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Economia

Cislaghi Prc: “Spaventa il debito, voci parlano di 100 milioni di euro”

"Vogliamo la verità, perché il rientro dai debiti pubblici sarà pagato dalle famiglie che sono già sulla soglia di povertà"

Ancora una volta il segretario del circolo “Che Guevara” di Foggia non risparmia critiche all’operato del sindaco Mongelli, colpevole a suo dire di aver attribuito la delega allo Sport al consigliere Dell’Aquila “in cambio di un sostegno acritico alla maggioranza”. Ma a preoccupare l’esponente del Prc “è l’ammontare del debito che comincia a circolare nei corridoi di Palazzo di Città, una cifra compresa tra i quaranta e i cento milioni di euro”.

Cislaghi non ci sta e vuole vederci chiaro. Per questo chiede al primo cittadino di rendere pubblica la “manovra di riequilibrio” da presentare entro il 20 febbraio alla Corte dei Conti regionale e di ricostruire la cronistoria del debito pubblico. Il segretario non risparmia accuse specifiche nei confronti dell’amministrazione comunale sulle gestioni dei rifiuti e del verde pubblico e della manutenzione delle strade: “Si doveva risparmiare per evitare che la verità sul debito comunale divenisse di pubblico dominio”

GIORGIO CISLAGHI | Con l’attribuzione della delega allo Sport al consigliere comunale Dell’Aquila, la stessa esercitata nelle giunte Ciliberti, è venuto meno anche il primo, e vincolante, impegno preso dal sindaco Mongelli con i cittadini: mai nessun incarico a chi ha avuto incarichi nelle giunte Agostinacchio e Ciliberti. Ma con questa nomina viene meno la pretesa discontinuità con le giunte che hanno portato Foggia all’ultimo posto, per vivibilità, tra i capoluoghi di provincia italiani.

Delega che è attribuita mentre la giunta comunale è impegnata a definire la manovra di riequilibrio dei conti comunali in seguito alla richiesta di aderire alla legge “salva città” e, per questa concomitanza, forte è il sospetto che questa sia stata data in cambio di un sostegno acritico alla maggioranza, ormai solo numerica, che sostiene la giunta Mongelli e completa una spartizione, fatta con il manuale Cencelli, delle deleghe assessorili detenute dal primo cittadino. Quello che spaventa è l’ammontare del debito che comincia a circolare nei corridoi di Palazzo di Città, una cifra compresa tra i quaranta e i cento milioni di euro, ammontare che, se vicino ai cento milioni, permetterebbe di evitare la dichiarazione di dissesto solo a prezzo di altre “lacrime e sangue” per i prossimi dieci anni.

Rifondazione Comunista sin dal primo giorno della consiliatura ha chiesto di far luce sull’ammontare del debito comunale e su come sia stato possibile accumulare lo stesso in, relativamente, pochi anni. Ci era stato assicurato, a fine 2009, che l’ammontare dei debiti non superava i 70 milioni e, a fronte di questo dato, abbiamo chiesto di evitare la dichiarazione di dissesto finanziario ritenendo che fosse possibile rientrare dai debiti in tre anni, garantendo servizi pubblici e tutele sociali adeguati.

Anche su questo il sindaco Mongelli non ha detto la verità perché, oggi, l’amministrazione comunale dopo avere ridotto l’indebitamento di circa cento milioni, trenta in più delle più pessimistiche previsioni, ne ha ancora altrettanti da ammortizzare. Ora capiamo il perché degli accorati appelli fatti dalla Corte dei Conti regionale che invitavano l’amministrazione a dichiarare il dissesto (con abbattimento del 60% del debito) per evitare un esborso insostenibile per la comunità.

A giorni, con il dato certo dell’ammontare del debito, sarà chiaro perché non si è potuto assicurare la “cura e manutenzione del verde pubblico”, perché non si è potuto assicurare la “manutenzione stradale” con, almeno, la copertura delle buche, perché non si è potuta garantire la “pubblica illuminazione”, perché abbiamo subito la peggiore “emergenza rifiuti” da Natale a fine gennaio: si doveva risparmiare per evitare che la verità sul debito comunale divenisse di pubblico dominio.

Se è vero che le manovre economiche dei governi Berlusconi (sostenuto dal PDL e Lega) e Monti (sostenuto da PD, PDL e UDC) hanno tagliato i trasferimenti al Comune di Foggia per circa 20 milioni, altrettanto vero è che le aziende partecipate, ATAF e la fallita AMICA, hanno continuato a produrre debiti (circa 6 milioni l’anno AMICA, costi della discarica esclusi, mentre ATAF usa i 3 milioni di utile della sosta tariffata per rientrare dal debito accumulato).

Sperando sia smentita la cifra di 100 milioni di debito, chiediamo a Mongelli di rendere pubblico quanto prima l’ammontare del debito comunale, e la “manovra di riequilibrio” conseguente, da presentare entro il 20 febbraio alla Corte dei Conti Regionale. Chiediamo, senza speranza di essere ascoltati, che sia ricostruita la cronistoria del debito pubblico perché vogliamo capire in quali periodi si è accumulato, sperando, senza certezza, che da giugno 2009 non vi siano state spese “fuori bilancio”.

Vogliamo tutta la verità perché gli inevitabili aumenti delle tariffe comunali (TARES +0,30 euro a metro quadro) e delle tasse comunali (IMU +0,5 per mille) graveranno su tutte le famiglie foggiane, perché il rientro dai debiti pubblici sarà pagato dalle famiglie che sono già sulla soglia di povertà, come da leggi volute dai governi PD, PDL e UDC, e i responsabili di questo disastro economico-sociale devono essere identificabili e, se possibile, perseguibili.

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