigente del Servizio Sport e al comandante della Polizia Municipale sull’esecuzione dell’ordinanza dirigenziale che annullava la concessione, e al dirigente del Servizio Avvocatura aggiornamenti sul ricorso al Tar per l’annullamento di quella determina. In quegli stessi giorni comparivano cartelli piuttosto eloquenti: “Via questa recinzione abusiva”, si leggeva, “Commissaria sveglia!”.

L’indignazione popolare ha fatto breccia. Quell’angolo di Parco San Felice sarà restituito alla città. La Società Civile, dopo analoghi annunci del passato, aspetta di vedere con i propri occhi la liberazione di quello spazio, sperando che avvenga a stretto giro, anche se non ha motivo di dubitarne, perché la commissione ha dimostrato che quando si mette in testa una cosa “nel bene o nel male, tende a portarla avanti”, come osserva la presidente Lucia Aprile. Questa vittoria ha una doppia valenza, perché rappresenta anche una iniezione di fiducia nel rapporto con l’ente. “Sono davvero felice – afferma – significa che i cittadini possono segnalare che qualcosa non va, presentare un’istanza e possono spuntarla. Non siamo legati alla politica, non siamo un partito, siamo cittadini, ed è un risultato importante. Non vediamo l’ora che quell’area torni libera”.

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