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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Michele / Via Vittime Civili

Assolda killer per uccidere il fratello, dietro l'agguato dissidi economici: tre arresti

La polizia ha arrestato tre persone: si tratta del 53enne Maurizio Correra, fratello della vittima e mandante dell’agguato; di Shpetim Rizvani, albanese di 24 anni e di sua madre Haxhire Tusha di 60, ritenuti gli esecutori materiali

Aveva pianificato l’omicidio del fratello nei minimi dettagli: innanzitutto aveva recuperato l’arma, una pistola calibro 7,65; poi aveva assoldato gli esecutori materiali di quello che, solo per un caso fortuito, è rimasto un tentativo di omicidio. Da ultimo, aveva anche redatto un manoscritto, che scaricava - paradossalmente - la responsabilità dell’accaduto sulla vittima.

E’ quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile di Foggia, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, dietro l’agguato subito, lo scorso 27 marzo, nell’androne di un palazzo di via Vittime Civili, da un medico specialista foggiano, scampato alle pistolettate insieme al figlio minorenne.

Per il fatto, la polizia ha tratto in arresto tre persone: si tratta del 53enne Maurizio Correra, fratello della vittima e mandante dell’agguato; di Shpetim Rizvani, albanese di 24 anni e di sua madre Haxhire Tusha di 60, ritenuti gli esecutori materiali.

Le immagini del tentato omicidio

Fondamentali per gli inquirenti sia le testimonianze rese dalla vittima, che le immagini delle telecamere per la videosorveglianza della zona, che hanno immortalato il passaggio di una Suzuki Swift, con targa bulgara e con a bordo i due cittadini albanesi, residenti in un casolare a Borgo Segezia.

Le indagini e gli arresti

Cinquemila euro il “prezzo” pattuito tra mente e braccia, grazie all’intermediazione di un terzo soggetto non ancora identificato, per uccidere il cardiologo foggiano. Non una intimidazione, dunque, ma - ne sono convinti gli inquirenti - un vero e proprio progetto omicidiario: due i colpi di pistola esplosi e repertati dalla polizia, uno dei quali ad altezza uomo. Inoltre, non lasciano spazio alle interpretazioni le parole della donna (fu lei ad impugnare l’arma quella mattina), rammaricandosi dopo l’agguato: “Avevo una grande occasione per ucciderlo e spararlo bene”.

Sin da subito, le indagini si erano orientate sul versante familiare della vittima, e in particolar modo sul rapporto conflittuale fra la vittima ed il fratello Maurizio, pregiudicato per reati contro il patrimonio. La situazione conflittuale era dovuta all’esistenza di forti dissapori per motivi economici ed ereditari, il tutto confermato dalla vittima anche in sede di denuncia. Tale possibile movente, ha trovato anche una conferma nel fatto che gli autori dell’agguato fossero riusciti ad entrare nell’androne del condominio in cui risiede la vittima senza alcuna forzatura al portone di ingresso, lasciando intendere che un parente prossimo avesse fornito loro una copia delle chiavi.

Inoltre, al fine di precostituirsi un alibi, il fratello della vittima aveva consegnato preventivamente ai due esecutori uno scritto in cui risultava che loro stessi avevano ricevuto mandato di simulare l’azione delittuosa da parte della vittima; scritto che sarebbe stato consegnato agli avvocati nel caso in cui i madre e figlio venissero fermati dalla polizia. Alla luce di quanto accertato, la Procura di Foggia ha deciso di emettere il provvedimento di fermo nei confronti dei due esecutori materiali, nonché del mandante del tentato omicidio.

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