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Cronaca Cerignola

Imprenditore assolda killer per uccidere l'ex socio: lo investono con un'auto rubata, pene ridotte per tre cerignolani

Nel processo di secondo grado, davanti alla Corte d’Appello di Bologna, uno dei tre ha beneficiato di una riduzione di pena di due anni passando da otto anni a due mesi a sei anni e due mesi, gli altri due da sei anni e dieci mesi a cinque anni

Sono state ridotte in appello le pene ai presunti esecutori di un tentato omicidio di un imprenditore di Molinella, in provincia di Bologna, compiuto il 19 giugno 2019. La vittima, investita da un'auto mentre era in bici, aveva riportato lesioni e 60 giorni di prognosi. Per il fatto, nell'aprile del 2020, era stato arrestato un imprenditore accusato di essere il mandante (in primo grado aveva patteggiato a quattro anni e otto mesi), mentre ad ottobre i tre cerignolani, che l'uomo avrebbe assoldato per uccidere l’ex socio, nonché suo debitore. 

Nel processo di secondo grado, davanti alla Corte d’Appello di Bologna, uno dei tre ha beneficiato di una riduzione di pena di due anni passando da otto anni a due mesi a sei anni e due mesi, gli altri due da sei anni e dieci mesi a cinque anni.

Nel dettaglio della vicenda, un imprenditore molinellese era stato investito da un’Alfa Romeo 156 di colore grigio mentre si recava al lavoro in bici. I carabinieri, dopo aver effettuato i rilievi dell'incidente e aver appurato che l'auto era stata rubata nei giorni precedenti ad Imola, erano risaliti ai tre cerignolani (due dei quali già con precedenti) che secondo gli inquirenti avrebbero agito con l’intento di uccidere.

All’origine del tentato omicidio un presunto debito insoluto che l’imprenditore di Molinella avrebbe contratto con l'ex socio del Forlivese, il quale, per il mancato rientro di quelle pretese somme, sarebbe entrato in forte difficoltà aziendale. Per questo motivo avrebbe assoldato i tre per vendetta e rappresaglia.

Gli inquirenti, dapprima grazie alle dichiarazioni della vittima e alle attività tecniche, hanno individuato e arrestato il mandante. Poi, con i dati relativi a targhe, utenze e celle telefoniche, hanno identificato i tre soggetti coinvolti e ricostruito la dinamica, fin dalla fase di preparazione del tentativo di omicidio. Secondo gli inquirentii il mandante, avrebbe contatto e pagato uno dei tre pugliesi, che, a sua volta, avrebbe 'arruolato' gli altri due.

L'imprenditore stesso avrebbe provveduto a procurare ospitalità agli arrestati in un B&b del Ravennate e avrebbe dato loro le prime informazioni sui movimenti della vittima.

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