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Acqua molisana nei rubinetti dei foggiani. La Regione punta sull'opera da 20 milioni: "Strategica e unica realizzabile"

Tramite due tubi di dieci chilometri arriverebbero da 40 a 70 milioni di metri cubi. Si prova ad accelerare per il progetto oggi al centro della visita dell'assessore regionale Piemontese al Consorzio di Bonifica della Capitanata

"È un'infrastruttura davvero strategica, paragonabile a nessun'altra. Non esiste al momento un'opera più importante realizzabile. Io sono pragmatico, abituato a parlare delle cose che si possono fare. Questo è un progetto in cui le carte possono trasformarsi in opere concrete". Il vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese, alla sua prima uscita con il Consorzio per la Bonifica della Capitanata nella qualità di assessore alle Risorse Idriche, una delle importanti deleghe che gli sono state conferite, parla in questi termini del progetto della condotta dalla diga del Liscione a Finocchito che convoglierebbe in Puglia, meglio, in provincia di Foggia, l'acqua che il Molise butta in mare, attraverso un tubo di dieci chilometri appena.

Il Consorzio ha donato all'assessore regionale una medaglia celebrativa, "un amuleto", come lo ha ribattezzato il presidente De Filippo: 'Acqua fonte di vita' è la scritta impressa sul medaglione, mutuata a più riprese durante gli interventi. E naturalmente gli ha consegnato un documento, con pochi punti, ma fondamentalmente l'incontro istituzionale è stato tutto incentrato sul progetto sempre meno fluido dell'acqua molisana. 

"Ci sono state già delle interlocuzioni tra la Regione Puglia con il presidente Emiliano e la Regione Molise per fare in modo che il terzo lotto della Finocchito possa essere realizzato e che da 40 a 70 milioni di metri cubi d'acqua - questo è il range - possano essere convogliati nel potabilizzatore di Aqp che si trova a Finocchito. Questo consentirebbe all'acqua presente nell'invaso di Occhito di essere utilizzata in misura maggiore per l'agricoltura, perché quell'acqua che viene dal Molise, essendo potabile, entrerebbe direttamente nelle reti idriche che vanno a Foggia città e nel territorio della provincia".

A dire il vero, nel vicino Molise, qualche resistenza al progetto era arrivata proprio da consiglieri regionali del suo stesso partito, il Pd: la capogruppo Micaela Fanelli, a giugno, non era così convinta che nel Basso Molise ci fosse sovrabbondanza di acqua, oltre ad esprimere una serie di altre perplessità su ristori e opere di compensazione (passati e futuri) e a pretendere che il governatore relazionasse sull'accordo in Consiglio per la discussione. Ma Piemontese non sembra preoccuparsene.

I ristori devono essere ancora quantificati. È il presidente del Consorzio per la Bonifica della Capitanata Giuseppe De Filippo a parlare di alcune cifre in ballo: "Ci sarebbero in gioco circa 6 milioni di euro l'anno di compensazione sull'uso idrico, che sarebbe la quota che Acquedotto Pugliese pagherebbe come oggi accade verso la Basilicata: 11 centesimi circa al metro cubo. E poi ci sono circa 150 milioni di euro nel cassetto del Molise da spendere per l'ampliamento di alcune zone irrigue per quanto riguarda proprio la zona a ridosso della Puglia".

Per lui il progetto è a buon punto dopo la riunione di giugno sulla cantierabilità, alla quale hanno partecipato anche l'Autorità di Bacino e l'Acquedotto Pugliese. Superata la pausa estiva e la campagna elettorale, si tenta un'accelerata. In un anno e mezzo o due la condotta sarebbe pronta per far fluire l'acqua direttamente nei rubinetti dei foggiani. "Per derivare quest'acqua parliamo di circa 10 chilmetri, di due tubi da 400 che corrono su territori di facilissima espropriazione".

Per la parte pugliese servono 20 milioni di euro e la fonte di finanziamento non è stata ancora individuata, ma si attingerebbe a fondi nazionale ed europei.

Se a questo punto, con 40-70 milioni di metri cubi d'acqua, il progetto della Diga di Piano dei Limiti passa in second'ordine, la sequenza degli agricoltori non sembra la stessa.

Per il vicepresidente del Consorzio, Raffaele Carrabba, la quinta diga resta la soluzione al problema idrico. "Abbiamo altri progetti che non possiamo lasciare per puntare solo sul tubo che porta l'acqua dal Molise in Puglia. C'è sempre Piano dei Limiti".

I due progetti per la verità sono entrambi datati, vent'anni a testa più o meno. Nicola Giordano, componente del Consiglio di Amministrazione, ne tira fuori un altro dal cassetto, quello relativo al centro di distribuzione Carapelle, per far arrivare l'acqua anche a tutti quei terreni a sinistra dell'Ofanto che non vengono bagnati dalla diga, "con gli agricoltori disperati che sentono l'odore dell'acqua a pochi metri e non ne possono usufruire", ha detto con una immagine quasi poetica.

Sempre dal Cda, da Angelo Miano, è arrivato un sollecito per una visita dell'assessore all'Agricoltura Donato Pentassuglia in provincia di Foggia e, considerato il Covid, potrebbe essere preceduta da una videoconferenza.

Una volta arrivata l'acqua dal Molise, si porrà probabilmente il problema di valutare se valga la pena o meno spendere 110 milioni di euro per un nuovo invaso. Chi non ha dubbi è proprio De Filippo che parla di un doppio vantaggio e di una profezia che rappresenterebbe un guaio irreparabile: "Il primo vantaggio è infrastrutturale: oltre alle 4 dighe, ne avremo una quinta di medio peso, molto più grande delle altre tre piccole che affiancano la diga di Occhito. Il secondo vantaggio è per le prossime generazioni, perché un giorno il tunnel che deriva l'acqua di Occhito collasserà perché funziona 365 giorni l'anno, 24 ore al giorno. Non è pensabile non doversi fermare una volta a fare la manutenzione. Quindi ci sarà un momento in cui la diga di Piano dei Limiti servirà come salvagente per il potabile".

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