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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Manfredonia

Dolmen sul Gargano? Sul Promontorio scende in campo una task-force di esperti

Il Parco del Gargano e la Soprintendenza chiamano a raccolta il mondo scientifico. Anna Maria Tunzi: "Il sensazionalismo senza riscontro archeologico non serve"

Il Parco del Gargano e la Soprintendenza chiamano a raccolta il mondo scientifico per verificare la presenza di dolmen sul promontorio. Il presidente dell’Ente Parco, Stefano Pecorella, ha incontrato il Direttore Archeologo del Museo Nazionale di Manfredonia e Responsabile per la Preistoria della Puglia settentrionale, Anna Maria Tunzi, per un primo momento di confronto sulle numerose segnalazioni di dolmen, le strutture megalitiche di epoca preistorica che sarebbero presenti sul territorio garganico.

“Il riconoscimento del mondo scientifico sulla presenza dei dolmen sul nostro territorio - dichiara Pecorella - potrebbe essere un’importante opportunità di riportare alla luce nuovi tesori nascosti e aprire per il Gargano nuovi scenari dal punto di vista archeologico e turistico. Il Parco Nazionale del Gargano ha tra i suoi principali obiettivi la tutela e la conservazione dei beni materiali e immateriali del territorio e l’Ente è sempre pronto a fare quanto necessario per la loro valorizzazione ma occorre, prima di tutto, uno studio accurato che possa verificare o meno la presenza di tali siti e il parere inequivocabile del mondo accademico che tali costruzioni siano frutto dell’opera dell’uomo.”

Il Gargano è riconosciuto dagli studiosi come uno dei centri più rilevanti dell’era preistorica, alcuni dei siti presenti sul nostro territorio hanno una valenza archeologica di livello internazionale, come Coppa Nevigata a Manfredonia e Grotta Paglicci a Rignano Garganico. Fino a questo momento la comunità scientifica ha riconosciuto la presenza di due dolmen risalenti al II millennio a. C., a Madonna di Cristo, nel Comune di Rignano Garganico, e a Pulsano, nei pressi di Monte Sant’Angelo.

“Si dovrà attentamente valutare la concretezza delle segnalazioni pervenute – aggiunge la dott.ssa Tunzi - al fine di accertare l'esistenza di strutture realmente realizzate dall'uomo e non formatesi per cause naturali favorite dall'elevata energia geomorfologica del Promontorio. Un sensazionalismo senza alcun riscontro archeologico non serve. Occorrerà invece cercare elementi di cultura materiale che confermino la natura di tali strutture, la cui conformazione resta peraltro suggestiva e singolare".

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