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Economia

Amica Spa, FP CGIL: “Due le vittime, il cittadino e il servizio pubblico”

Le preoccupazioni del segretario provinciale della FP CGIL Michele Corsino sulle ipotesi future del destino dell'azienda: "Si vuole impoverire l'azienda per legittimarne la privatizzazione"

Il caos rifiuti a Foggia rischia di fare due prime vittime: i cittadini e il servizio pubblico”. E’ il commento del segretario provinciale della Funzione Pubblica CGIL di Capitanata, Michele Corsino, preoccupato delle ipotesi sul futuro dell’azienda Amica, controllata dal Comune di Foggia.

È evidente l’intento di impoverire Amica s.p.a., la società pubblica che si occupa del servizio di igiene ambientale nella città capoluogo – afferma Corsino - per renderla inefficiente al punto da legittimare la privatizzazione. Il tutto con scelte manageriali di scarso profilo tecnico molto ben pagati ma con risultati che sono sotto gli occhi di tutta la cittadinanza”. Quali sane aziende private, chiede il segretario della FP CGIL, “troveranno il coraggio di investire in una società che è arrivata al collasso a causa dei mancati versamenti da parte dell’ente proprietario, debitore per 50 milioni di euro nei confronti di Amica, è un mistero che solo l’amministrazione comunale può svelarci. Inoltre, a sollevare più di un sospetto, c’è il fatto che si persegua la strada della nuova società sapendo dell’indisponibilità economica e finanziaria del Comune e che per poter far partire la nuova società servono 23 milioni di euro

Per Corsino “a Foggia si iniziano a comprendere le ragioni di tanta apprensione nei confronti dei referendum del 12 e 13 giugno contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Il cosiddetto decreto Ronchi, infatti, obbligando le amministrazioni a privatizzare le società che gestiscono i servizi pubblici locali, non farebbe altro che mettere a sistema esperienze come quella foggiana che, francamente, vorremmo relegare a brutte vicende legate a potentati locali, ma che soprattutto vorremmo risolvere per tutelare la qualità dei servizi pubblici, del lavoro di chi li fornisce e, va da sé, per difendere i cittadini, i lavoratori e la loro salute”.

Non vorremmo che in ultima istanza – conclude il segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil – si procedesse con l’affidare all’esterno la parte più appetibile e redditizia, ovvero la trasformazione dei rifiuti, lasciando al Comune la raccolta e lo spezzamento, che per definizione sono l’aspetto più oneroso del servizio”.

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