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Carlantino sospende l’adesione all’Aro

Il sindaco D’Amelio: “Avremmo più costi e nessuna economia di spese”

Il Comune di Carlantino ha chiesto ufficialmente alla Regione Puglia una proroga in merito all’obbligo di aderire all’ARO (Ambito di raccolta ottimale). La decisione, motivata in maniera completa e dettagliata, è stata presa dal Consiglio comunale, che per il momento non ha ritenuto di approvare la convenzione di adesione all’ARO, al fine di effettuare ulteriori approfondimenti in merito alla convenzione che prevede la costituzione dell’ARO e valutare l’impatto economico e finanziario che tale nuovo organismo avrebbe sul bilancio dell’ente comunale.

La legge regionale n. 24 del 2012 prevede che la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti venga affidato, all’interno dell’ATO (Ambito territoriale ottimale), ad un soggetto sovra comunale denominato ARO. In pratica, gli ATO avranno competenza sulla gestione degli impianti mentre gli ARO si occuperanno dei servizi di spazzamento, di raccolta e di trasporto dei rifiuti. Gli ARO previsti in Puglia sono in tutto 38, in provincia di Foggia ne sono 8. Carlantino fa parte dell’ARO/6 insieme a Pietramontecorvino, Celenza Valfortore, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Motta Montecorvino, San Marco la Catola, Volturara Appula e Volturino. A parere del Comune di Carlantino, l’adesione all’ARO e alle relative procedure non costituirà occasione per ottenere  economie di spesa ma piuttosto un aggravio del costo del servizio con ulteriori conseguenze negative sulla situazione finanziaria del Comune.

Attualmente il Comune di Carlantino gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti grazie all’affidamento a una ditta esterna a fronte del quale viene pagato un corrispettivo di circa € 70,00 per abitante. <Analizzando la proposta del Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti solidi urbani elaborato dall’ATO 3/FG già dal 2010, emerge che la previsione di costo per il servizio gestito unitariamente per i comuni dell’ATO Foggia ammonterebbe a ben € 146,43 per abitante – ha dichiarato Ivana D’Amelio, assessore al bilancio del Comune di Carlantino – Quindi, la gestione del servizio prevista dall’ATO comporterebbe una spesa di gran lunga superiore a quella pagata attualmente e nessun elemento di valutazione porta a far presupporre che una gestione associata del servizio possa portare a realizzare un’economia di spesa talmente elevato da compensare i costi aggiuntivi>.

Non solo, la nuova convenzione prevede che la gestione delle procedure tecnico-amministrative, relative all’organizzazione del servizio, vengano affidate a un nuovo ufficio da costituire e il cui funzionamento comporterà costi aggiuntivi che si potrebbero aggirare intorno ai 60mila euro. Una nuova spesa che non solo ricadrebbe sulle casse dei vari comuni aderenti, ma che sarebbe completamente inutile dato che al momento i Comuni riescono a gestire tutte le procedure con il proprio personale. Un altro elemento davvero paradossale è rappresentato dall’articolo 12 della Convezione che prevede che ciascun Comune versi all’ente capofila (in questo caso Pietramontecorvino) un contributo forfettario vincolato per ben 15 anni. <Come si può pensare nelle attuali condizioni di assoluta criticità e rischio dissesto dei bilanci comunali – ha chiesto il sindaco di Carlantino, Dino D’Amelio – che un ente abbia la possibilità di accantonare dei fondi per un lasso di tempo così lungo?>.

Infine, il Comune di Carlantino ha paventato il forte rischio che l’affidamento del servizio a un unico gestore comporti l’estromissione dal settore (con il conseguente rischio fallimento) di tutte le piccole imprese che hanno fatto investimenti sul territorio. E tutto ciò peggiorerebbe la già difficile situazione economica dell’area. Senza contare il rischio che appalti così consistenti attirino l’attenzione della criminalità organizzata in un settore, quello dei rifiuti, che è già al centro di pressanti interessi economici. Per tutti questi motivi, la giunta dell’ente carlantinese chiede alla Regione Puglia e al suo presidente, Nichi Vendola, di voler concedere maggior tempo ai Comuni per approfondire la questione e per valutare se siano opportune modifiche rispetto alla normativa vigente. <L’accorpamento dei servizi non comporta sempre e comunque un risparmio di spesa – ha concluso il sindaco D’Amelio – non è un sistema che può essere considerato universalmente valido e adatto in tutte le occasioni>.

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