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Senza stipendio e disagi sul lavoro: non c'è pace per addetti alle pulizie delle scuole

La vertenza degli ex LSU ATA è stata affrontata in Prefettura. A breve il pagamento delle spettanze di agosto, resta l’assenza di garanzie sulla regolarità delle prossime retribuzioni

Una nuova vertenza, ‘nuova’ per modo di dire, è approdata nei giorni scorsi in Prefettura: è quella che vede interessati i lavoratori ex LSU ATA impiegati presso le scuole di Manfredonia e Foggia. Questi lamentano l’assenza di regolarità nei pagamenti: ne è riprova la mancata corresponsione della mensilità di agosto, che doveva essere saldata il 15 settembre scorso, oltre ad alcuni disagi (carenza di vestiario, materiale di lavoro e dispositivi di sicurezza) sui luoghi di lavoro.

Al di là dei nobili intenti del Governo sulla riforma della “Buona scuola”, restano profonde difficoltà per chi vive quotidianamente nei plessi scolastici, prestando la propria opera e trovandosi, a fine mese, senza retribuzione. E’ quello che sta succedendo agli ex LSU ATA della nostra provincia che, alla luce della prolungata insolvenza, hanno chiesto ed ottenuto un nuovo incontro presso la Prefettura di Foggia. Non sono bastati, però, i due tavoli succedutisi mercoledì 30 settembre e venerdì 2 ottobre, per venire definitivamente a capo della faccenda.

La mensilità di agosto, dunque, verrà corrisposta il 16 ottobre prossimo, ma non si hanno notizie su quella di settembre e resta il profondo disagio dei lavoratori, dovuto all’incertezza che, invece, stride con gli impegni assunti dal Consorzio Italia Holding Group e Sviluppo e Servizi, ditta subappaltatrice, nel marzo scorso. In Prefettura a Foggia, questa volta, erano presenti le sigle sindacali, il dottor Lombardo, rappresentante della Sviluppo e Servizi, il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi; all’esterno, un nutrito drappello di manifestanti.

Grande assente la Dussmann, cioè gli aggiudicatari del servizio nelle scuole. In tali sedute è emersa, chiaramente, l’insolvenza nei confronti di “lavoratori – come ha fatto notare Angelo Riccardi – che sono monoreddito e ciò acuisce considerevolmente le difficoltà che devono affrontare per la mera sopravvivenza. Non può nemmeno consolare sapere che vicende come queste sono ormai comuni in tutta la nazione: l’azienda madre, la Dussman in questo caso, riceve in ritardo quanto dovuto dal Ministero e l’effetto a cascata si ripercuote fondamentalmente sui lavoratori”.

La Sviluppo e Servizi ha ‘scaricato’ le colpe sulla Dussman stessa, che deve soldi ai propri subappaltatori, come anche sulle scuole che tardano nelle comunicazioni di loro pertinenza sull’apposita piattaforma, ma il gioco ha retto poco dinanzi all’autorità della prefetto Tirone, prima ancora che davanti all’incalzare dei presenti. Il punto, probabilmente, è uno: il Miur sta sbloccando 170 milioni di euro e, fintanto che questi soldi non saranno incassati dagli aggiudicatari dei servizi, non c’è la liquidità sufficiente per soddisfare le legittime aspettative di chi lavora nelle nostre scuole. Non è stata condivisa dalle parti sociali nemmeno la ‘trovata’ di pagare con 600 euro soltanto i lavoratori impiegati nei lavori di manutenzione delle scuole, lasciando a bocca asciutta quelli che si occupano di pulizia. “In questo modo si alimenta un’autentica guerra tra poveri, che potrebbe avere risvolti pesanti anche per quanto riguarda l’ordine pubblico”, ha commentato ancora Riccardi.

Un modo di fare che è stato profondamente stigmatizzato anche dalla prefetto Maria Tirone, che ha sottolineato quanto sarebbe stato utile, per evitare disinformazione e malintesi, condividere una tale decisione con i sindacati. Il tavolo del 30 settembre scorso si è chiuso con l’aggiornamento al 2 ottobre, come chiesto dal dottor Lombardi, per ricevere riscontri dal Consorzio Italia Holding Group e Sviluppo e Servizi sulla data del pagamento della mensilità di agosto e per comprendere come si potrà evolvere, nel futuro immediato, la vertenza. “Chi vuol essere lieto, sia / del doman non v’è certezza”, diceva Lorenzo de’ Medici a ben altro riguardo, ma è un po’ il riassunto delle risposte ricevute dai lavoratori ex LSU ATA. Tutte le sigle sindacali, di conseguenza, hanno dichiarato lo stato di agitazione: il preludio ad altre forme di protesta, quali lo sciopero, già annunciate e che, come raccomandato dalla Tirone, “saranno lecite e accette, se espresse nei tempi e nei modi consentiti dalle normative vigenti”.

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