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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Ataf taglia le corse, i sindacati non ci stanno: "Governance inadeguata, il Cda si dimetta"

Faisa Cisal e Confail contestano la decisione comunicata dall'azienda che sarà applicata dal 26 aprile. Il Cda ha motivato la riduzione delle linee con la mancanza di operatori. La scelta appare in controtendenza rispetto alla necessità di potenziare il servizio, prospettata a livello nazionale, per fronteggiare l'emergenza Covid

Dal 26 aprile Ataf taglia le corse di quattro linee. In controtendenza rispetto al potenziamento dei servizi, esigenza prospettata a livello nazionale proprio a far data da quel giorno fissato per la ripartenza, l'azienda del trasporto pubblico locale di Foggia ha comunicato alle organizzazioni sindacali la riduzione delle corse, che corrisponde a otto turni di lavoro.

L'informativa è arrivata in una riunione convocata in videoconferenza il 16 aprile scorso. Le segreterie aziendali e provinciali di Faisa Cisal e Faisa Confail rimarcano come la decisione non sia stata concordata, "né tantomeno supportata da una diminuzione dei servizi". Il Consiglio di amministrazione dell'Ataf, in quella sede, ha riferito di essere impossibilitato a coprire tutte le linee previste dai programmi di esercizio per "mancanza di operatori". Prima mancavano i mezzi, ora che sono arrivate le 'trentine' sembra che non ci sia il personale per guidare gli autobus. 

I sindacati evidenziano la contraddizione di una scelta che va esattamente nella direzione opposta rispetto alle misure discusse a livello nazionale per fronteggiare l'emergenza Covid. "Qui si impoverisce il servizio offerto". Altre aziende, fanno notare, stanno già provvedendo, al contrario, all'implementazione del servizio.

"Da un lato, si richiede ai lavoratori ogni sacrificio in termini di orario di lavoro e in termini economici (cassa integrazione e ferie d’ufficio, in deroga a quanto previsto dagli accordi)", richieste, aggiungono i sindacati che si oppongono al taglio delle linee, "corroborate da impegni puntualmente disattesi di rimborsi e premialità ai lavoratori, promessi ma mai erogati", ma dall'altro si assisterebbe a "una disinvolta propensione alle consulenze esterne, che costano all'azienda svariate migliaia di euro, per funzioni che potrebbero e dovrebbero essere svolte in house, vista la recente riorganizzazione dell'organigramma aziendale, fortemente voluta da questo C.d.A". È questo il "doppio passo" del Cda, secondo i sindacati che in più di un'occasione hanno lamentato il mancato rispetto delle corrette relazioni industriali.

Faisa Cisal e Faisa Confail chiedono le dimissioni dell'attuale Cda: "A nostro avviso, l’attuale governance aziendale (allo stato formata solo dal vicepresidente e da un consigliere), attraverso le misure che intende adottare, mostra la sua ormai evidente incompetenza in materia di TPL e continua a voler relegare il sindacato al ruolo marginale di mera ratifica di decisioni unilaterali (comunicate come semplici informative) che, di fatto, si possono rivelare fatali per i lavoratori e per l’intera città. Si tratta di soldi pubblici".

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