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Termosifoni rotti: alla “Giulia Catalano” monta la protesta dei genitori

Questa mattina i genitori hanno protestato e riaccompagnato i bambini a casa. La scuola manifesta solidarietà e declina al Comune ogni responsabilità. "Vergogna i bambini stanno al freddo"

Nella giornata di ieri c'è stato il caso del Liceo Scientifico ''Volta'', con la protesta degli studenti contro la riapertura degli istituti, e la successiva decisione di far uscire gli alunni in anticipo a causa dello spegnimento dei termosifoni.

Termosifoni rotti o mal funzionanti, che non riscaldano le aule ma fanno surriscaldare gli animi dei genitori: è accaduto questa mattina davanti alla scuola elementare ''Giulia Catalano'', dove un folto numero di mamme e di papà ha organizzato un sit in di protesta contro il malfunzionamento dei termosifoni.  "Vergogna, i bambini stanno al freddo" è la frase che campeggia su un cartellone affisso sul cancello di ingresso.

Cosa è successo? Secondo quanto dichiarano, il problema risalirebbe a dicembre, un guasto all'impianto che rende i termosifoni a malapena tiepidi. Il numero di aule non riscaldate sarebbe ingente, addirittura metà del plesso resterebbe al freddo.  "E' un problema che va avanti da tempo, nell'immediato abbiamo cercato di ovviare al problema noi genitori munendoci di stufe (cosa peraltro non legale oltre che pericolosa, ndr), ma non si può continuare così a lungo", sostiene una mamma indignata. "Tempo fa ci fu detto che il problema sarebbe stato risolto, ma così non è stato, e la chiusura delle scuole ordinata dal sindaco nei giorni scorsi, non ha fatto altro che aggravare il problema, visto che ora le aule sono ancora più fredde", ammonisce un altro genitore.

Chi sarebbero i responsabili di tale disagio? La scuola, per bocca della vicepreside, declina ogni responsabilità, manifestando anzi sostegno alla protesta. Sarebbero state infatti diverse le segnalazioni fatte al Comune, responsabile della manutenzione, che nelle scorse settimane aveva promesso un intervento tempestivo ad oggi ancora non effettuato, anche perché, come sostiene qualcuno, gli interventi di manutenzione richiederebbero un impiego copioso di fondi. In attesa di una risposta si medita sulla possibilità di organizzare turni pomeridiani per sfruttare le poche aule funzionanti.

La palla ora passa al Comune, mentre i genitori indignati riportano i propri figli a casa.

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