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Assemblea Ordine Professioni sanitarie

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

“Partecipazione degli iscritti” è la parola d’ordine. E partecipazione è stata. Senza partecipazione gli Ordini diventano centri di potere, nonostante siano soggetti a tutte le leggi sulla trasparenza amministrativa. Partendo da questa premessa, l’incontro di ieri ha cercato di dimostrare come è possibile trasformare in opportunità quella che oggi è vissuta come una tassa sul lavoro, ovvero la quota di 85€ l’anno a carico di ogni iscritto. Mancano infatti all’appello quasi mille professionisti della Provincia di Foggia. Non si sono iscritti o perché fuorviati da “voci di popolo” oppure perché gli enti pubblici datoriali non hanno vigilato. Per essi, il Presidente dell’Ordine Antonio Alemanno, ha promesso una segnalazione alle Autorità competenti per “esercizio abusivo” se non si iscriveranno entro il 2018. A tal proposito, il legale dell’Ente Avv. Viviana Saponiere ha spiegato quali rischi corrono e a quali sanzioni potrebbero essere sottoposti coloro che non rispettano l’art. 12 della Legge n.3/2018. “Non si tratta di spirito persecutorio“, ha precisato Alemanno, “ma di rispetto per coloro che invece hanno ottemperato alla norma che ha decorrenza dal 1° luglio 2018“.

L’Assemblea provinciale si è aperta con l’approvazione del bilancio previsionale 2019, illustrato dal Tesoriere Francesco D’Errico. Bilancio non certo facile per via delle tante incognite legislative e organizzative ancora da chiarire attraverso i restanti decreti applicativi della Legge Lorenzin. Si è poi passati ad una breve presentazione degli organi di garanzia della trasparenza: Angela Francioso in primis, a cui spetta l’arduo compito di Responsabile anticorruzione e Garante della protezione dei dati personali. Incarico in via di perfezionamento poiché la formazione specifica della dottoressa è in corso. C’era poi il Presidente dei Revisori dei Conti, Michele Placentino e il revisore Michele Pio Di Leo, deputati a verificare la correttezza delle spese dell’ente anche in virtù del Regolamento per i rimborsi spese. Si sottolinea a riguardo che i rappresentanti dell’Ordine non godono di nessuna indennità economica di funzione, pur possibile con un bilancio che vanta circa 150 mila euro di entrate. A proposito di entrate e progettualità, le proposte elencate di seguito sono frutto di un Consiglio Direttivo che ha già le differenze di genere e il ricambio generazionale contemplato dalla legge. La Vicepresidente è infatti Amalia Bisceglia, giovane professionista attualmente a Partita IVA. Così come il Segretario Gerardo Ricciardi, sempre disponibile a supportare le iscrizioni o chiarire i dubbi poiché spetta a lui l’apertura della sede al pubblico, ogni mercoledì dalle 17 alle 19, in Viale Manfredi 72. Chiudono la rosa dei componenti i consiglieri Antonio Patrizio e Luigi De Luca, entrambi con una grande esperienza sindacale ancora in corso.

Ecco i progetti possibili: Consulenze fiscali e legali (cassa previdenziale) Insieme alla PEC, le consulenze fiscali e legali sono il minimo che un ente può fornire ai sui iscritti. Tuttavia, grazie ad una domanda dalla platea, l’argomento è stata l’occasione per chiarire un’altra opportunità dell’Ordine a livello nazionale: nel 2019-2020, potrebbe nascere una Cassa previdenziale per gli iscritti a Partita IVA. Cassa che permetterebbe risparmi sul costo del lavoro per tali professionisti. Borse premio, borse di studio. Ma non solo. Ogni professione afferente avrà un fondo per progettualità specifiche. Quindi, professioni molto rappresentate, avranno a disposizione somme cospicue. Altre professioni poco numerose potrebbero convergere in un unico ordine regionale. O in un modo o nell’altro, si potrebbero individuare progetti trasversali a tutti come ad esempio quelli che riguardano i rapporti tra professionisti e la popolazione. Nella posizione di garanzia del cittadino, infatti, l’Ordine trova il suo mandato specifico che lo differenzia dal sindacato e dalle associazioni. Rendendolo di fatto “ente sussidiario dello Stato”. Piano Formativo annuale e Dossier di Gruppo Sempre dalla platea arriva una seconda domanda che permette di mettere a fuoco non solo l’esigenza di formazione ECM, ma anche la possibilità di un risparmio dei crediti attraverso il Dossier formativo e il Dossier di gruppo. Tale obiettivo, necessita però di una preventiva analisi del fabbisogno formativo tra gli iscritti. Convenzioni per una Polizza assicurativa per colpa grave, obbligatoria per la legge Gelli Attualmente la polizza è prevista, in forma collettiva e obbligatoria, solo per i tecnici di radiologia. Che la pagheranno con un surplus di 30€ l’anno in aggiunta alle 85€ di tassa di iscrizione.

Tale vantaggio è frutto di un lungo lavoro di analisi del rischio e sui requisiti minimi che la Federazione nazionale TSRM ha fatto in questi anni. Tuttavia, accordi collettivi locali potrebbero apportare ugualmente dei risparmi sui costi. Protocollo d’Intesa per Microcredito Ambito tutto da progettare, un accordo tra Ordine e Enti di credito è possibile sulla scorta di esperienze simili percorse altrove. Servirebbe per garantire un accesso al credito per particolari categorie di soggetti come i giovani inoccupati che vogliono sviluppare imprese in prorio. Lotta all’abusivismo Tema sentito soprattutto da alcune professioni, rappresenta una grande sfida per la quale siamo pronti. Vi è infatti una procedura che prevede il coinvolgimento preliminare delle Associazioni locali, finché non si istituiranno le Commissioni d’Albo a settembre. Dignità retributiva Dal 2003, con la Legge Bersani, non è più possibile avere tariffari sulle prestazioni professionali. Il libero mercato è stato però inflazionato dall’esubero formativo. Si pensi ad esempio al Corso di Laurea dei tecnici di radiologia che, prima ha laureato 200 persone in otto anni, e poi è stato trasferito per la bellezza di 1,8 milioni di euro a Barletta. Soldi incassati, a mio avviso in maniera inopportuna, dall’Università di Foggia (oggetto anche di un mio esposto alla Corte dei Conti). Operazioni simili, creano sacche di disoccupazione che abbassano le retribuzioni di tutti. Tant’è che nel privato si è arrivati per i TSRM a tariffe di 6€ l’ora! Darsi un minimo di dignità non accettando simili abusi è impresa difficile ma possibile all’interno dell’Ordine.

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