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Cronaca

Almeno dieci vittime innocenti di mafia: il ricordo di Foggia, da Marcone ai fratelli Luciani

Dall'omicidio di Nicola Ciuffreda al duplice di Aurelio e Luigi Luciani, almeno dieci vittime innocenti di mafia dal 1990 al 2017 nell'elenco di Libera i cui nomi verranno pronunciati il 21 marzo nel corso della Giornata della Memoria

Nicola Ciuffreda, Giovanni Panunzio, Francesco Marcone, Maria Incoronata Ramella e Incoronata Sollazzo, Hyso Telharaj, Matteo Di Candia, Stella Costa, Aurelio e Luigi Luciani. Verranno pronunciati anche i loro nomi domani mattina dal palco della XXIII ‘Giornata della memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’ che si svolgerà a Foggia. 970 nomi, come accade ormai da tanti anni ogni 21 marzo, verranno letti a Foggia e in tante altre parti d’Italia e del mondo. Alla manifestazione promossa da Libera parteciperà anche la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi.

L'idea di un elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie nasce con Libera, grazie alla volontà del presidente don Luigi Ciotti e di Saveria Antiochia, madre di Roberto, un poliziotto che accompagnò, per amore e per dovere, nel suo ultimo giorno di vita un altro poliziotto, Ninnì Cassarà. Con gli stessi sentimenti e con senso di responsabilità verso una memoria che non doveva essere retorica celebrazione, ma seme di impegno, Saveria suggerì di raccogliere tutti nomi delle vittime, anche le più sconosciute. Un’altra madre avvalorò l’impegno della memoria, Carmela, la mamma di Antonio Montinaro, ucciso con Giovanni Falcone, di cui era il caposcorta. Nel corso di una funzione religiosa in ricordo della strage di Capaci, don Luigi la incontrò e ne accolse il dolore e la preoccupazione perché il nome di suo figlio, come degli altri agenti della scorta, non veniva mai pronunciato. Da questi primi momenti di intensa condivisione si è proseguito ad accogliere le proposte dei territori e dei familiari stessi delle vittime.

Nicola Ciuffreda ucciso a Foggia il 14 novembre 1990. Aveva 53 anni

Era uno dei più grossi imprenditori edili, è stato freddato nel suo cantiere in via Eugenio Masi. Ad aggredirlo due giovani in motoretta: dopo averlo individuato vicino ad un gruppo di operai, gli hanno scaricato addosso una decina di pallottole. Le condizioni del Ciuffreda sono subito apparse disperate: i proiettili lo avevano raggiunto alla testa, al collo, al torace, all' addome e alle gambe. Nulla hanno potuto fare i sanitari del pronto soccorso degli Ospedali riuniti. Nicola Ciuffreda è il primo imprenditore edile foggiano a rimetterci la vita. Non aveva subito il ricatto della mafia foggiana che pretendeva la "solita" tangente di due miliardi.

Giovanni Panunzio ucciso a Foggia il 6 novembre 1992. Aveva 51 anni

Era un costruttore e fu ucciso mentre rincasava dopo aver assistito al Consiglio comunale del 6 novembre 1992. Sulla sua ‘Y 10’ percorreva via Napoli quando i killer sono entrati in azione sparando quattro, forse più colpi di pistola. L’imprenditore, colpito alle spalle e al polso sinistro, si accasciò sul volante. Due persone lo trasportarono in ospedale, ma fu una corsa contro il tempo purtroppo inutile. Aveva una vigilanza saltuaria da quando con le sue denunce aveva portato all’arresto di 14 mafiosi

Francesco Marcone ucciso a Foggia il 31 marzo 1995. Aveva 57 anni

Venne assassinato intorno alle 19.10 nel portone di casa di rientro dal lavoro. Era direttore dell'ufficio del Registro di Foggia, cittadino dedito al suo territorio, all'onestà, alla giustizia, alla verità. Nel rispetto del ruolo che ricopriva e per rispetto della verità, il 22 marzo aveva inviato un esposto alla Procura della Repubblica contro alcune truffe perpetrate da ignoti falsi mediatori che garantivano, dietro pagamento, il rapido disbrigo di pratiche riguardanti lo stesso ufficio. Da dieci anni di inchieste a singhiozzi l'unica cosa che emerge con chiarezza è che Francesco Marcone si era imbattuto e soffermato su pratiche miliardarie, su interessi di vari esponenti della città collegati con interessi della mafia locale. Dalle carte processuali del caso Marcone, emerge inoltre che il magistrato Lucia Navazio scriveva, nero su bianco, che la "parte sana" della città non volle collaborare.

Mario Incoronata Ramella e Incoronata Sollazzo morte il 24 aprile del 1998

Le due ragazze morirono in un incidente stradale a Cerignola. Viaggiavano su un furgone di caporali stracolmo di lavoratori.

Hyso Telharaj ucciso a Cerignola l’8 settembre del 1999. Aveva 22 anni

Il giovane albanese era venuto in Italia per cercare lavoro. Hyso lavorava la terra. Era un bracciante agricolo che raccoglieva i frutti della terra nei pressi di Cerignola. Hyso si svegliava ogni giorno che era ancora buio e lavorava senza sosta fino al tramonto, raccogliendo la frutta. I pochi soldi che guadagnava gli erano necessari per campare e per aiutare la famiglia. La sua voglia di costruirsi un futuro si è scontrata con le organizzazioni criminali che regolano il lavoro degli stagionali e dei migranti. Non è stato ucciso dalla malattia o piegato dalla fatica come accade a tanti braccianti agricoli: Hyso è stato ucciso dai caporali perché non ha ceduto al loro ricatto. Era l'8 settembre del 1999. Non aveva piegato la testa e si era ribellato alla logica spietata dei caporali di Capitanata. La sua ribellione è stata punita per dare l'esempio a tutti, a chi magari voleva sfuggire alle costrizioni dei caporali.

Matteo Di Candia ucciso a Foggia il 21 settembre 1999. Aveva 62 anni

Pensionato, fu assassinato con diversi colpi d’arma da fuoco. Stava festeggiando il suo onomastico, quando, nel corso di un agguato contro un criminale locale, si è trovato nella traiettoria dei proiettili.

Stella Costa uccisa a San Severo il 18 giugno 2002. Aveva 12 anni

Uccisa davanti agli occhi della madre da proiettili volanti di una sparatoria. Stella aveva solo 12 anni. Era in strada con la madre per buttare la spazzatura e stava salutando un’amichetta insieme a tanta altra gente: era quasi mezzanotte, ma era una di quelle serate estive molto calde. Aveva appena attraversato la strada per salutare un’amica prima di tornare a casa e all’improvviso è stata travolta dai proiettili.

Aurelio e Luigi Luciani uccisi tra San Marco in Lamis ed Apricena il 9 agosto 2017

Aurelio e Luigi Luciani sono due agricoltori di San Marco in Lamis barbaramente uccisi nei pressi della stazione ferroviaria dismessa di San Marco in Lamis durante l’agguato al boss Mario Luciano Romito e al cognato Matteo De Palma: due le ipotesi al vaglio degli inquirenti, potrebbero esser stati assassinati per aver assistito all'omicidio del boss oppure per un tragico scambio di persona.

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