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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Manfredonia

Divieto di balneazione a Manfredonia, l'allarme dei mesi scorsi e il disinteresse della politica

Dura nota del consigliere provinciale e comunale Pasquale Cataneo, che mette Comune di Foggia e Provincia di fronte alle proprie responsabilità. "Ciclo integrato dell'acqua e divieto balneazione due facce della stessa medaglia"

Eccoci quasi alla fine della stagione estiva ed è arrivato, dopo le analisi svolte dall’ARPA, il divieto di balneazione, durato tre giorni, per un ampio tratto di mare sipontino di fronte alla foce del Candelaro. Dopo la revoca di ieri da parte del Comune di Manfredonia non rimangono che le imprescindibili considerazioni rispetto alle cause di tale deleteria situazione derivante dalla gestione non adeguata del ciclo integrato dell’acqua che, dopo aver provocato penuria di risorsa idrica con invasi non realizzati (es. diga Piano dei Limiti), dispendio di acqua potenzialmente riutilizzabile per l’uso irriguo per la mancanza di impianti di affinamento delle acque reflue, ha causato insicurezza, unitamente a quella nell’ambito agricolo che si registra quando si utilizza l’acqua depurata ma non affinata prelevandola dal torrente Candelaro con motopompe ed irrigando i campi, anche in ambito balneare. I divieti di balneazione si pongono quindi l’obiettivo di tutelare la salute pubblica ma diventano, nel contempo, anche la causa che provoca danni ai non più bagnanti ed agli operatori turistici e commerciali, come in questo ultimo caso, del litorale sipontino ed anche ai proprietari di immobili nella stessa zona.”

“Siamo purtroppo a riscontrare pure in questo ambito che, come quello dei rifiuti, come al solito, non si affrontato per tempo i problemi essenziali per i cittadini. Pur avendo denunciato da tempo questa precaria e non adeguata situazione del ciclo integrato dell’acqua sia a livello comunale (da parecchi anni e con proposte al riguardo come la deliberazione del Consiglio comunale di Foggia n.32/2017 rimasta inevasa) sia in ambito provinciale foggiano (l’ultima contestazione nello scorso mese di gennaio con la partecipazione ad un incontro in Provincia con la presenza dei rappresentanti di Acquedotto Pugliese) – dichiara Pasquale Cataneo consigliere comunale e provinciale di Foggia- ci siamo ritrovati a subire, per l’ennesima volta ed in modo evidente, uno degli effetti deleteri della non adeguata gestione del ciclo idrico, confermata dai risultati delle ultime analisi dell’ARPA, soprattutto delle fasi di depurazione e affinamento, delle acque reflue rivenienti dai depuratori che defluiscono nel torrente Candelaro. A nulla o a poco è valso aver dichiarato in merito a gennaio u.s., alla fine delle feste natalizie, quanto segue:…. “in attesa di interventi legati agli invasi, oltre a quelli sul risparmio idrico, sempre più utili e necessari, gli altri che possono avere effetti più rapidi, in termini di maggiore disponibilità di risorsa idrica, sono quelli legati al recupero delle acque reflue ed il loro uso, in ambito irriguo, risparmiando l’acqua presente negli invasi per l’uso potabile ed innalzando la sicurezza alimentare e la qualità delle acque di balneazione”; ……siamo giunti alla fine dell’estate con il problema non risolto anzi acuito.”.

Prima o poi i nodi vengono al pettine. Essere consapevoli che il livello di responsabilità della politica non può non affrontare le questioni serie, di maggiore interesse per il presente ma anche per il futuro, come in questo ambito, fondamentali per la vita quotidiana delle popolazioni amministrate e dell’interso sistema socio-economico come ad esempio quello del ciclo integrato quello dei rifiuti e dell’acqua. Essenziali i controlli, unitamente alle attività ed agli investimenti per chiudere il ciclo dell’acqua migliorando le fasi di collettamento e convogliamento, depurazione ed affinamento, con il riutilizzo, ad esempio in agricoltura e negli impianti produttivi. Ciò, se realizzato compiutamente, ha effetti positivi generali sull’ambiente ed in particolare sul corretto utilizzo e risparmio della risorsa idrica, sulla sicurezza alimentare e balneare, per la tutela e valorizzazione del settore turistico e delle attività correlate, del patrimonio demaniale (spiagge, arenili, torrenti, ecc. ) e privato (terreni senza problemi di irrigazione e immobili in località turistiche non svalutati). E’ quindi un tema con risvolti molteplici e sicuramente utili al bene pubblico e ai cittadini amministrati.

Purtroppo -sottolinea il rappresentante dell’assise consiliare foggiana Cataneo-l’Amministrazione comunale a Foggia, per esempio, sembra che non riesca a comprendere l’importanza della questione, pur se inserita nel programma elettorale del centrodestra, e, fatto ancor più grave, perché non ha dato seguito alle proposte di indirizzo che, in merito, hanno assunto prima la forma di mozione e poi di delibera approvata, da oltre un anno, dal Consiglio comunale! Nulla. Nessuna risposta, nessuna relazione a cura dell’assessore competente, sui punti salienti dell’atto amministrativo, come ad esempio i controlli o la partecipazione alla manifestazione di interesse ad un apposito bando regionale che poneva a disposizione risorse finanziarie dedicate ad impianti di affinamento delle acque reflue, a valle dei depuratori (ad esempio di via Castiglione e in zona ASI), utili e necessari per affrontare tale problema con misure non solo emergenziali. Alla ripresa delle attività delle Commissioni consiliari dl Comune di Foggia -conclude il consigliere al primo mandato amministrativo ed in palese diatriba politica con l’attuale Amministrazione per il venir meno degli impegni su questa ed altre questioni programmatiche- proporrò ai colleghi consiglieri una nota sull’argomento, da inviare alla Prefettura ed ad altri Enti per eliminare anche l’alibi a chi finora non ha operato sull’argomento pur essendo stato investito dal Consesso contribuendo a questi effetti deleteri registrati a valle dei depuratori. A livello provinciale invece, prospetterò al Presidente ed ai colleghi consiglieri un approfondimento specifico e la discussione della questione prima in Consiglio provinciale e poi con il possibile ed auspicabile coinvolgimento dell’Assemblea dei Sindaci per fare il punto delle situazione dell’intera Capitanata. Rinnovo infine l’invito a chi, amministratore pubblico e/o rappresentante di enti o aziende interessate. non ha, finora, mostrato adeguato interesse sul tema, di ritrovare attenzione corale e porre in essere azioni collettive condivise per affrontare e risolvere la questione ed evitare di perdere ancora tempo, acqua e risorse provocando problemi ai cittadini e danni agli operatori economici.”

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