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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Bovino

Pasquale e Gaetano, i giovani imprenditori di Bovino che hanno puntato sulle lumache: "Abbiamo recuperato e valorizzato terreni abbandonati"

Il progetto di Pasquale Russo e Gaetano Terenzio, giovani ragazzi di Bovino, che da poco più di un anno hanno avviato la produzione di lumache, destinando un ettaro di terreno alla costruzione di un impianto di allevamento

"Non è prodotto così consueto, ma se ne parla sempre di più". E alle parole seguono anche i fatti. Sono sempre di più le aziende che investono sulla elicicoltura, termine tecnico che indica l'allevamento delle chiocciole.

Tra esse, spicca il progetto di Pasquale Russo e Gaetano Terenzio, giovani ragazzi di Bovino, che da poco più di un anno hanno avviato la produzione di lumache, destinando un ettaro di terreno alla costruzione di un impianto di allevamento: "È un'idea che avevamo da molto tempo, avendo a disposizione dei terreni abbandonati. In questi anni abbiamo avuto l'occasione di informarci, di seguire dei corsi di formazione, ma la stagionalità del prodotto ci ha inizialmente frenati. Poi, abbiamo avuto la possibilità di usufruire di una agevolazione del Gal Meridaunia, che è stato l'incentivo determinante perché realizzassimo questo impianto", spiega a FoggiaToday Pasquale Russo. Sia lui che Gaetano Terrenzio lavorano nel campo dell'agroalimentare, il primo presso la facoltà di Agraria ("mi occupo di temi legati all'alimentazione, in particolare agli alimenti fermentati"), il secondo in un sementificio di Bovino. 

Sono partiti lo scorso anno con la creazione dei recinti, all'interno dei quali sono state collocati i riproduttori, 20mila lumache (circa tre quintali), aventi l'obiettivo, per l'appunto, di riprodurre nuove generazioni da allevare direttamente sul territorio: "Quelle che nascono sono già acclimatate alle nostre condizioni, non hanno problemi di trasporto, nascono e crescono direttamente nel campo e necessitano di un periodo di 12-15 mesi per raggiungere la maturità commerciale. Diciamo che le prime lumache nate l'anno scorso sono già pronte per essere raccolte, il problema si pone nel momento in cui, con l'arrivo dell'inverno, esse vanno in letargo. Ecco perché si dice che un ciclo produttivo si completa a partire dal terzo anno". 

Tuttavia, i numeri degli esemplari sono già considerevoli: "Una lumaca, in base alle condizioni climatiche, può accoppiarsi anche cinque volte all'anno. Sono animali ermafroditi, quindi dall'accoppiamento entrambe le lumache possono fecondarsi. Da un accoppiamento si possono generare circa cento uova, con un tasso di sopravvivenza del 20%, è più o meno facile farsi due conti. Siamo pieni di lumachine. A quel punto diventa importante avere accortezza nella gestione delle lumache mature, soprattutto evitare il sovraffollamento che nel giro di qualche anno si viene a creare inevitabilmente", spiega Russo. 

Quello dell'elicicoltura è un mercato che si sta sviluppando sempre di più, non solo per il mercato gastronomico, ma anche per quello cosmetico attraverso l'estrazione della bava di lumaca: "La specie che noi alleviamento può essere destinata anche a quel settore. Il problema, se così si può dire, è che l'estrazione della bava necessita di un impianto che ha un costo notevole. Per cui è necessario disporre di un numero sufficiente di lumache in grado di garantire un ammortamento dei costi. Nulla toglie che tra qualche anno, dopo aver acquisito maggiore dimestichezza con la gestione dell'allevamento, si possa fare questo passo. Anche perché va considerato che l'estrazione della bava non è un processo distruttivo, per cui chi ha tante lumache e ha la possibilità di creare l'impianto, ha garantita la doppia produttività, in quanto la lumaca utilizzata per l'estrazione della bava può essere poi venduta per la gastronomia. La cosmetica va a integrare il reddito derivante dall’uso gastronomica della chiocciola, ma è sconsigliato farlo in una fase iniziale, come è il caso nostro, perché non si hanno i numeri essenziali per ammortare le spese". 

Tuttavia, quello dell'estrazione della bava, è una opportunità che si può cogliere in futuro: "C'è un processo di standardizzazione in atto. Fino a qualche anno fa erano ancora troppe le discrepanze sui metodi di estrazione che generavano un prodotto poco omogeneo. Da poco tempo le grandi associazioni di elicicoltura si stanno interessando anche a questo aspetto, per cui penso che nei prossimi anni anche i costi sull'impiantistica necessaria per l'estrazione della bava subirà dei cali nei prezzi. È un mercato abbastanza nuovo". 

Malgrado l'allevamento di Russo e Terrenzio sia ancora nella sua fase iniziale e il completamento del ciclo produttivo disti ancora un anno, qualche riscontro concreto già c'è: "L'anno scorso, a fine anno abbiamo recuperato i riproduttori immessi, che erano già pronti per essere venduti. Parliamo di 20mila lumache. Poi, c'è sempre la possibilità di raccogliere qualche residuo dello scorso anno o qualche lumaca il cui processo di maturazione è stato più rapido. Qualcosa siamo riusciti a vendere, anche se esclusivamente al dettaglio e non ancora all'ingrosso. In ogni caso, abbiamo stipulato dei contratti con l'associazione nazionale di elicicoltura, per cui loro si impegnano ad acquistare la nostra produzione. E quindi, anche in presenza di grandi quantitativi difficili da smerciare tra dettaglio e ristorazione, abbiamo dei canali di vendita garantiti, facendo parte dell'associazione che ci ha seguito sin dalle prime fasi di costruzione dell'allevamento", puntualizza Russo, che con il collega ha già in mente i prossimi obiettivi da conseguire: "Intanto, la nostra prima sfida era quella di realizzare un progetto che avevano in mente da tempo e che ci incuriosiva molto. Ovviamente, nel medio periodo cercheremo di mantenere l'impianto in maniera funzionale. È un lavoro che richiede un certo impegno e difficoltà di gestione aumentate dal fatto che sia io che Gaetano lavoriamo. Per cui, per il futuro l'obiettivo sarà quello di assumere qualche unità di personale e poi di farci conoscere di più nel territorio, anche perché l'allevamento ha molto da condividere con i temi legati all'economia circolare. Ci rifacciamo ad aziende che producono alimenti vegetali trasfomarti, per recuperare gli scarti che utilizziamo per integrare l'alimentazione delle lumache". 

L'orticoltura va a braccetto con l'allevamento di lumache: "Abbiamo bisogno sempre di alimentazione per gli animali, ma contestualmente c'è la possibilità di vendere prodotti orticoli". Ma c'è anche dell'altro: "Occorrerà del tempo, per questioni burocratiche, ma siamo interessati a inserirci in un regime biologico. Vorremmo ottenere un riconoscimento biologico da applicare a tutta l'azienda". 

Giovani che investono sul territorio, che riconoscono le mille risorse dei Monti Dauni. Pasquale e Gaetano appartengono al 'partito' dei giovani che non vanno via, ma che cercano il modo per cogliere le opportunità che il territorio offre: "Dalla nostra esperienza mi sentirei di dire che nel settore agricolo le risorse sono tante. Lo spopolamento avvenuto negli scorsi decenni ha determinato l'abbandono di molti terreni che possono essere recuperati e rivalorizzati attraverso un'agricoltura alternativa a quella tradizionale. Cercare di utilizzare risorse attraverso la valorizzazione di colture ad alto rendimento genererebbe un indotto molto interessante. Ultimamente sui Monti Dauni è in atto un processo di valorizzazione che va dal turismo alla enogastronomia. Puntare sulla tipicità dei prodotti e dei suoi prodotti alternativi è un processo che può coinvolgere diversi operatori, tanto nel turismo quanto nella trasformazione dei prodotti". 

Bovino, l'allevamento di lumache di Pasquale Russo e Gaetano Terenzio

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