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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Bocciata la dirigente che aveva chiuso le scuole d'infanzia comunali: l'errore di valutazione le costa uno zero in pagella

Giudizio impietoso nella Relazione della performance 2021 sul conseguimento dell’obiettivo della riorganizzazione della rete educativa e scolastica a Foggia

La chiusura di tutte le scuole dell’infanzia comunali e dell’asilo nido ‘Tommy Onofri’, disposta a dicembre del 2021 con una delibera poi revocata, è stata proposta alla commissione straordinaria che gestisce il Comune di Foggia "sulla base di valutazioni meramente meccanicistiche (pochi alunni = chiusura scuole), prospettate sommariamente dal dirigente senza una doverosa, preliminare ed approfondita analisi di contesto e di prospettiva, fatto che denota il mancato riconoscimento, da parte della dirigente, della valenza strategica dell’istruzione sotto il profilo educativo, sociale, civile e relazionale, fonte di crescita e di sviluppo di una comunità. Infatti, diversamente, non sarebbe stata proposta, come invece avvenuto, la chiusura anche di scuole in quartieri degradati e ad elevato rischio di marginalità sociale”.

È implacabile la valutazione della performance redatta dal dirigente del Servizio Controllo di Gestione del Comune di Foggia, il segretario generale Maria Giuseppina D’Ambrosio, che stronca la collega Silvana Salvemini, e addossa all’allora dirigente del Servizio Pubblica Istruzione tutte le responsabilità della “erronea valutazione” e delle “accertate criticità” in ordine alla determinazione di chiusura delle scuole. Equivale ad uno zero in pagella: la valutazione sulla predisposizione e presentazione della riorganizzazione delle scuole materne comunali è negativa.

“L’obiettivo non risulta raggiunto, posto che con l’adozione della deliberazione per la chiusura delle scuole dell’infanzia, la dirigente evidenziava una situazione ben diversa da come riscontrata in esito a mirate verifiche – si legge nella Relazione della performance 2021 - Infatti, a seguito di una proficua interlocuzione con l’Ufficio Scolastico Regionale, è stato riscontrato che, a differenza di quanto prospettato dalla dirigente, il numero degli alunni iscritti alle scuole comunali era assolutamente in linea con quello degli alunni delle scuole paritarie. Non solo, ma la chiusura disposta dalla Commissione di tutte le scuole dell’infanzia comunali e dell’asilo nido ‘Tommy Onofri’, non è risultata affatto in linea con gli indirizzi ministeriali e governativi che, invece, miravano a stimolare e favorire un incremento ad ampio spettro dell’offerta scolastica, per supportare le famiglie, da un lato, e per costituire sul territorio presidi di legalità e cultura, dall’altro”.

Si evidenzia come il provvedimento abbia provocato un’insurrezione non solo nel mondo della scuola, ma anche nella società civile e nei diversi livelli della politica. Le ulteriori annotazioni sconfessano i calcoli della dirigente: “Poco attendibili sono risultati anche i prospettati risparmi di spesa, poi verificati dal competente Ufficio Finanziario, anche in considerazione del fatto che la chiusura delle scuole non avrebbe di certo ridotto drasticamente il costo del personale, che rappresenta la maggior voce di spesa del servizio”. Stando a quanto riportato nella relazione, la commissione straordinaria avrebbe assunto la decisione di smantellare l’intero sistema dei servizi educativi sulla scorta di una valutazione sbagliata e poi, “sulla base di una rinnovata valutazione” sull’opportunità di mantenere funzionanti le scuole comunali dell’infanzia, a giugno ha riattivato la metà dei plessi e l’asilo nido comunale. La percentuale di bambini ritirati dalle scuole materne comunali, 85, a fronte di 352 iscritti frutta un altro zero per il grado di soddisfazione degli iscritti. E anche sulla copertura delle spese con le entrate il saldo è negativo.

Ma il giudizio sull’operato della dirigente è inclemente anche in materia di Politiche Sociali. Passando all’obiettivo relativo al potenziamento di servizi e interventi per le povertà estreme e per il contrasto alle nuove povertà, “si fa rilevare che nonostante vi fosse la disponibilità di ingenti somme da destinare a misure di solidarietà alimentare, nonché per sostegno alle utenze domestiche e canoni alloggiativi, tali misure non sono state attivate, né sono state attivate le misure relative ai bonus del servizio trasporto pubblico locale in favore di persone di disagio socio economico. Inoltre, la misura legata ai centri estivi con la quale si prevedevano contributi economici in favore di famiglie in condizioni di disagio socio economico non è stata attivata”. Dai prospetti sintetici si evince, poi, che in merito all’assistenza domiciliare agli anziani misura “sono emerse criticità per utenti privi dei requisiti per l'accesso al servizio” e sono in corso le verifiche del caso.

La dirigente Silvana Salvemini da giugno non si occupa più di Politiche Sociali e Pubblica Istruzione. Nell’ambito della riorganizzazione dell’assetto organizzativo è stata assegnata  all’Area Amministrativa (Archivio e Protocollo; Messi Notificatori; Urp; Politiche Abitative; Stato Civile; Elettorale e Leva; Servizi Demografici; Anagrafe; Statistica e Censimento) e, ad interim, si occupa di Politiche Giovanili. Dal 2020 le è stato conferito un incarico dirigenziale a tempo determinato e pieno, ex art. 110, lo stesso della dirigente Maria Concetta Valentino, contratto che si risolve insieme al mandato del sindaco, confermato a ottobre del 2021 dalla commissione straordinaria che ha scelto di avvalersi di questa facoltà.

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