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Cronaca

"Domani ti vengo a trovare", la pistola pronta a sparare e l'agguato all'imprenditore sventato

Convalidato l'arresto del 29enne Giuseppe Bruno, che il 23 settembre, insieme a un altro complice, è stato intercettato nelle vicinanze di un'azienda agricola. A un metro dalla 'testa' del motociclo, era stata trovata una pistola con il colpo in canna

Sarebbero stati incaricati di uccidere un collaboratore di un'impresa agricola, i due soggetti intercettati dai carabinieri la mattina di venerdì 23 settembre a bordo di un motociclo Yamaha Tmax, nelle vicinanze di un’azienda di Foggia.

Infatti, sul luogo dell'arresto del conducente, i militari dell’Arma del Nor hanno trovato una pistola Beretta calibro 7,65 risultata rubata 51 anni fa, con cane armato, colpo in canna e sei altri colpi nel caricatore. L’arma è stata recuperata nel canale di raccolta dell’acqua piovana a circa un metro dalla ‘testa’ del motociclo. Verosimilmente, era caduta dal borsello che il conducente portava a tracolla e al cui interno c’erano anche 3515 euro.

Giuseppe Bruno, 29enne con precedenti penali, insieme al complice datosi a precipitosa fuga nei campi circostanti, alla vista degli uomini del 112, nel tentativo di scappare, ha operato una repentina inversione di marcia impattando contro la parte anteriore della gazzella dei militari dell’Arma, che nel frattempo si erano posti di traverso sulla carreggiata per intimare l’alt.

Tuttavia, il ventinovenne accusato in concorso con il complice di resistenza a pubblico ufficiale - oltreché di aver violato gli arresti domiciliari assegnati per i gravi reati di fabbricazione di materie esplodenti, ricettazione, fabbricazione di armi clandestine e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti - pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha dichiarato che la pistola non era nella sua disponibilità. Dal marzo scorso era stato autorizzato a prestare attività lavorativa presso una ditta dalle 5.30 alle 11.30 dal lunedì al sabato e dalle 14.30 alle 19.30 il martedì e il giovedì.

Prima dell’agguato sventato, alle 10 dello stesso giorno, la presunta vittima si era recata presso una stazione dei carabinieri di Foggia per denunciare di aver ricevuto, la sera precedente, una telefonata da una utenza a lui sconosciuta, che in tono minaccioso, gli preannunciava una visita in azienda, che sarebbe avvenuta il giorno successivo intorno alle 10.

Il denunciante, mentre notiziava i carabinieri di aver sporto una denuncia nel novembre 2020 - episodio al vaglio della Dda - riceveva una telefonata da parte di un suo collaboratore, il quale, con tono allarmato, gli riferiva che davanti all’azienda erano presenti due persone a bordo di uno scooter con il volto nascosto da caschi integrali (che rifiutavano di togliersi), i quali chiedevano di lui, senza però fornire ulteriori spiegazioni. A quel punto gli uomini del 112 decidevano di intervenire con estrema urgenza, dirottando diversi equipaggi costituiti sia da militari in un uniforme che in abiti civili e un’autovettura civetta.

Nel provvedimento di convalida dell’arresto a firma del giudice per le indagini preliminari Antonio Sicuranza, si legge che “il fatto che il Bruno detenesse e portasse in luogo pubblico con l’ignoto complice, ovviamente del tutto abusivamente, una pistola Beretta calibro 7,65 con carme armato e colpo in canna provento di furto, getta una luce assai inquietante sul prevenuto, nondimeno resosi pure responsabile del reato di evasione per portare a termine la spedizione punitiva nei confronti di….., ciò rende non solo concreto ma anche attuale il pericolo di recidivanza specifica e di quello che il Bruno possa rendersi responsabile di gravi delitti di sangue con l’utilizzo delle armi”.

E ancora, si legge, “la gravità del quadro cautelare (allo stato pare potersi affermare con una certa verosimiglianza che il Bruno ed il suo ignoto complice, venutasi a sapere la denuncia di….sporta il 25 novembre 2020, e ciò a seguito dell’avvenuta notifica degli avvisi della Dda di Bari, avessero ricevuto l’incarico di uccidere…., non potendosi interpretare diversamente il fatto che la pistola in sequestro sono solo aveva il colpo in canna – oltre a numeroso munizionamento nel caricatore – ma presentava anche il cane alzato), impone di ritenere che nel caso di specie...unica misura idonea ad ovviare il pericolo di recidivanza specifica, e soprattutto, che il Bruno si renda responsabile di gravi delitti di sangue con l’utilizzo di armi, sia quella carceraria invocata dal pm”.



 

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