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Cronaca

Il sistema delle tangenti secondo Iaccarino: due tranche per l'affare Tonti, dal "profumo per tua moglie" a "dai un'occhiata a questa delibera"

L'incidente probatorio davanti ai pm Infante e Bray e al giudice Antonio Sicuranza del 9 ottobre scorso di Leonardo Iaccarino sull'accapo Tonti, di una presunta spartizione delle tangenti ai consiglieri comunali di cui l'ex presidente del Consiglio comunale avrebbe incassato solo la seconda tranche. La prima l'avrebbe riconsegnata al sindaco in un ascensore della sede distaccata del Comune di Foggia al sindaco Franco Landella

Il segno della vittoria con l'indice e il medio a 'v' accompagnato da un tutt'appò significava che c'era stata "la riscossione in maniera uguale per tutti della tangente di 2mila euro".

Sull’accapo Tonti, nel corso dell’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio del 9 ottobre scorso, Leonardo Iaccarino ha confermato la vicenda della presunta spartizione delle tangenti, bollandolo peraltro come ‘Sistema Landella’.

L''imprenditore - lo ricordiamo - avrebbe sborsato una somma quantificata "per prudenza" dai Pm, che va a un minimo di 32mila euro ad un massimo di 100mila euro, che dall'esame complessivo delle risultanze investigative si aggirerebbe intorno ai 60mila euro.  

L'affare  ruotava intorno a un vecchio accordo di programma 'Tonti Raffaele Coer s.r.l.'. L'attualizzazione e novazione della Convenzione urbanistica venne approvata il 21 luglio 2020 con 17 voti favorevoli, 8 voti contrari e 2 astenuti, dopo un dibattito piuttosto movimentato, caratterizzato anche da un vibrante scontro tra Franco Landella e Bruno Longo, che contestava che le opere non fossero partite entro tre anni facendo venire meno il principio della pubblica utilità. "Se non approviamo questo accapo - disse all'epoca il sindaco rivolgendosi al centrosinistra in particolare - significa che la strada che darà accesso sull'orbitale al nuovo plesso in fase di ultimazione degli ospedali non potrà essere realizzata".

L'accordo di programma riguardava un'area di circa 92mila metri quadri, nei pressi degli Ospedali Riuniti, per la realizzazione di un complesso funzionale di fabbricati per servizi e residenze.

Davanti ai pm Infante e Bray, alla presenza del giudice Antonio Sicuranza, titolare delle indagini, Iaccarino ha fatto riferimento al chiacchiericcio tra i vari consiglieri comunali e a come Antonio Capotosto, nel luglio 2020, gli avesse anticipato che sull’approvazione di quell’accapo ci sarebbe stata una mazzetta di 5mila euro per ciascun consigliere comunale che avesse dato la disponibilità ad approvarla, distribuita in due tranche, la prima subordinata all’approvazione dell’accapo per un ammontare di 2 mila euro, la seconda, il saldo di 3mila, sarebbe stata consegnata prima di Natale.

Non tutti i consiglieri comunali di maggioranza avrebbero preso la tangente, che sempre secondo il grande accusatore, il primo cittadino avrebbe dovuto riscuotere dall’imprenditore a Ferragosto, preoccupandosi che la notizia non arrivasse ai consiglieri di maggioranza ostili o che non erano di suo gradimento.

Secondo l’ambizioso vigili del fuoco che voleva diventare sindaco di Foggia, Consalvo Di Pasqua, l’uomo con il quale ha tentato di formare un governo di salute pubblica, era informatissimo di tutto quello che doveva accadere in Consiglio Comunale e anche prima, "che dava le indicazioni a tutti i consiglieri comunali della maggioranza se un accapo doveva essere votato e con quali modalità”. Era, secondo Iaccarino, “il filo collante con il sindaco”.

Sulla vicenda Tonti ci sarebbe stata anche una tangente extra di 20mila euro. Glielo avrebbe riferito il consigliere comunale Bruno Longo.

Secondo Iaccarino c’erano i consiglieri comunali che non avevano afferrato il meccanismo e che per questo rimanevano fuori. O per l’amicizia nei confronti del sindaco e perché poco reattivi, “che non erano molto svegli, se così vogliamo chiamarli” l'affermazione.

Iaccarino fa i nomi di più consiglieri, compreso quello di Iacovangelo, con il quale, nel corso di una conversazione, aveva discusso sul fatto che in qualità di seconda carica più importante, avrebbe dovuto ottenere di più. “Si è mangiato tutto” (il commento del collega consigliere riferendosi a Landella).

Davanti ai pm Iaccarino ha evidenziato modalità di consegna dell’acconto di 2mila euro da parte di Landella, che secondo la sua versione, gli avrebbe piazzato una busta di cartone rossa dietro al sedile sostenendo che si trattasse di un profumo regalo da parte di “Dani” alla moglie.

Iaccarino sarebbe poi andato a casa sua, avrebbe contato il denaro, ma l’ex coniuge lo avrebbe messo in guardia da un presunto tentativo di Landella di trarlo in inganno, in quanto tra i due non correva buon sangue.

Per questa ragione, qualche giorno dopo, l’ex presidente del Consiglio comunale avrebbe riconsegnato la cifra di 2mila euro, tutti pezzi da 50 euro, nella tasca della giacca a Landella, in un ascensore della sede distaccata del Comune di via Gramsci.

E’ a questo punto che Iaccarino ha tirato fuori la questione che sta tenendo banco in questi giorni sui suoi rapporti con Michele Emiliano, di cui, secondo il vigile del fuoco, Landella avrebbe avuto bisogno perché non riusciva a trovare collocazione di candidatura la cognata nel centrodestra.

E di come lui avrebbe avuto "la preghiera e la missione" da parte di Emiliano - "questo è tutto tracciato nel mio telefonino tramite i suoi messaggi, le telefonate e i suoi vocali" - di avere l’appoggio da parte di Landella per le votazioni mese di settembre alle elezioni Regionali.

Iaccarino ha sostenuto infatti di essere stato incaricato da Emiliano a formare un governo di salute pubblica dove c’era parte del centrosinistra, del centrodestra e i moderati, provando ad isolare quella parte che protestava, vale a dire i Fratelli d'Italia. 

"Io ero l’uomo di fiducia di Michele Emiliano per chiudere questa partita e Consalvo Di Pasqua era l’uomo di fiducia di Landella per far parte di questa partita, tant’è che io e Consalvo Di Pasqua in una mattina di estate ci rechiamo presso l’abitazione del segretario provinciale del Partito Democratico, signora Lia Azzarone, abitazione al mare, per far sì che si chiudesse questa partita”. Come già ampiamente riportato sulle colonne della nostra testata, Azzarone il Partito Democratico, respingono con fermezza la proposta (leggi qui).

Durante il primo interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio, a Iaccarino è stato chiesto di spiegare come sarebbe avvenuta la consegna della seconda tranche prima di Natale.

Con la scusa di una copia di una delibera, l’ex presidente del Consiglio comunale si sarebbe recato nell’aula adiacente all’ufficio del sindaco dove ad attenderlo, secondo la sua versione, c'era Daniela Di Donna, che gli avrebbe consegnato una busta gialla: “Solo che insieme ad una delibera, che non ho mai letto quindi non sapevo neanche di che cosa trattasse, sotto c’erano 2 mila euro composti da pezzi di 50 euro”.

Iaccarino con parte di quei soldi, 1000 euro, avrebbe saldato un debito per l’acquisto di una collana in una nota gioielleria del centro e comprato alcune bevande. Il resto sarebbe servito per la sua famiglia. “Questa volta avevo bisogno e basta”.

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