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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Peschici

Garganica in salita, il nodo Peschici: scartate tre ipotesi su quattro

La comunità non si accontenta della nuova rotatoria in località Mandrione, ma preferirebbe le alternative che prevedono uno svincolo più vicino al centro abitato. E dalla valle arriva lo stop alle due ipotesi più aderenti alla morfologia del territorio

“Su quattro ipotesi, abbiamo raggiunto l’intesa di lasciare ampia libertà di scelta a chi ha il compito di progettare: tre ci soddisfano appieno, escludendo una sola ipotesi, la 1A, solo perché rispetto alle altre è meno utile, perché avremmo lo svincolo per Peschici a Mandrione, che quasi vanificherebbe l’opera stessa per quel che riguarda il nostro territorio”. La comunità di Peschici si è portata avanti con il lavoro e non si è fatta cogliere impreparata: all’incontro informativo territoriale del dibattito pubblico sulla ‘Garganica’ del 26 gennaio, il sindaco Francesco Tavaglione, facendosi portavoce di cittadini, associazioni, commercianti, operatori turistici e mondo imprenditoriale, ha anticipato l’orientamento generale.

La settimana scorsa, in una serie di riunioni preliminari, non si è limitato a sondare l’opinione sull’opportunità dell’opera, ma si è spinto anche in una valutazione dei percorsi più adatti e più utili per Peschici. “Ho trovato un terreno molto fertile, molto sensibile, anche perché, quotidianamente, questa gente sconta le difficoltà degli spostamenti”.

Il ‘nodo’ Peschici: le rotatorie nelle quattro alternative

Peschici, in pratica, tende a scartare una delle due soluzioni presentate nel precedente incontro come meno “invasive” e meno “tortuose” (per quanto abbiano una forte incidenza di gallerie e viadotti), per una questione di convenienza e utilità: tutte le altre alternative contemplano una rotatoria più vicina al centro abitato. L’ipotesi 1A prevede, invece, solo quella che i progettisti chiamano “la nuova rotatoria di Peschici”, in località Mandrione.

Per comprendere meglio la filosofia che ha ispirato la scelta dei peschiciani, bisogna addentrarsi nelle caratteristiche tecniche dei tracciati, illustrate nel dettaglio dall’ingegnere Elena Bartolocci dello studio Sintagma, mandatario del gruppo di progettazione che comprende sei società di ingegneria: “La differenza sostanziale tra la 1A e la 1B è che la 1A parte dalla prima rotatoria di Vico del Gargano e termina nella rotatoria di Peschici, senza avere mai connessioni intermedie; mentre la 1B ha una rotatoria centrale, migliore per l’accesso a Peschici, altrimenti sarebbe necessario tornare indietro. La 1B, peraltro, ha un ulteriore vantaggio a livello di cantierizzazione, perché può essere suddivisa in due stralci funzionali: è possibile immaginare di realizzare il primo tratto, e una volta aperto, continuare a utilizzare la vecchia strada esistente fino alla realizzazione del secondo tratto”.

Questa soluzione comporterebbe tre anni di lavori. Si estende per 10,3 chilometri e comprende 11 gallerie lungo 3,6 chilometri e 8 viadotti per 3,3 chilometri. Il costo stimato dell’intervento è di 276 milioni di euro.

“La 1C e la 1D – ha proseguito l’ing. Bartolocci - sono state progettate con l’intento di seguire la morfologia del terreno abbastanza impervia”. L’asse 1C è più tortuoso, con raggi di curvatura più piccoli, pendenze più elevate, “però ci sono tre rotatorie locali. L’asse 1D, nasce con la filosofia della 1C: è un po’ una via di mezzo tra il tipo B e C”.

In tutti i casi, è una strada di categoria C, con carreggiate da 3,75 metri, 1,50 di banchina e un ingombro totale di circa 10,50 metri.

Incrociando le istanze della comunità di Peschici, comprese le resistenze degli abitanti della valle emerse in fase di dibattito, e le risultanze degli studi, l’impressione è che, se si dovesse tenere conto di tutte le esigenze, si dovrebbe optare per la soluzione 1B.

Gli itinerari della ‘Garganica’ di Peschici

La prima parte informativa ha ricalcato il precedente incontro a Vico del Gargano, con qualche ulteriore elemento che vale la pena menzionare. In questo caso, il tratto di interesse va da Vico a Vieste e comprende l’itinerario 1, tra Vico e lo svincolo di Peschici, interamente di nuova realizzazione, con quattro ipotesi progettuali, e l’itinerario 2, tra gli svincoli di Peschici e Vieste, che però non viene indagato più di tanto, perché agisce sullo stesso corridoio già impegnato dalla strada esistente.

Nel secondo tracciato, in pratica, è previsto l’adeguamento della SS89 “con due interventi importanti di correzione di curve più o meno a metà del tracciato”, come ha spiegato meglio l’architetto Alessandro Bracchini, anche lui professionista dell’Ati incaricata della progettazione. La definisce, più che altro, una manutenzione straordinaria della viabilità, con una nuova “piccola” galleria di 141 metri.

Seduto accanto al sindaco, nell’auditorium di Peschici, l’ingegner Vincenzo Marzi, responsabile della struttura territoriale di Puglia per Anas e nominato commissario di Governo per l’attuazione della grande opera, a fine incontro dirà di aver apprezzato i contributi del pubblico che saranno tenuti in debita considerazione.

Anche questa volta, all’architetto Giovanni Magarò di Anas (Staff Direttore Operation e Coordinatore Territoriale), spetta il compito di inquadrare l’opera e illustrare l’intervento in termini di miglioramento dell’accessibilità, della sicurezza e di riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico, in conseguenza del dirottamento del traffico e del decongestionamento della litoranea e delle strade costiere.

L’impatto ambientale in forma ‘notarile’

Dopo il primo incontro, l’Ati prova ad aggiustare il tiro. “Questo studio ambientale – avverte l’architetto Alessandro Bracchini - non è una Via, non è una Vas, non è una Relazione paesaggistica". Per dirla con Magarò, con una forma ‘notarile’, “è stata fatta una ricognizione di tutti i vincoli esistenti e quindi delle interferenze e degli impatti”. A seconda della soluzione prescelta, si affronteranno, poi, specifici studi di dettaglio.

Le diverse ipotesi progettuali sono state “pesate” dal punto di vista dell’impatto che determinano sul paesaggio. Rispetto al primo incontro, i progettisti si sono sbilanciati forse meno sul confronto delle diverse alternative. “Lo studio ambientale – si legge nelle conclusioni dell’architetto Bracchini - ha accertato che tutte le soluzioni indagate determinano impatti più o meno rilevanti sul sistema dei vincoli e sulle aree naturali protette; che gli impatti prevedibili sono tutti mitigabili e/o compensabili attraverso gli studi specialistici previsti dalle norme di tutela e protezione (Via-Vas-Vinca-Relazione Paesaggistica) che dovranno accompagnare la successiva fase progettuale”.

Domande e risposte: dai disagi dei cantieri alle resistenze della vallata

Avventua Urbana srl, soggetto terzo incaricato di coordinare il dibattito pubblico, ha raccolto ben 25 domande oltre a tutta una serie di commenti, sintetizzati in nove punti, e sei partecipanti hanno chiesto di prendere la parola da remoto e in sala. Il coordinatore Alberto Cena, peraltro, in apertura dei lavori, aveva fatto sapere come fosse arrivato un primo quaderno degli attori, un contributo scritto compilando il form.

Qualcuno si è mostrato scettico sulle ragioni dell’opera: a parte la sicurezza stradale, non ravvede benefici in termini di riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico, per esempio. Altri si sono concentrati sul ‘nodo’ di Peschici e hanno chiesto maggiori informazioni sui criteri di progettazione degli accessi nelle diverse alternative, chiedendo perché sull’itinerario 1A non fosse stato pensato uno svincolo più vicino. A rispondere è l’architetto Magarò: “Si può pensare se, in ragione dei flussi di traffico, possa essere più significativo favorire il centro abitato di Peschici o piuttosto i flussi di traffico che sono destinati alle località turistiche distribuite sul tratto di costa tra il centro di Peschici e Vieste, quindi la scelta di attestarsi sul nodo del Mandrione con la soluzione 1A”.

Rassicurazioni sono arrivate anche in merito all’impatto che avranno i cantieri e agli eventuali disagi che subirà il Gargano durante i lavori: “La maggior parte di queste soluzioni non interferisce con la viabilità esistente”. Secondo il cronoprogramma, i tempi, per quanto variabili da una soluzione all’altra, hanno una durata massima di circa 4 anni e mezzo. Nel caso in cui venga scelta una delle soluzioni 1C e 1D, di volta in volta, anche di concerto con le amministrazioni e quindi in forma partecipata, “si troveranno delle soluzioni per la gestione dell’interferenza con il traffico tutte le volte che si verificherà l’intersezione con la viabilità esistente”. Nel caso dell’itinerario 2, durante l’adeguamento della SS89, si cercherà di mitigare il disturbo “creando una sorta di viabilità alternativa”, che poi diventerà la viabilità di servizio.

Alcuni preferirebbero conoscere anche l’opinione tecnica di naturalisti, geologi, agronomi e paesaggisti , altri si domandano come si intenda superare il divieto espresso nell’articolo 4 lettera G del decreto istitutivo del Parco per opere di mobilità che non siano strade interpoderali e forestali in zona 1. C’è chi domanda se si per caso si possa realizzare un tracciato più ampio per una possibile ferrovia parallela in futuro, Magarò lo esclude: “La prospettiva di avere esattamente sullo stesso corridoio entrambe le infrastrutture, con questa orografia e con queste caratteristiche di tipologia di strada, non la vedo percorribile”.

Gli automobilisti non dovranno rinunciare a scattare una foto nei punti panoramici. “Anche la nuova strada, così come i precedenti tracciati, può presentare nuove cartoline sul paesaggio del Gargano e saranno attentamente studiati spazi di sosta per la fruizione”.

Ha ribadito la sua tesi sull’incidentalità elevatissima in presenza di lunghi rettilinei, già presentata nel precedente incontro, l’ingegnere Marco Martens, che ha chiesto di intervenire questa volta con l’ausilio di slide ‘choc’: “Se si fanno le strade dritte senza separazione di carreggiata, andando a 90-100 all’ora si muore di frontali. Le strade con le soluzioni 1A e 1B sono pericolose”. Mostrando anche la matrice multi-criteri con i semafori, metodo che aveva suggerito di utilizzare, deduce che “globalmente,  la 1C è nettamente la migliore perché si salvano vite umane”. Magarò precisa: “Non è solo un rettifilo”.

Un altro tema molto sensibile per il territorio è stato introdotto da Thomas Losito: il pericolo di incendi. L’attraversamento di aree boschive, dal suo punto di vista, richiederebbe un approfondimento e ulteriori valutazioni. “Al contrario – ha risposto il sindaco - ritengo che, paradossalmente, si potrebbe intervenire con più facilità sugli incendi”.

Fa il paio con la considerazione di Stefano Biscotti sull’alluvionabilità della piana di Peschici, in riferimento alla zona valliva dei canali Ulso e Chianara. Ha informato il gruppo di lavoro che l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, a seguito dell’alluvione del 2014, ha redatto un modello bidimensionale di allagabilità. “Le soluzioni 1 A e 1 B – ha osservato - intersecano la zona di sedime della vasca di laminazione che sarà realizzata a seguito del finanziamento del terzo lotto della messa in sicurezza del canale Chianara”. Anche nel caso della realizzazione del nuovo depuratore, la viabilità adiacente alla futura vasca di laminazione viene intersecata dalle due soluzioni progettuali. Sono interferenze che andranno tenute in considerazione nella progettazione più avanzata.

Collegata in videoconferenza anche la deputata M5S Marialuisa Faro, che si è detta molto colpita dalle osservazioni: “Io sono, tra virgolette, la promotrice di quest’opera. Insieme al sindaco di Peschici ci siamo battuti molto per iniziare a mettere in pratica quello che da anni dicevano di fare”.

Passa quasi inosservato un intervento che, invece, vale una bocciatura secca di due alternative e arriva dalla comunità che abita la vallata: “Le ipotesi progettuali 1C e 1D porterebbero tutto il traffico all’interno, nella vallata, che negli ultimi decenni ha subito un’antropizzazione notevole. Le due ipotesi progettuali andrebbero ad impattare irrimediabilmente sul territorio”.  Maria Antonietta Fasanella sente di parlare a nome di tutti gli abitanti della valle e chiede di valutare attentamente queste due ipotesi che considerano addirittura pericolose: “Siamo abbastanza allarmati anche solo al pensiero di valutare queste ipotesi, perché distruggerebbero tutte le attività sia agricole che turistiche”.

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