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Economia

Gioco d’azzardo: nel Foggiano numeri da capogiro, consumati 520 milioni nel 2012

Numeri che però non tengono conto dei giochi on line. Poco meno di 1000 gli esercizi autorizzati in provincia di Foggia

Il gioco d’azzardo non è un gioco, ma una realtà sconcertante. Un’emergenza di cui bisogna tener conto, che rovina persone e spezza famiglie. I numeri sono da capogiro. Pari a ben tre manovre finanziarie.

Due milioni gli italiani che hanno letteralmente svuotato il portafogli nel 2012. 90 miliardi gli euro andati in fumo. La Capitanata non resta in coda: 520 milioni di euro il consumo (lordo) del gioco d’azzardo l’anno scorso, pari al 5.77% del PIL. Mediamente ogni foggiano ha speso 778 euro tra slot machines, scommesse, video poker. Ed il dato non tiene conto dei giochi on line, difficilmente disaggregabili.  

I numeri dell’emergenza sono diffusi dalla Consulta Nazionale Antiusura, a cura di Maurizio Fiasco, sociologo romano ed esperto a livello nazionale del fenomeno, invitato a relazionare oggi a Palazzo Dogana nell’ambito del convegno voluto dalla Fondazione Antiusura “Buon Samaritano” e dal SERT dell’Asl di Foggia “La seduzione del gioco d’azzardo, tra patologia e recupero”.

Una giornata di studio che ha messo a confronto autorevoli esperti di un problema che sta straripando nelle famiglie, uccidendo valori ed affetti. E lo Stato, col suo lessico illusorio e la legalizzazione degli strumenti, non è immune da responsabilità nell’allargamento, a dismisura, dell’esercito di chi coloro che entrano nel vortice dell’azzardo. “Gente che non frequenterebbe mai una bisca clandestina trova del tutto normale tentare la fortuna in una tabaccheria o in una sala scommesse qualunque” fa rilevare Fiasco.

In tutta la Puglia sono 6547 gli esercizi autorizzati, poco meno di mille in Capitanata. La Puglia è leader anche nel numero dei mini-casinò: 2,5 ogni 100 mila abitanti e sale al quarto posto in Italia per numero di studenti con patologie legate al gioco d’azzardo.

Perché dalla realtà ormai non si sfugge: il gioco d’azzardo è una patologia vera e propria e solo oggi se ne riconosce la dipendenza. Depressione, suicidi, divorzi, usura. Perché è a questa che si ricorre quando si entra nel vortice e ci si è giocati tutto ciò che ci si poteva giocare.

Lo strozzinaggio è alimentato a dismisura dal fenomeno. La sola  Fondazione Buon Samaritano, guidata da Pippo Cavaliere, ha elargito sino ad oggi qualcosa come 8milioni di euro per aiutare coloro che sono incappati nella rete del gioco e delle sue seduzioni fatali.

Ma la presenza dell’Asl, col direttore generale Attilio Manfrini, e di psicologi clinici come Cesare Guerreschi sta a confermarne che uscirne si può. E la guarigione passa anzitutto attraverso l’ascolto e la diffusione di stili di vita che propinino un uso responsabile del denaro. Ad oggi sono 3 milioni gli italiani a rischio di gioco patologico.

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