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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

"La Capitanata è ferma". L'appello urgente alle istituzioni: "Commercio in ginocchio, siamo preoccupatissimi"

Carla Costantino (Cisl Foggia) lancia l'appello: “La Capitanata è ferma. Le aziende chiudono o rischiano la chiusura, il commercio è in ginocchio e siamo preoccupatissimi. Serve un piano di intervento sociale"

“Lancio un appello alle istituzioni, non solo quelle locali: è necessario intervenire immediatamente per fronteggiare la pandemia economica e sociale che sta portando la Capitanata al baratro. Tutti, ora, devono avere una assunzione di responsabilità ed intervenire subito perché tutti abbiamo un obbligo morale verso il territorio ed i suoi lavoratori".

E' questo l'appello lanciato dalla Cisl Foggia, che rimarca la necessità di un piano condiviso per "intercettare compiutamente le risorse che pioveranno, mettendo al centro il lavoro, intervenendo nei settori chiave come l’agroalimentare, la sanità pubblica, il commercio, la ristorazione, i servizi, garantendo la realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche basilari".

Tutto ciò accanto ai nuovi insediamenti produttivi. Per Carla Costantino, segretario generale della Cisl di Foggia serve ora più che mai "un preciso piano di intervento sociale che non può essere quello a macchia di leopardo del CIS licenziato recentemente, e permettere il lavoro in sicurezza ovunque, nelle scuole che necessitano di interventi di edilizia, nelle aziende private e negli uffici pubblici”.

“La Capitanata è ferma, anzi è piegata su stessa. Le aziende chiudono o rischiano la chiusura, il commercio è in ginocchio e siamo preoccupatissimi per quel che potrebbe accadere una volta venuti meno gli ammortizzatori sociali. I dati della cassa integrazione dell’ultima rilevazione avvenuta il 31 dicembre sono chiarissimi: 7.892 CIGO, 2.871 FIS e 5.891 CIG. Il rischio è elevatissimo", continua Costantino.

"Altra questione importantissima è quella del credito che deve davvero essere agevolato e modellato alle esigenze territoriali attraverso una strategia di applicazione ridisegnata, perché qui non si tratta di foraggiare attività non a buon fine ma di dare ossigeno e creare i presupposti per la occupabilità futura. E poi, bisogna riaprire i cantieri delle opere pubbliche, c’è bisogno di ossigeno per una provincia che paga ferite mai curate e c’è bisogno di intervenire per evitare che si amplino le piaghe del lavoro nero, della illegalità o della criminalità che è pronta ad approfittare della crisi".

"Va attuata una strategia condivisa, con progetti fattibili con il coinvolgimento delle forze sociali per creare un modello reale e concreto di sviluppo della Capitanata che tenga conto delle risorse del territorio. Non possiamo più attendere, siamo già in ritardo ed è necessaria una pressa di responsabilità da parte di tutti per consegnare un futuro possibile alle nuove generazioni e alla nostra terra”, conclude.

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