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Economia

Ristoratori foggiani pronti ad azioni dimostrative ma con responsabilità: "Ci dissociamo da forme di disobbedienza civile"

Una delegazione capeggiata da Rino Buonpensiero, presidente Arb Foggia, oggi ha consegnato un documento al prefetto in cui la categoria chiede di conoscere le evidenze scientifiche che giustifichino la chiusura a cena in zona gialla

"Se siamo in zona gialla, come mai a pranzo possiamo stare aperti e a cena no?". È l'interrogativo alla base del documento di quattro pagine consegnato questa mattina in Prefettura a Foggia da una delegazione capeggiata da Rino Buonpensiero, presidente Arb Foggia, Associazione Ristoratori Baristi che ha aderito all'iniziativa di Tutela Nazionale Imprese che rappresenta oltre 40mila imprenditori.

La Pec è partita da tutte le regioni. Ma nelle stesse ore sono state lanciate anche altre clamorose proteste a livello nazionale. Nella galassia delle associazioni che ruota intorno al mondo Horeca, infatti, si sono configurate correnti diverse. Così il tam tam della rete ha amplificato l'azione di forza dei ristoratori pronti alla disobbedienza civile. Ma Rino Buonpensiero e gli altri ristoratori foggiani che hanno portato la lettera all'Ufficio territoriale del Governo non appartengono ai ribelli e si dissociano. "Noi anteponiamo la tutela della salute a qualunque altro discorso. Al governo diciamo: o ci date i ristori, che sono completamente inadeguati, oppure ci dovete spiegare soltanto ed esclusivamente se siamo in zona gialla - non se siamo zona arancione o rossa, nella maniera più assoluta, perché noi teniamo alla salvaguardia della salute pubblica - come mai a pranzo possiamo stare aperti e la sera no. Dopodiché vedremo, dopo i cinque giorni, se non ci danno risposta la strada da intraprendere".

Tni, Tutela Nazionale Imprese, tanto per rendere l'idea, a novembre aveva promosso la marcia a piedi dei ristoratori da Firenze a Roma. Quando parlano di azioni di protesta in caso di mancate risposte sono meno oltranzisti dei colleghi. "Noi intraprenderemo qualsiasi iniziativa sia fatta rispettando le dovute regole e anteponendo la tutela della salute pubblica, anche perché, a maggior ragione qui a Foggia, stiamo vivendo e toccando con mano l'emergenza. Se non avremo risposte e saremo in zona gialla, potremmo anche fare qualche manifestazione di protesta ma senza coinvolgere la gente. Ci assumiamo la nostra responsabilità in tutto, facendo delle piccole azioni dimostrative. Noi parliamo di responsabilità, non significa essere moderati o rivoluzionari, perché lo sappiamo essere anche noi ma deve avere un senso".

La lettera

La lettera consegnata ai prefetti di tutte le regioni d’Italia è indirizzata anche ai ministri dell'Economia Roberto Gualtieri e delle Attività Produttive Stefano Patuanelli. Ristoratori e, più in generale, operatori del comparto Ho.re.ca - che sta per Hotellerie, Restaurant e Cafè - chiedono giustizia. Le quattro pagine racchiudono il grido di dolore della categoria, ripercorrendo i mesi trascorsi dall'inizio della pandemia, e restituiscono una fotografia desolante.

Sono saltati completamenti gli schemi, l'accesso al credito ha aggravato l'indebitamento di società che potrebbero essere impossibilitate a restituire il denaro, generando in un effetto domino imminenti fallimenti. Peraltro, gli operatori sono in attesa degli indennizzi promessi a dicembre. "Oggi, avendo ricevuto mediamente come ristori solo il 2,5% del fatturato annuo, siamo ridotti alla disperazione, ci sentiamo discriminati, privati dei nostri diritti ed abbandonati".

Dati alla mano, a guardare i numeri dei casi di Covid - quintuplicati - da ottobre, la diffusione del contagio non ha rallentato la sua corsa: "I nostri sacrifici non sono serviti a nulla". Da qui, la "richiesta di chiarimenti urgenti", un'operazione verità che possa scagionare una volta per tutte gli operatori della categoria. "Le misure prese dal governo si sono dimostrate inadeguate o addirittura controproducenti. Come aggravante, nonostante il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico documentasse come non fosse da addebitare al settore Ho.re.ca la discriminante del contagio, nessuna azione correttiva è stata tentata e nessuna capacità di analisi e programmazione è emersa dalle misure adottate dal governo, mostratosi sordo al grido di allarme di migliaia di lavoratori".

Al prefetto, in quanto rappresentante territoriale del governo e garante, chiedono di "poter conoscere quei dati scientifici in grado di individuare in maniera chiara ed inequivocabile i pubblici esercizi come luoghi ad alto rischio di diffusione del contagio e sulle cui basi sono stati emanati i Dpcm ed i decreti vessatori che ci hanno imposto un insostenibile periodo di chiusura. In particolare, siamo ansiosi di conoscere le evidenze scientifiche che consentono di imporre ai ristoranti la chiusura a cena, ma non a pranzo, anche in quelle zone in cui è ufficialmente riconosciuto un basso indice di rischio contagi (zona gialla)".

In mancanza di evidenze scientifiche, chiedono al prefetto di favorire l'immediato decadimento delle limitazioni per le attività del comparto Horeca, di intercedere con il presidente della Repubblica affinché ripristini il rispetto dei principi della Costituzione e cessi ogni discriminazione nei confronti della categoria, di supportare la richiesta della proclamazione dello stato di emergenza economica con la previsione di immediati risarcimenti.

"Se non ci sarà un drastica inversione di tendenza - avvertono - nel 2021 migliaia di aziende si troveranno nell’impossibilità di far fronte a scadenze commerciali, tasse, imposte, oneri e contributi. Centinaia di fornitori, professionisti e consulenti verranno a loro volta coinvolti e migliaia di posti di lavoro saranno bruciati con conseguenze devastanti per l’intero Sistema Paese".

La lettera è firmata da Tni-Tutela Nazionale Imprese; Acs Associazione Commercianti per Salerno; A.I.O.S Palermo; Movimento Impresa Lombardia; Movimento Impresa Puglia; Passione Ho.re.ca. Puglia; Ristoratori Liguria; RistorItalia; Ristoratori Lombardia; Ristoratori Toscana; Ristoratori Veneto; Ristoratori Lazio; Ristoratori Campania; Ristoratori Puglia; Ristoratori Trentino; Veneto Imprese Unite.

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