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Economia

"A Foggia 'anno nero' per aziende e imprese: il bilancio di Scarpiello

Il segretario della Feneal Uil: "Necessario intervenire con leggi di riforma, nel mercato di lavoro e della previdenza, e rilanciare gli investimenti nell’industria dell’edilizia e dell’agricoltura"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

E’ stato un 2013 dai due volti per Alessandro Scarpiello, segretario della Feneal Uil Foggia, e non poteva essere altrimenti vista l’importanza sul piano personale e il grande impegno profuso di fronte alla crisi del settore edile, particolarmente sentita nella provincia del Tavoliere.

“Il 2013 e stato l’anno del cambio di guardia alla direzione politica della Feneal – ricorda il giovane segretario – con le dimissioni del segretario generale Pasqualino Festa e la mia seguente elezione. A Pasqualino va tutta la mia ammirazione per come ha condotto la Feneal in questi anni, punto di riferimento dei rapporti unitari tra Filca e Fillea”.

“Ho accettato l’incarico con la consapevolezza di dovermi impegnare a fondo, muovendomi nel solco da lui tracciato in questi decenni”. La situazione della provincia di Foggia non è diversa da quella del resto del Mezzogiorno e per questo serve una ricetta mirata: “E’ stato un anno di crisi così profonda - spiega Scarpiello - che se non si interviene con leggi di riforma, in particolare nel mercato di lavoro e della previdenza, e con il rilancio degli investimenti nell’industria dell’edilizia e dell’agricoltura si rischia di portare la Capitanata in un baratro irreversibile”.

Nel dettaglio, i segnali sono preoccupanti: “Si va dalla chiusura quasi totale del settore dei laterizi  al blocco dell’edilizia pubblica e quella privata – continua il segretario della Feneal Foggia – alla chiusura di centinaia di aziende artigianali del settore. Si tratta di dati allarmanti che hanno prodotto migliaia di disoccupati e cassa integrati, facendo aumentare una illegalità diffusa di lavoro sommerso, di aumento del caporalato di subappalti e cottimi in attività quasi abusive”.

“Gli investimenti pur programmati da parte della Regione sono venuti meno per chiare volontà politiche. Mi riferisco alla strada regionale numero 1, la statale 16 e la viabilità delle strade provinciali, oltre al recupero dissesto idrogeologico. E’ chiaro che senza una inversione di tendenza certamente non se ne esce”.

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