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Cronaca

Mazzette su mazzette, Iaccarino conferma i presunti affari di Landella sul mega appalto da 53 milioni: "Se mi ascolti la cosa non va a finire male"

L'interrogatorio davanti ai pm e al giudice del 9 ottobre scorso con la formula dell'incidente probatorio a Leonardo Iaccarino, ex presidente del Consiglio comunale, sulla presunta tangente di 300mila euro che il sindaco avrebbe chiesto per il subappalto del project financing della pubblica illuminazione

Nell’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio del 9 ottobre scorso davanti ai pm Infante e Bray e al giudice titolare delle indagini Antonio Sicuranza, Leonardo Iaccarino ha risposto anche alle domande sulla presunta tangente da 300mila euro legata al subappalto del project financing della pubblica illuminazione da 53 milioni di euro che il sindaco Franco Landella avrebbe chiesto a Luca Azzariti, amico di infanzia dell’ex presidente del Consiglio comunale e manager di una azienda del Nord.

Iaccarino ha detto di aver saputo che nel periodo tra le primarie e le elezioni amministrative del 2019, per quel subappalto, l’ex sindaco di Foggia si sarebbe rivolto ad Azzariti, salvo poi chiedergli, in un secondo momento, di fare un passo indietro perché sulla questione, dice sempre Iaccarino, Landella si stava impegnando con Michele D'Alba.

Sul presunto passo indietro richiesto da Landella, secondo la ricostruzione di Iaccarino, l’amico gli aveva riferito di esserci rimasto male dispiacendosi per aver fatto una brutta figura con l’azienda per la quale lavorava. Secondo la ricostruzione del vigile del fuoco, le cose sarebbero poi cambiate con la telefonata di Bruno Longo a Iaccarino e l'invito a recarsi a casa sua.

In quella sede, davanti a Michele De Carlo (che secondo quanto dichiarato da Iaccarino aveva rapporti diretti con la società aggiudicataria dell’appalto), Bruno Longo avrebbe reso noto ai presenti della decisione di D'Alba di non prendere alcun subappalto e avrebbe chiesto a Iaccarino se Azzariti fosse ancora interessato.

All’oscuro di Landella, i tre sarebbero saliti sul treno per Roma e alla presenza del manager e amico d'infanzia del vigili del fuoco, avrebbero incontrato i vertici dell’azienda aggiudicataria dell’appalto, decidendo che se da quel momento in poi Landella avesse avvicinato Azzariti per chiedergli la tangente, sarebbero andati a denunciarlo: “Se il sindaco mette mani su questa cosa lo dobbiamo rovinare” la sintesi di Iaccarino.

Le cose si sarebbero complicate quando un sabato Azzariti avrebbe chiamato Iaccarino sostenendo che Landella lo avesse contattato. L’ex presidente del Consiglio comunale – davanti ai pm – sostiene di avergli chiesto di registrare l’incontro che sarebbe avvenuto in un noto bar della città, nel corso del quale sarebbe partita la richiesta della tangente da parte del primo cittadino e quella di non riferire nulla a Iaccarino. Contrariamente alle presunte indicazioni del sindaco, Azzariti avrebbe invece rivelato tutto all’amico vigile del fuoco chiedendogli di andare a riferire al sindaco di non fare richieste estorsive, altrimenti sarebbe andato a denunciarlo.

Iaccarino sostiene di aver incontrato Landella nei pressi di casa sua e di avergli detto di farsi da parte. “Se mi ascolti e stai buono la cosa non va a finire male, se poi vuoi fare di testa tua, come si dice a Foggia, fa’ che vu’, proprio così gli ho detto fa’ che vu’”. Questa sarebbe stata invece la risposta del sindaco: “Leo dammi la mano, stai tranquillo, qua la mano okay”.

Qualche ora dopo, però, Azzariti si sarebbe recato presso l’abitazione di Iaccarino sostenendo che poco prima il sindaco aveva citofonato a casa sua e in un posto sicuro del palazzo gli aveva chiesto 1 milione e poi 500mila euro per sbloccare la trattativa.

In un passaggio Leonardo Iaccarino racconta del primo incontro avuto con il sindaco: "In tono quasi minaccioso gli ho detto: lascia stare a quel ragazzo sennò poi te la vedi con me. Lui mi ha detto. E io come faccio a giustificare con il Consiglio Comunale questa cosa, si vede che lui c’aveva un impegno anche con il Consiglio Comunale di dover dare parte delle tangenti che doveva riscuotere o dalla casa madre o dalla subentrante in subappalto. Quindi già sapevano gli altri consiglieri comunali che ci sarebbe stato qualcosa, e non vi nascondo che più di qualcuno era un po’ imbarazzato dal fatto che questo Azzariti fosse amico mio"

In un incontro successivo, tra Landella e Azzariti, la richiesta sarebbe scesa a 300mila euro con la promessa di non riferire nulla a Iaccarino, il cui interesse, alla pari degli altri, come evidenziato dal grande accusatore nel corso dell’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio, sarebbe stato esclusivamente quello di avere voce in capitolo sulle assunzioni e sulle maestranze a prezzi concorrenziali o semplicemente ai fini di un consenso elettorale.

Nessuna spartizione di denaro quindi. “Poi è andato a finire, così come già sapete tutti, che lo stesso Azzariti è venuto a casa mia e l’ho messo nelle condizioni di raccontarmi tutta la vicenda e l’ho registrato, depositando questa registrazione presso gli uffici della Questura di Foggia”.

Nel corso dell’interrogatorio – sulle difficoltà riscontrate nel tentativo di sbrogliare la matassa - Iaccarino tira in ballo un ex assessore, un dirigente e parla di un presunto cavillo trovato dal segretario generale. “Eh... è il sindaco che ha dato questa indicazione”, avrebbe detto l'allora ex assessore a Iaccarino.

Nel prosieguo dell’interrogatorio, è spuntata un’altra presunta tangente, sempre sull’appalto della pubblica illuminazione, che il sindaco avrebbe riscosso direttamente al santuario della Madonna di Pompei. Una mazzetta di circa 30mila euro.

Un noto avvocato di Foggia - presso il quale Iaccarino si era recato - gli aveva suggerito di denunciare tutto: “Qualora fossero vere queste cose sarebbero gravi”, ma l’ex presidente del Consiglio comunale di Foggia, come è emerso dall’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio, ha preferito prendere tempo perché, ha detto davanti ai pm, “insomma fare quello che sto facendo oggi non è una cosa proprio tanto tanto normale, ma non perché non sono normale io, per la città, per il contesto. Cioè uscire fuori di qui e poi sapere che potrebbe esserci qualcosa che non è gradevole per la mia persona o per la mia famiglia, ma non mi interessa”.

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