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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Minervini: “Altro che baricentrismo, da Foggia atteggiamento parassitario”

Operazione verità sui Trasporti targata Minervini: "I bersagli non possono essere la Regione Puglia ed Adp, gli unici ad aver fatto qualcosa per il Gino Lisa". Non ci si fida di Air Vallee, Mongelli non molla

A vederlo Guglielmo Minervini, dalla sua statura non certamente imponente e celato dietro uno sguardo mai torvo e fin troppo placido, quasi non ti aspetti che pensi sul serio di calarsi in quella che per lui è divenuta negli ultimi tempi la “tana dei lupi”, quella Capitanata "scippata" dell’aeroporto che se potesse lo farebbe “a brandelli” (metaforicamente parlando, s’intende).

Ed invece eccolo lì, nella sala congressi della Fiera di Foggia, in casa amica, con tanto di consiglieri regionali “compagni” al seguito in veste di bodyguard, i “fedelissimi” di Sel e de “La Puglia per Vendola” che, seppur foggiani, sulla vertenza Gino Lisa sono dalla parte della Regione Puglia, del governatore e dei suoi assessori, pronti ad difenderlo, Minervini, alla prima bordata del pubblico.

Più allerta di tutti il vendoliano Arcangelo Sannicandro, rapidissimo nel soffocare sul nascere eventuali contestazioni. Ma a marcare presenza anche l’altra vendoliana, Anna Nuzziello, e il socialista Pino Lonigro. Tutti alla destra di Minervini. Mentre alla sua sinistra ci sono due rappresentanti di Aeroporti di Puglia, l’altro vendoliano di ferro e presidente della Fiera, Fedele Cannerozzi, e un visibilmente soddisfatto Domenico Rizzi, coordinatore provinciale di Sel e primo organizzatore del faccia a faccia con l’assessore.

Al suo fianco, quasi in un angolo, il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, a rappresentare la comunità foggiana. Una comunità arrabbiata. Ma determinata - come ha fatto intendere lo stesso sindaco nel suo intervento - ad andare avanti, a proseguire nella “Vertenza Capitanata”.

MINERVINI CONTRO LA RETE - La scena, intanto, è tutta per lui. Per l’assessore regionale ai Trasporti. Un intervento fiume, senza rischio di interruzioni. E’ l’operazione verità sui trasporti. La sua operazione verità, dopo le aspre critiche piovute su Bari ed i “toni da curva nord” usati nei suoi confronti e nei confronti del governatore Vendola sulla vertenza Gino Lisa, che hanno fatto venir meno il “rispetto di base e il senso di responsabilità“, dice.

Perché va bene discutere. Ma a patto – precisa - che ci sia un’autoregolamentazione delle parti in causa. Ad entrare immediatamente nel mirino dell’assessore, insomma, è - pur senza farvi esplicito riferimento - quel confronto muscolare nato su facebookla cui sola vittima – dice - non può che essere il territorio”, culminato poi nella manifestazione di piazza del 19 novembre organizzata dalla Rete delle associazioni di Capitanata. E che all’assessore non sembra essere andata per niente giù. Sbagliato sarebbero stato innanzitutto i destinatari della protesta, “che non possono essere la Regione Puglia ed Adp, gli unici ad aver fatto qualcosa per il Gino Lisa”.

Ciò che proprio non è andata giù a Minervini sembra esser stata la “passerella” di politici ed amministratori locali che fino ad oggi se ne sarebbero stati con le mani in mano, anche sul tema aeroporto, assumendo un “atteggiamento parassitario” e “convinti che altri debbano risolver i loro problemi”. “Ma le avete viste le prime file di sabato scorso?” bacchetta Minervini. “Io le ho viste e mi piacerebbe che ognuno in questo confronto si assumesse le proprie responsabilità su quanto fatto e non fatto” perché, sia chiaro, la Regione non può continuare a fare da “parafulmine“. Né può continuare a reggere la favoletta di comodo di “Bari matrigna” perché “i processi di sviluppo richiedono corresponsabilità” incalza. Alias, se dal Gino Lisa non si vola più prendetevela con voi stessi.

LE RESPONSABILITA' DI POLITICI ED ISTITUZIONI - Galvanizzato dal silenzio della platea, l’assessore non le manda a dire - pur senza mai citarlo esplicitamente - a Nicola Vascello che non sarebbe esente da responsabilità “se è vero che in tutti questi anni è stato il primo artefice del processo di sviluppo turistico della Capitanata“ ma anche al presidente Pepe (“possibile che la Provincia non riesca a fare un minimo di economia e che gli investimenti sull’aeroporto se li sia dovuti sempre accollare tutti la Regione Puglia?). Ma anche Promodaunia (“cosa ha fatto per rafforzare i voli?”) e l’intera classe dirigente ed economica di Capitanata. Spara a raffica, Minervini. Non accetta lezioni. Chiede ai suoi interlocutori di “tornare con i piedi per terra”, “perché - dice - ciò che più mi ha colpito in questa storia è stata la facile turbativa della dimensione della realtà”. E la realtà, quella vera, è fatta di soldi che son finiti, di una crisi finanziaria che non sta solo tagliando solo il trasporto pubblico locale ma sta entrando nella carne viva dei servizi fondamentali”.

SOLDI FINITI, GINO LISA NON CAMBIERA' DESTINO CAPITANATA - “Ci traballa il terreno sotto ai piedi. Con il bilancio che abbiamo dovremmo tagliare tutti i treni dal prossimo 1 gennaio. Il contratto universale con Trenitalia vale 230milioni di euro, il Governo quest’anno ne garantisce 120. E Trenitalia non ha perso tempo a tagliare tutte quelle corse che non si pagavano da sole bensì attraverso il contributo pubblico. Per il 2011/2012 la Regione Puglia dovrà fare i conti con un taglio di 50milioni di euro: “di che cosa parliamo se non consideriamo questi dati?”. L’assessore bacchetta a destra e a manca. Invita a ridimensionare la questione aeroporto perché forse, lascia intendere, non è quello che serve al territorio per crescere. “Attenzione a caricare di significato questa infrastruttura perché pensare che questa, da sola, cambierà il destino di un territorio è errore fatale“.

Piuttosto ci si concentri su come entrare a pieno nel circuito della mobilità regionale investendo su ferro e su gomma. Il Gino Lisa, per Minervini, rischia di essere un’opera monca, un’infrastruttura che non potrà mai intercettare quei flussi che la Capitanata immagina. E guai a pensare che l‘allungamento della pista possa esser la panacea. “L‘allunghiamo di 300 metri, arriveranno aerei più grandi ben lungi, tuttavia, dal quei low cost, tipo Ryanair, che oggi permettono una democratizzazione dell’accesso ai voli“. Insomma, lo scalo rischia di farsi “ancor più di nicchia”, per soli professionisti ed industriali.

E poi quei 14 milioni di euro di Fas materialmente in cassa ancora non ci sono. Senza contare che rappresentano solo un prima tranche. Per far entrare concretamente a regime lo scalo servirebbero 100milioni di euro. “Si può fare - sfida l’assessore - ma bloccando tutti gli investimenti pensati per il trasporto e le infrastrutture di Capitanata (primo su tutti il secondo casello autostradale). “Il gioco vale la candela?” sembra chiedere ai suoi interlocutori, invitandoli alla riflessione. E li sfida: “Vogliamo continuare a considerare priorità la riattivazione dei voli? Bene, allora pensiamo ad opere di compensazione in altri settori”. Tagliamo, vale a dire, su corse di treni e bus. Perché da qualche parte i soldi vanno presi. Capitolo vettore: “E’ vero - ammette Minervini - Darwin ha preso forse più soldi del dovuto. Ma abbiamo dovuto accettare le sue condizioni per trattavamo da una posizione di debolezza, venivamo da due precedenti fallimenti con altrettante compagnie. C’erano fondi straordinari, messi a disposizione dal Cipe. Li abbiamo investiti. Abbiamo mobilitato un flusso di max 70mila passeggeri, immediatamente calati non appena la fase di start up si è conclusa e le tariffe sono diventate di “mercato”. 10-15 passeggeri a tratta. Evidenti le perdite per la compagnia.

AIR VALLEE - Oggi c’è Air Vallee. Ma Minervini non si fida. Per due questioni: “la bozza di contratto è un po’ fuori dalle norme“. Per due questioni principalmente: “ci chiede un contributo forfettario di gran lunga inferiore ma, al contempo, non prevede alcun piano industriale e si riserva di recedere dal contratto con un preavviso di soli 15 giorni qualora la risposta del territorio non sia soddisfacente. Non solo: il biglietto costerebbe in media 169 euro, prezzi proibitivi ed incredibilmente superiori ad un low cost. Chi volerà dal Gino Lisa? Insomma, cautela “perché non è che per volare dal Gino Lisa siamo disposti a farci rifilare un pacco!”. In ogni caso nessuna preclusione. Il prossimo 30 novembre a Bari ci sarò un incontro con i vertici di Air Vallee. Se ne capirà di più.

MONGELLI RILANCIA - Una data che strappa un impegno al sindaco Mongelli, unica voce “altra“ nel monologo di Minervini: “Entro il 30 - promette - porterò in aula in consiglio comunale anche il progetto di allungamento della pista dello scalo”. Mongelli non si lascia incantare e rilancia: “Il Gino Lisa non è partita simbolica, senza verrebbe a mancare un‘opera fondamentale del sistema infrastrutturale di Capitanata”. Ringrazia la Regione per l’impegno profuso in questi anni, riconosce gli errori fatti dal territorio ma anche la lentezza con cui si è proceduto sul tema dell’allungamento della pista che doveva esser fatta - dice - durante la fase di start up. E non demorde: “Dal Lisa si deve continuare a volare. E’ l’ora del compromesso, della soluzione concertata. Evitiamo di farci male tra noi”. L’operazione verità termina qui. Ma la partita, è evidente, resta aperta più che mai.

 

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