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Economia Centro - Cattedrale / via Dante Alighieri

Crisi morde imprese, ma alla CCIAA di Foggia ci si divide "premio" da 220mila euro

La fetta più robusta la incassano il segretario generale Matteo Di Mauro e i due dirigenti, Antonio Santoro e Michele Villani. In via Dante Alighieri si registrano meno 1770 imprese iscritte nel 2012

La crisi morde le imprese. Ma non i dirigenti ed i dipendenti della Camera di Commercio. 220mila euro. A tanto ammonta l’ultimo “premio” che si sono divisi alla vigilia di Natale dirigenti, alte professionalità, posizioni amministrative e personale tutto dell’ente camerale di via Dante. Le somme sono state fissate nero su bianco su tre determine della segreteria generale risalenti al 19 novembre 2013, periodo in cui in Camera di Commercio imperversava la lotta intestina sulla nuova presidenza.

“Con verbale n.9 del 18 novembre – si legge nei provvedimenti - l’Organismo Indipendente di Valutazione ha valutato positivamente il positivo grado di conseguimento degli obiettivi, ritenendo possibile l’erogazione di un acconto in misura pari al 70% a valere sulla retribuzione di risultato […] peraltro richiesta dalle RSU e dalle organizzazioni sindacali, reiterata con nota del 2.10.2013”.

L’acconto del 70% è di 220mila euro circa. La fetta più robusta pro capite la incassano il segretario generale, Matteo Di Mauro ed i due dirigenti, Antonio Santoro e Michele Villani, che in tre si distribuiscono un premio di 62.122,63 euro (più di 20mila euro a testa) su un fondo complessivo 93.534 euro.

Seguono le posizioni organizzative e le alte professionalità, che incassano ulteriori 16mila euro (15.943 euro). L’ultima delibera riguarda il personale che, per aver raggiunto gli obiettivi di produttività e miglioramento dei servizi, si legge, si assegna 140mila euro circa (139.161, 87 euro) su un fondo di oltre 200mila euro.

Tutto legittimo, per carità. Anche in tempi di magra, in cui il volume delle iscrizioni – ed è un fatto certificato - cala drasticamente e le entrate della Camera di Commercio si riducono notevolmente. Come altrettanto legittima è la richiesta da parte delle imprese in forte crisi e che denunciano l’assenza di politiche di sostegno, di capire quale robusta produttività abbia raggiunto l’ente nel 2013, quali servizi a loro beneficio siano migliorati; ovvero di conoscere i criteri con cui l’Oivp ha condotto le sue valutazioni.

Nel frattempo, l’ultima trimestrale non conforta. Meno 1770 imprese in Capitanata nell’arco di un anno. Calano le iscrizioni. Se nel 2012 si  registravano 74.196 imprese iscritte all’ente di via Dante, nel terzo trimestre del 2013 il dato scende a 72.426. Un taglio netto di 1770 imprese che, per l’ente camerale, non esistono più. Le casse dell’ente di via Dante riducono i loro volumi. Il comparto produttivo, ossatura dell’economia provinciale, si sta sgretolando. 

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