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Cronaca

Specializzati nelle rapine ai portavalori, stavano progettando un altro colpo: fermati

A supportare le attività d'indagine della squadra mobile di Milano, scattate per via di un assalto avvenuto a Bollate il 15 ottobre scorso, i colleghi di Foggia. L'assalto sarebbe stato compiuto tra le province di Foggia e della BAT

Sarebbe stato messo in atto sull’autostrada Adriatica A/14 nel tratto compreso tra le province di Foggia e la BAT, l’assalto a un furgone portavalori sventato dalla polizia. Tutto è nato dalle indagini avviate dalla squadra mobile di Milano in seguito all’assalto a un blindato che trasportava gioielli e preziosi, compiuto a Bollate da un commando composto da almeno sei persone il 15 ottobre scorso.

I NOMI DEI SOGGETTI FERMATI

Le attività investigative, supportate dall’utilizzo di sofisticati software di lettura del traffico telefonico, hanno portato all’individuazione di un gruppo criminale composto prevalentemente da pregiudicati pugliesi specializzato negli assalti con l’impiego di tecniche paramilitari.

VIDEO | ECCO I PREPARATIVI DELLA BANDA

Per questo motivo presso la squadra mobile di Foggia si è creata una task force composta anche da investigatori del Servizio Centrale Operativo e dalla squadra mobile di Bari, per supportare le attività d’indagine svolte dalla squadra mobile di Milano.

Gli approfondimenti investigativi hanno confermato la piena operatività del gruppo criminale ormai prossimo alla realizzazione del nuovo delitto. I servizi di ‘contropedinamento’ degli indagati, hanno consentito di monitorare i sopralluoghi compiuti dai criminali e di individuare la base logistica compiuta per occultare veicoli e automezzi rubati, le armi e le bande chiodate, poi rinvenute nel corso dell’operazione e delle perquisizioni.

Si è arrivati così all’esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Milano nei confronti di nove soggetti risultati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di rapina, riciclaggio, ricettazione e detenzione e porto illegale di armi.

L’adozione, in via d’urgenza, di tale provvedimento, è stata concordata con il magistrato titolare dell’inchiesta al fine di impedire la realizzazione – accuratamente pianificata da alcune settimane – del nuovo assalto.

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