rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Violenze di genere: aumenta la consapevolezza, ma i dati sono ancora allarmanti

A preoccupare è soprattutto la violenza domestica. E se i casi sembrano più numerosi è perché si presta maggiore attenzione. E non solo in occasione del 25 novembre

Il 25 novembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 54/134 invitava i Governi, le Organizzazioni governative e non, i media e la società civile a sensibilizzare le coscienze sulla violenza di genere.

"Sono trascorsi ben 17 anni da quel giorno e dalle cronache quotidiane si evincono dei veri e propri bollettini di guerra. Secondo i dati dell’OMS la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne, tra i 16 e i 44 anni, è l’omicidio da parte di conoscenti. Una sola parola per descrivere tutto questo: “femminicidio”. Su questo termine controverso si è discusso ampiamente", spiegano dal Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d'Italia - Foggia. 

"Ci si è domandati se fosse necessaria una nuova categoria criminologica dato che si trattava pur sempre di omicidio. L’accezione “femicide” (in italiano femminicidio) nacque per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna” cioè omicidi basati sul genere, ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non dobbiamo dimenticare che ci sono realtà, in Europa e nel resto del Mondo, dove le ragazzine vengono uccise dai loro padri perché rifiutano il matrimonio a loro imposto".

"La colpa delle vittime è quella di aver trasgredito al ruolo ideale di donna imposto dalla società. Semplicemente, sono state “punite” per essersi arrogate il diritto di scelta nella propria vita. Di essersi, quindi, sottratte al controllo del proprio partner, padre o amante. Questa loro libertà ha avuto come dazio la morte" afferma Antonella Zuppa responsabile provinciale del Dipartimento.

E’ soprattutto la violenza domestica che preoccupa, e  se i casi sembrano più numerosi, forse,  è perché finalmente si presta maggiore attenzione. Si tratta di vedere il tutto da una prospettiva diversa rispetto a qualche anno fa’. Infatti, c’è una crescita della coscienza femminile, della prevenzione, del lavoro dei centri antiviolenza, dei media.

Nonostante ciò, però, i dati sono comunque allarmanti: il 10,6% delle donne ha subito violenze sessuali prima dei 16 anni e aumenta la percentuale nel caso di violenza assistita. Nel mirino anche le donne disabili. Continua la referente: "Ricordiamoci che il femminicidio non risparmia nessun contesto nemmeno quello economicamente e socialmente avanzato. L’istruzione e il ceto sociale da soli non bastano da deterrenti e a immunizzare dal senso di possesso e di rabbia"

In ogni caso, nelle donne è aumentata la consapevolezza e il riconoscimento dei casi di violenza. Rispetto al passato c’è una evidente volontà di abbattere il muro del silenzio; quel tacere che cela dentro di sé tanto dolore. Ed è proprio il silenzio il primo alleato della violenza. Nonostante tutto, però, la strada è ancora lunga e le basi della prevenzione dovrebbero essere gettate proprio all’interno delle famiglie. Sono lì che crescono i futuri uomini e le future donne del domani.

In parallelo dovrebbe esserci l’opera incisiva delle Istituzioni che dovrebbe portare a un sistema giuridico che preveda la certezza della pena. Sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. In Italia, 1 donna su 10 prima dei 16 anni. Quanti aguzzini saranno rimasti impuniti? E quanti altri ce ne saranno? Il 25 novembre ovvero la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne dovrebbe essere un punto di partenza per affrontare e neutralizzare il problema partendo dal presupposto di una vera parità di genere.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Violenze di genere: aumenta la consapevolezza, ma i dati sono ancora allarmanti

FoggiaToday è in caricamento