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Economia

Qualità ambientale, Foggia sprofonda: in un anno perde 54 posizioni

L’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore

C’è un’Italia delle città che ha già cambiato passo, che gestisce il ciclo dei rifiuti come e meglio di tante altre realtà europee, che ha cambiato stili di mobilità, trovando la formula giusta per depurare gli scarichi, contenere i consumi idrici e lo sperpero d’acqua potabile, che investe sulle rinnovabili, che ha significative esperienze di rigenerazione e di rifunzionalizzazione degli spazi pubblici. L’esempio arriva in primis da Mantova (1°), Trento (2°), Bolzano (3°), Parma (4°), Pordenone (5°) e Belluno (6°), che guidano la classifica di Ecosistema Urbano 2017, dimostrando di essere città dinamiche e di credere fortemente nel cambiamento.

Il sindaco di Foggia: "Più luci che ombre"

Questa smartness, ossia questa capacità di alcuni capoluoghi di proiettarsi verso un nuovo modello urbano - più sano, più vivibile, più accessibile, più efficiente, più moderno - emerge nitidamente dall’insieme dei dati di Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente, l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo, realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore, presentato oggi a Milano.

L’indagine si base su 16 parametri divisi nelle macroaree: aria, acqua, rifiuti, energie rinnovabili, mobilità e ambiente urbano. Nella classifica generale di Ecosistema Urbano, Foggia si colloca al 70° posto (perde 54 posizioni), Taranto al 71°, Bari al 75°, Lecce al 77° mentre Brindisi è penultima al 103°. Invece, i dati delle città capoluogo della provincia di BAT non sono stati presi in considerazione perché incompleti e in alcuni casi non pervenuti. Questa volta per il capoluogo dauno "l'inversione di rotta rispetto al passato" è tutt'altro che positiva.

Dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia: “Anche nella XXIV edizione di Ecosistema Urbano emerge un quadro sostanzialmente statico nelle performance ambientali delle città capoluogo pugliesi, che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile, puntando solo ad interventi puntuali per cercare di migliorare la qualità urbana. Nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e dell’integrazione, della rigenerazione urbana e una parte della lotta ai cambiamenti climatici. Per questo è importante che siano replicate quelle esperienze virtuose, ben sintetizzate in Ecosistema Urbano 2017, capaci di coinvolgere i cittadini con scelte coraggiose, idee civili e civiche di sviluppo ed evoluzione urbana”.

Scendendo nel dettaglio, dall’esame dei tre indicatori sulla qualità dell’aria (Biossido di Azoto, PM10 e Ozono) la situazione rimane stabile a Foggia, mentre è in miglioramento a Bari. Il dato sulla dispersione dell’acqua dalla rete, ovvero la differenza tra l’acqua immessa e l’acqua consumata per usi civili, industriali e agricoli, conferma un panorama molto variegato: si passa dalla migliore performance di Foggia, anche quest’anno tra le sei città virtuose nella classifica nazionale, con l’11,2%, alla peggiore di Bari, con il 51,3%. Nel mezzo, Brindisi, Lecce e Taranto rispettivamente con il 26,4%, il 47,6% e il 44,3%. Da segnalare, però, il significativo peggioramento di Lecce, il cui dato di dispersione idrica aumenta del 20,4%. Per ciò che riguarda, invece, il consumo idrico domestico, è alto a Lecce con 151,9 litri pro-capite mentre è il più basso a Foggia con 119,8 litri, in linea con i dati dello scorso anno.  

Non diminuisce la produzione annuale pro capite di rifiuti urbani: anche quest’anno è Foggia il capoluogo che ne produce di meno, con 471 kg per abitante, con un dato comunque in aumento dell’8,5%; solo a Lecce diminuisce sensibilmente, passando da 609,9 kg a 516 kg per abitante all’anno (-15,4%). In miglioramento, invece, la raccolta differenziata in quasi tutti i capoluoghi, che però restano lontani dagli obiettivi di legge: Lecce passa dal 17% al 37% (+116,3%), Foggia dal 9% al 18% (+95,9%) e Bari dal 30% al 37% (+24%), mentre Taranto è fanalino di coda con il 16%.

ECOSISTEMA URBANO 2017: IL DOSSIER

Nel trasporto pubblico, si segnalano il miglioramento di Bari, dove il numero dei passeggeri trasportati annualmente per abitante aumenta del 20,8% (passando da 56 a 67), e il peggioramento di Foggia, dove i passeggeri scendono da 26 a 20 (-21,9%). Mentre sul tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto circolanti ogni cento abitanti, le migliori sono Bari e Taranto, mentre la peggiore è Lecce. Rispetto all’indice che misura il tasso di mortalità per incidenti stradali ogni mille abitanti, la migliore città pugliese è Taranto.

Per quanto riguarda le isole pedonali, la situazione è invariata, con Bari che si piazza in vetta ai capoluoghi pugliesi. In merito all’indice di ciclabilità, che misura i metri equivalenti di piste ciclabili ogni cento abitanti, è Lecce la migliore con 15,6 m_eq/100 abitanti, mentre Bari registra un aumento del 41,7%. Sul fronte delle energie rinnovabili, ovvero la diffusione del solare termico e fotovoltaico installato sugli edifici pubblici, fra i capoluoghi pugliesi si distingue Bari con 4,93 kW ogni mille abitanti.

L’ultimo parametro riguarda il numero di alberi esistenti in aree di proprietà pubblica ogni cento abitanti. Questo indicatore serve per tracciare un bilancio a quattro anni di distanza dall’approvazione della legge nazionale n.10/2013 sullo sviluppo degli spazi verdi urbani, che nella nostra regione continuano a scarseggiare: si va dai 10,35 alberi/100ab. di Taranto ai 18,95 di Lecce.

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