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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Fino a 1200 euro per un pieno, così il 'caro gasolio' sta strozzando gli autotrasportatori: scatta la protesta

Le motivazioni del comparto sono state accolte dall'onorevole M5S Giorgio Lovecchio, presente alla manifestazione: "Auspico che il Governo intervenga nell’immediatezza, perchè gli autotrasportatori sono la colonna portante dell’economia italiana"

“Ho partecipato con convinzione, ma soprattutto con grande tristezza, alla manifestazione degli autotrasportatori di Capitanata questa mattina a San Severo. Sono allo stremo perché messi ‘in ginocchio’ dal caro gasolio e da tutto ciò che ne consegue (qui le motivazioni della protesta)”.

A parlare è l’onorevole del M5S, Giorgio Lovecchio, che continua: “L’incremento dei costi del gasolio, ma anche del metano e di conseguenza dell’ADBlue, stanno gravando pesantemente sulle imprese del comparto. Senza l’additivo Adblue, necessario per ridurre le emissioni di azoto contenute nei gas di scarico dei motori diesel, molti veicoli non possono neanche circolare, quindi la spesa da affrontare è essenziale per lavorare. L’aumento del prezzo del metano ha inoltre reso più scarsa e costosa la produzione di questo speciale additivo, il cui costo è salito alle stelle”.

Autotrasporto, il 'caro gasolio' sta distruggendo il comparto: "La situazione è sfuggita di mano”

“Con l’abolizione della ‘tariffa a forcella’, la lunga trafila giudiziaria che ne è seguita e il decreto 206 del 27 novembre 2020 sui ‘costi indicativi di riferimento dell’attività di autotrasporto merci’ sembrava si fosse risolto il problema, ma l’indiscriminato aumento dei prezzi del carburante rende quasi impraticabile l’attività di autotrasportatore, che è costretto ad affidarsi alle agenzie di intermediazione per poter lavorare e quindi a sobbarcarsi un costo in più. È necessaria una revisione delle tariffe di trasporto, altrimenti gli autisti avranno sempre la necessità di completare il carico dei loro mezzi e quindi di effettuare tante soste di carico, con la conseguenza di un fisiologico ritardo nelle consegne”.

“Il caro carburante incide anche sulla mancata possibilità da parte degli autotrasportatori di dotarsi di collaboratori: i camionisti sono costretti, infatti, a svolgere da soli tutte le operazioni di carico dalla partenza alla consegna, senza poter assumere altro personale. Non si possono spendere circa 1200 euro per un pieno, quasi il triplo di ciò che accadeva prima. Auspico che il Governo intervenga nell’immediatezza, perché gli autotrasportatori sono la colonna portante dell’economia italiana e in questo modo si mette in ginocchio ogni comparto che dipende dalla loro instancabile attività”, conclude.

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