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Economia Orsara di Puglia

I matrimoni nel bosco dopo il lockdown. Peppe Zullo resiste con un'idea di libertà: "Il peggio passa e il bello arriva"

Secondo il cuoco-contadino di Orsara, la nuova tendenza del wedding sarà rappresentata dalle cerimonie all'aperto. Ha già allestito e testato gli spazi nelle sue tenute. Come nelle favole. La sua è una ventata di ottimismo: "Il peggio passa e il bello arriva"

A ottobre il tintinnio dei calici e l'evviva agli sposi ha risuonato per l'ultima volta nella casa di vetro. Il primo novembre, Peppe Zullo ha spento le luci sfavillanti ed è calato il silenzio nelle sue tenute da favola. A Villa Jamele e Nuova Sala Paradiso, incastonate nei Monti Dauni, il tempo si è fermato.

Eppure il cuoco-contadino di Orsara non ha perso la solita verve, la scintilla e il sorriso contagioso sotto i baffi. "In questo momento non dobbiamo essere positivi ma ottimisti". E se la ride. Gran cerimoniere, firma da sempre matrimoni d'autore. Vulcanico, sembra restituire i ritmi e la resilienza della natura che assorbe per osmosi. Passerà.

Negli immensi prati di Villa Jamele si sente solo il rumore del tagliaerba, immagine che da sola rende l'idea di quanto costi mantenerla. Il concetto di cura, del resto, è insito in giardini, orti e vigneti nel regno del 'messicano', appellativo che gli hanno cucito addosso per i suoi trascorsi oltreoceano, ambasciatore dei prodotti della terra nel mondo che invece di cedere alla tentazione da chef star testimonial di se stesso ha sempre fatto brillare gli ingredienti.

Non ha riaperto per la ristorazione in zona gialla. "Per una scelta di sicurezza e di rispetto nei confronti degli ospiti e dei collaboratori siamo chiusi totalmente dal primo di novembre, non abbiamo più riaperto". 

La sua ultima trovata è un matrimonio da sogno: sposarsi nel bosco. Ha allestito lunghe tavolate di legno, perfettamente integrate nell'ambiente circostante, e un altare per celebrare il rito civile, "giù" a Villa Jamele, come dice il padrone di casa dal cocuzzolo di Orsara. Riparte dai ricevimenti di campagna, è la sua risposta post lockdown.

"Rende un senso di libertà e noto che la gente ha questo forte desiderio, ne ha bisogno. Al di là dell'aspetto economico, questa pandemia ha indubbiamente avuto ripercussioni a livello psicologico. C'è tanta voglia di libertà, di spazi all'aperto, di verde".

Prova a non pensare alle spese, e la sua carica è un'iniezione di fiducia: "Siamo pronti a ripartire", esclama con tutto l'entusiasmo che ha. È già ora di tirare fuori i sombreri perché torneranno anche le spaghettate: "Naturalmente, quella non può mancare", e ride di gusto.

Come cambieranno i matrimoni post Covid?

Al di là del futuro, mi concentro su quello che stiamo vivendo adesso. A Villa Jamele abbiamo oltre 100mila metri. A parte l'orto, il vigneto e i frutteti, abbiamo un gioiello che è il nostro bosco dove abbiamo organizzato uno spazio dedicato al matrimonio. E riscontro un particolare interesse in questo momento, fondamentalmente perché dopo tutto il tempo che siamo stati chiusi in casa c'è tanta voglia di verde, di aria, di spazi, e io credo che la tendenza sarà verso questa tipologia di matrimonio, con grandi spazi, tanto verde e libertà di movimento.

Quanti matrimoni sono saltati dall'inizio della pandemia?

Tanti, specialmente l'anno scorso, perché poi, diciamoci la verità, rimandi una volta, due, poi c'è chi si lascia, chi non si sposa più, chi va a convivere. È saltato un 30-40% di matrimoni. E dovremo vedere se li recupereremo e come li faremo. Direi anche di più, un 50%, però, come si dice, i conti si fanno alla fine. Al di là dei matrimoni, c'è tutto l'altra tipologia di eventi, anniversari, comunioni, di feste di laurea per esempio ne abbiamo perse tante.

Gli sposi chiamano ancora?

Tutti i giorni, c'è gente che ha voglia di sposarsi. Io sono ottimista. A maggio, almeno da quello che si dice, dovremmo ricominciare e speriamo che non ci rimandino un'altra volta a settembre.

Più o meno quante coppie hanno già opzionato una data?

L'anno scorso abbiamo fato solo il 10-15% dei matrimoni preventivati e si sono accumulati. Molti stanno posticipando anche al 2022. Ce ne sono parecchi, specialmente nel periodo natalizio, a gennaio e fino a febbraio. Ieri, per esempio, una coppia ha chiamato per il 2022. La gente sta aspettando di capire con il vaccino e il cambio di stagione se ci liberano, c'è un momento di stand-by in attesa di farsi un'idea più precisa.

I matrimoni al Sud, per antonomasia, sono particolarmente affollati. Come sono state le ultime cerimonie con le restrizioni relative al numero degli invitati?

Di matrimoni con pochi invitati prima ne facevamo anche qualcuno, attualmente non sono economicamente sostenibili. Da noi, per fortuna, c'è ancora l'usanza della festa, si invitano amici, parenti, qualcuno ha dovuto ridurre, tagliare e diventa anche difficile gestire una situazione di questo genere.

In questi mesi, nonostante la chiusura, ha dovuto sostenere i costi di strutture molto grandi. È stato un bello sforzo...

È uno sforzo economicamente importante e non è che ci sia stata una grande attenzione da parte di chi ci dovrebbe dare una mano. Parliamo di costi generali, tutte le utenze e poi sono strutture che hanno bisogno di manutenzione. Adesso ci stiamo occupando del verde. Abbiamo 30mila metri di prato. Però, non ci pensiamo, siamo pronti ad aprire!

Pensa che saranno imposte ulteriori misure particolari per ricominciare?

Credo proprio di sì. È anche giusto che sia così, però mi auguro che piano piano si riesca a individuare soluzioni che ci permettano di trovare anche un equilibrio economico. Se tu hai uno spazio di 100 metri e metti 50 persone può essere anche redditizio, ma se te ne fanno mettere 10 no. È chiaro che bisognerà andare avanti piano piano e a seconda del rischio. Dal mondo arrivano notizie piuttosto incoraggianti, stanno riaprendo. Bisogna riaprire in sicurezza.

Aumenteranno i costi dei matrimoni?

Questo è un mercato fortemente concorrenziale, adesso forse ancora di più, di conseguenza io non cedo. Sicuramente i costi aumenteranno per noi.  

Ha sempre avuto inventiva da vendere, fantasia e ottimismo. Tanti suoi colleghi sono scesi in piazza. Qual è la ricetta per superare la crisi della filiera del wedding?

Il momento è critico, anche perché siamo bloccati oramai da tredici mesi, al di là di quel momento in cui ci hanno fatto operare durante l'estate, è veramente difficile. Però io dico anche che piangersi addosso non serve a niente. Bisogna resistere ma con la speranza che effettivamente diano un'attenzione, degli aiuti per superare il momento, perché io credo che una volta superato - sono storie successe già nel passato - passerà e ritorneremo alla normalità. Sono ottimista, perché il peggio passa e il bello arriva.

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