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Cronaca Candela

Adesso basta!

Il sindaco di Candela, Nicola Gatta, rompe il silenzio e commenta la vicenda della morte di Claudio Onorato, difendendo la sua comunità dalle accuse di malessere sociale, disagio generale e abbandono

A otto giorni dalla dipartita di Claudio Onoratoil ragazzo morto suicida il 4 febbraio scorso – il sindaco di Candela rompe il silenzio e affida a un post su Facebook, dal titolo ‘Adesso Basta’, alcune considerazioni in merito al pestaggio di cui era stato vittima il 31enne un mese prima della tragedia e al disagio e all’abbandono denunciato dagli amici della vittima a FoggiaToday.

“Avevo deciso di non pubblicare nulla sul grave episodio che ha coinvolto il giovane Claudio, preferendo il silenzio a tante parole inutili che in questi giorni ho ascoltato e letto da più parti, ma dopo l’uso strumentale, politico e diffamatorio verso le istituzioni sono costretto mio malgrado a chiarire alcuni aspetti di una vicenda dolorosa ma “privata” che si cerca subdolamente di addossare all'intera comunità”

Al primo cittadino chiediamo però quali sarebbero le parole inutili (i silenzi talvolta si rivelano tali) e chi a suo parere avrebbe mai fatto un uso strumentale, politico e diffamatorio della vicenda “verso le istituzioni”, sostiene Lei, le stesse che avevano preferito il silenzio al contrario invece di quando si avverte la necessità o anche l’orgoglio di prendere le difese della propria città o di promuoverla. Dolorosa ma non “privata” caro sindaco. Il suicidio di un ragazzo che un mese prima aveva denunciato un pestaggio nella sua città da parte di due volontari della Protezione Civile e sul quale gli inquirenti oggi sono chiamati a far luce, non può definirla “privata”. E’ la morte di tutti, della comunità che Lei rappresenta.

“Il comportamento di due volontari della Protezione Civile, che per questioni private si sono resi responsabili di una vile aggressione, così come da relazione del coordinatore, non può macchiare l’operato di un intero gruppo di volontari che da sempre sono impegnati a collaborare nella difesa del nostro territorio. Si omette inoltre di raccontare, così come si evince dalla denuncia fatta da Claudio, che un altro volontario lo ha difeso e aiutato ad evitare il peggio. Il coordinatore del gruppo con nota del 7 gennaio 2018 mi segnalava tempestivamente quanto accaduto il giorno prima chiedendo la sospensione dei due volontari che veniva immediatamente accolta”

Per quanto ci riguarda ci si è solo limitati a riportare la denuncia di Claudio, facendo attenzione anche a sostenere che i responsabili del pestaggio appartenessero realmente all’associazione di volontariato. Per completezza di informazione va precisato che il volontario di cui lei parla ha aiutato Claudio a risalire il fosso e a condurlo sulla strada per andare via. Sono state altre due persone a caricarlo in auto e ad accompagnarlo presso la guardia medica locale, prima del trasferimento e del ricovero all’ospedale Tatarella di Cerignola.

A Candela non si vive nessun “malessere sociale e non vi è alcun disagio generale e abbandono”, anzi i giovani che vogliono emergere lo possono fare in quanto ci sono mille opportunità in più rispetto ad altre realtà piccole come la nostra”

Al sindaco chiediamo: se, come ci raccontano i cittadini, a Candela negli ultimi tempi si sono verificati alcuni suicidi, non sarebbe forse il caso, quantomeno di cercare di capire se quel malessere sociale denunciato dagli amici di Claudio esista davvero, piuttosto che sostenere il contrario senza sé e senza ma? Non sarà forse che la percezione che Lei ha della Sua cittadina è fin troppo ottimista?

“Sono il primo che chiede di sapere la verità, abbiamo bisogno tutti di conoscere cosa realmente è successo, affidandoci con fiducia agli organi inquirenti, questo lo dobbiamo a Claudio, alla sua famiglia e a Candela che non merita di essere definita bigotta, omertosa e mafiosa”

Sindaco, auguriamoci tutti, per Claudio e per la sua famiglia, che a Candela soffi il vento della legalità e della verità. Così da non poterla definire mai bigotta, omertosa e mafiosa, ma ridente e serena.

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