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Foggia avrà la sua associazione Antiracket, ma solo 10 imprenditori hanno dato l'ok

Così Tano Grasso, presidente nazionale dell'associazione antiracket, oggi in Prefettura per ricordare Giovanni Panunzio, l'imprenditore ucciso dal racket il 6 novembre di 21 anni fa

“Dopo 12 mesi abbiamo la certezza che l’associazione antiracket a Foggia si costituirà. Al momento vi hanno aderito dieci imprenditori. Dobbiamo allargarla ancora un po’ ed individuare il presidente. In queste cose non è possibile fissare una data certa. A mio avviso ci vorranno ancora dai 3 ai 6 mesi per ufficializzarla”. Così Tano Grasso, presidente della Federazione Antiracket Italiana, oggi in Prefettura per ricordare Giovanni Panunzio, l’imprenditore ucciso dal racket il 6 novembre di 21 anni fa.

Una cerimonia sobria, alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto di Foggia, Luisa Latella, il procuratore capo Leonardo, Leone De Castris e il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli. Gremito il parterre, tra vertici di forze dell’ordine ed istituzioni. L’annuncio di Grasso è di quelli attesi dalla città. Dopo Vieste, anche Foggia avrà la sua associazione antiracket. “Sono dieci imprenditori dei diversi settori economici, anche del settore edile” sottolinea, sollecitato dai cronisti, il presidente della FAI.

“Sono convinto che nelle  prossime settimane  si chiuderanno tutte le questioni relative alla fase organizzativa. In questi 12 mesi abbiamo lavorato tantissimo con il sostegno che non è mai mancato delle forze dell’ordine. E’ stato tutt’altro che un lavoro facile”. Quindi il ringraziamento al prefetto, Luisa Latella: “senza il lavoro di un servitore dello stato quale il prefetto oggi non saremmo qui” ed al sindaco Mongelli, autore di una spinta “importante verso la costituzione del nuovo organismo”.  

“Metterli insieme non è stato facile” ha continuato Grasso riferendosi ai 10 imprenditori, “qui c’è una storica sottovalutazione dei fenomeni mafiosi e c’è di conseguenza un’omertà tra gli operatori economici che non trovo in molte realtà di mafia”. Ma la speranza compie miracoli, a volte. “Abbiamo trovato tra gli imprenditori qualche persona coraggiosa, motivata, qualcuno che ha denunciato ed altri che vogliono interpretare questa voglia di riscatto. Certo molti ci hanno detto no, altri dopo un primo incontro vista l’aria che tirava non si sono fatti più vivi. Ma costituire un’associazione non è mai cosa semplice”.  

Dura e realistica il prefetto Luisa Latella: “Un anno fa sapevo della difficoltà. Questo è una provincia che anche al di fuori dei suoi confini è poco conosciuta. Una provincia sempre dietro l’angolo. Far comprendere che qui c’è la mafia non è semplice. Ora dobbiamo fare in modo che questo percorso si consolidi”. Quindi l’affondo al mondo economico: “Mi spiace dirlo, ma devo farlo: mi aspetto ora che anche i vertici del mondo economico facciano un salto non di apparenza, non di facciata ma di sostanza. Che contribuiscano a costruire questo percorso. Purtroppo questo salto non lo ho ancora visto, segnali in questo senso non ce ne sono”.

Soprattutto ai cittadini, invece, ha parlato il procuratore capo Leonardo Leone de Castris quando ha ricordato Panunzio come “uomo coraggioso ma solo nel suo ambiente”. “Occorre coraggio, il monito alla comunità, soprattutto bisogna smetterla di compromettersi con la criminalità, chiederle favori”.

Di giornata “di luce e di speranza” ha parlato invece il sindaco di Foggia Gianni Mongelli. “Lo sforzo più grande è stato aprire lo spiraglio ora lo dobbiamo allargare. Lavorare insieme a quelle donne e a quegli uomini coraggiose e in questa città ce ne sono. Ora è il momento di imprimere un’accelerazione a questo percorso. Non abbiamo più alibi, non è più il tempo delle mezze misure”.

IL CASO PANUNZIO | Era la sera del 6 novembre 1992 quando Giovanni Panunzio fu ucciso. Quattro colpi di pistola calibro 45, mentre era a bordo della sua auto, in via Napoli. Per la sua attività la malavita gli aveva chiesto 2 miliardi di lire. Qualche giorno prima Panunzio aveva presentato un memoriale in cui denunciava le minacce e le pressioni ricevute.

Grazie a quel “testamento” erano finiti in carcere i presunti capi della malavita organizzata foggiana: stessi nomi elencati fino ai nostri giorni nei più importanti blitz antimafia messi a segno da Polizia e Carabinieri. Nel 1994 la corte d’Assise di Foggia condannò all’ergastolo, Donato Delli Carri ritenuto uno dei killer dell’imprenditore, scarcerato ad aprile scorso per fine pena. Oggi, la città torna a celebrare quella giornata di lutto. Ma con uno spiraglio nuovo. Che lascia ben sperare che sia iniziata l’era del riscatto di chi ha pagato con la vita.

FOTO | In Prefettura si ricorda Panunzio, imprenditore ucciso dal racket

FOTO | Foggia: una targa per celebrare la memoria di Giovanni Panunzio

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