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Leggere per crescere, così nasce Rio Bo: il "regalo" di Stefano alla sua città

Inaugurata la nuova libreria per ragazzi nei locali di via Matteotti. "Da piccolo mi sentivo più ricco dentro dopo aver letto un libro. Il mio obiettivo è riuscire a trasmettere questo messaggio ai visitatori di Rio Bo"

Quando si decide di investire nella propria città, senza cercare la gloria altrove, per quella città è sempre una bella notizia. Lo è di più se si parla di Foggia, con le sue mille problematiche, i tanti e terribili difetti che quotidianamente un po’ tutti si affannano a rimarcare. Progettare, “costruire più che denunciare” (per dirla con le parole dei Suoni Mudù), scommettere su se stessi e sui propri concittadini, è la più esaustiva delle risposte che si possano dare.

Da qualche giorno Rio Bo oltre a essere il viaggio nell’irreale di un fanciullo, frutto della penna creativa di Aldo Palazzeschi, è anche una nuova libreria, inaugurata a Foggia sabato scorso nei locali di via Matteotti 74. Un nuovo centro di diffusione della cultura, in una realtà come quella dauna che già vanta dei grandi esempi, ma che focalizza l’attenzione su una fascia di lettori in particolare, forse quella più delicata da raggiungere. Ecco perché Rio Bo, non è solo una semplice libreria per ragazzi da 0 a 14 anni, ma è un messaggio che Stefano Consiglio, ideatore e titolare della libreria, ha voluto inviare alla sua Foggia, da cui era andato via prima di farvi ritorno pochi mesi fa. Foggia spesso punto di partenza, che per una volta diventa meta. Il traguardo su cui affondano le radici del sogno di Stefano, quello di inculcare la passione per la lettura ai più piccoli. I bambini sono i destinatari di un messaggio da veicolare all’intera cittadinanza. Perché è la cultura il volano della civiltà. “Rio bo è il frutto della volontà di far capire ai più piccoli, e indirettamente ai genitori, l’importanza della lettura”, spiega Consiglio.

Inaugurazione libreria Rio Bo: le foto

Aprire un libro, scovare cosa si cela dietro le pagine che si sfogliano o che si cambiano con un colpo di indice nell’era del touchscreen, è un modo tradizionale e nel contempo attuale per favorire la crescita più difficile, quella intellettuale e umana. Un gesto semplice ma che “permette di sognare”, come Stefano quando si innamorò della “Rio Bo”, cucita su una tovaglietta di casa sua.

A Foggia non ha ritrovato solo gli affetti, ma anche la voglia di fare. Fare qualcosa per la città che “siamo sempre pronti a distruggere con le critiche. Ora è tempo di creare, produrre delle proposte concrete. La libreria lo è”. Una struttura divisa tra un’area dedicata ai più piccoli (da zero a tre anni) e l’altra per i più grandi (dai tre ai quattordici), che accoglierà anche laboratori, eventi culturali e incontri appassionanti. Il primo ha visto protagonista Enzo Covelli e la sua spettacolare Biblioapecar, che ha lasciato a bocca aperta decine di bambini con le sue storie, animando la giornata di inaugurazione della libreria.

“Da piccolo mi sentivo più ricco dentro dopo aver letto un libro. Il mio obiettivo è riuscire a trasmettere questo messaggio ai visitatori di Rio Bo”. Un arricchimento culturale e umano per i “grandi” del futuro, che negli anni a venire prenderanno in consegna la propria città, e “dovranno fattivamente migliorarla”. E realtà come quella di Rio Bo saranno in grado di agevolarlo.  

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