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Sgarbi mette alla gogna il "4 stelle' Lovecchio. E avverte i foggiani: "Campi Diomedei patetico parco verde popolare"

Tramite le pagine di FoggiaToday, Vittorio Sgarbi rivela alcuni retroscena circa la richiesta di un intervento su Campi Diomedei da parte del parlamentare foggiano del M5S, Giorgio Lovecchio (che oggi nega)

“C’è del comico. Qualche giorno fa Giuliano Volpe mi chiedeva di valutare un ripensamento sulla vicenda relativa ai Campi Diomedei aggiungendo che il deputato del 'Movimento 4 Stelle' Giorgio Lovecchio aveva negato “ingerenze” nella vicenda della sospensione del progetto. Ingerenze forse no, caldo interessamento, certamente dai’”. Esordisce così Vittorio Sgarbi in una nota inviata alla nostra testata in replica all'articolo che racconta la vicenda dei Campi Diomedei; una nota con cui il critico d'arte e politico, oltre a bocciare a gran voce il progetto, tira nuovamente in ballo il parlamentare foggiano cinquestelle Giorgio Lovecchio, che invece oggi nega.

“La vicenda mi sembra incredibile – ci scrive Sgarbi - dal momento che io fui certamente il primo a indicare l’inadeguatezza di quell’intervento di trasformazione radicale dell’area di incremento ippico al presidente Emiliano, circa due anni fa. Ma non mi ero più appassionato alla vicenda fino a quando,all’inizio di questa legislatura, in Parlamento, proprio il deputato Lovecchio mi aveva chiesto di interessarmene, cercandomi per richiamarmi il rischio imminente”. 


“Mi sembra ora penoso che egli finga di cadere dalle nuvole, smentendo “ingerenze” che dipendono solo dalla sua inettitudine. Gli feci notare ,orami qualche mese fa, che egli era deputato di un partito che aveva espresso il ministro dei Beni culturali, e, dal momento che quest’ultimo non gli rispondeva, io stesso ho chiamato Bonisoli e gli ho passato al telefono il disorientato Lovecchio che lo ha intrattenuto proprio sulla questione dei campi Diomedei. I primi contatti con Lovecchio risalgono a luglio, la telefonata a Bonisoli a settembre”.


“Pensando di averlo svezzato – continua, ironico, Sgarbi-, ho incontrato Lovecchio nel corso dei mesi successivi, verificando che non era riuscito ad ottenere un appuntamento con il ministro. In più occasioni, quindi, egli aveva manifestato la volontà che oggi vilmente lui e il suo gruppo smentiscono, come se non fosse nelle loro intenzioni. Mostrano la loro natura confusa, con lui, tali Rosa Menga, Marco Pellegrini e Rosa Barone. Ma sono smentiti dai fatti, perché, seppure all’oscuro del provvedimento della Soprintendenza, il 30 ottobre io ho portato con me al ministero il deputato Lovecchio e alcuni suoi collaboratori per incontrare in segretario generale Giovanni Panebianco, il quale ci ha accennato al  provvedimento in corso.


Ma la pratica che Lovecchio portava con sè, e per la quale egli era stato condotto da me al Segretario  generale era proprio quella sui Campi Diomedei. E ,davanti a numerosi testimoni egli l’ha illustrata e consegnata a Panebianco, chiedendo esplicitamente la sospensione dei lavori. Perche’ oggi se ne vergogni e lo smentisca, non lo capisco. Io l’ho portato al Ministero su sua richiesta e sono stato ringraziato da lui e dai suoi collaboratori, per un incontro che egli non sarebbe stato in grado di avere, ma di cui la sostanza e gli effetti sono quelli derivati dal provvedimento della soprintendente  Maria Giulia Picchione”.


“L’ingerenza (nobile) era nelle intenzioni e ha trovato piena conferma nel risultato, sia pure non per l’efficacia diretta del debole parlamentare. Possono smentire la sua aria da vispa Teresa, l’onorevole Giovanardi, il maresciallo Carta, Nino Ippolito, Paola Camarco che erano presenti e lo hanno ascoltato, inequivocabilmente. Perché oggi finga di cadere dalle nuvole mi pare più una mortificazione per lui che una forma di irriconoscenza per l’impegno che mi ha chiesto. Mi sconcerta questa vigliaccheria istituzionale” continua Sgarbi, duro.

“Mi sconcerta la subordinazione al sindaco, che ha chiamato anche me, lamentandosi. D’altra parte può smentire Lovecchio anche chi si è occupato di difendere la storia dell’Iriip con un comitato di persone di buon senso che, come me , hanno valutato il penoso e dispendioso progetto che viola le regole più elementari della tutela per un patetico “Parco verde popolare” con cunette, montagnole, fontane, pontili,di miserabile provincialismo, e con i ridicoli padiglioni sospesi sull’acqua. Percorsi pseudo-golfistici che ignorano la vocazione d’incremento ippico, alta e nobile, dell’area. Evidentemente – conclude- il patetico progetto oggi incontra anche l’intimidita approvazione del movimento 4 stelle con la marcia indietro di Lovecchio”.

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