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Le violenze del padre e l'abbandono della madre. La storia di Samuele: "Non ho una casa e ho perso il lavoro per il Coronavirus"

Nel dormitorio temporaneamente allestito nella palestra “Taralli, a Foggia, tante sono le storie che si intrecciano: come quella di Samuele, che da circa un mese risiede nel dormitorio, prima allestito presso la parrocchia Sant’Alfonso de’ Liguori e ora nella struttura di Via Carlo Baffi

La storia di Samuele inizia da bambino quando, come racconta ai nostri microfoni, si ritrova a combattere con un padre violento, così violento da far temere a Samuele per la propria vita e quella di sua madre e sua sorella. I suoi genitori si separano quando era ancora piccolo. Di lì a poco, sua mamma incontra un altro uomo e decide di abbandonare entrambi i figli: Samuele e sua sorella si ritrovano così a cercare un posto dove vivere. L’uno trova ospitalità in casa degli zii, l’altra in casa “di certe signore”, come dice Samuele.

A 14 anni si vede costretto a cercare urgentemente un lavoro perché i parenti che lo ospitano non hanno grosse possibilità economiche, anzi, a volte hanno difficoltà a mettere il piatto a tavola; e con i soldi che guadagna, Samuele aiuta gli zii per quel che può.

Cresciuto, Samuele si innamora e segue la sua fidanzata a Mesagne (Br) dove inizialmente viene ospitato in una comunità per poi, nel 2008, trovare un lavoro e mantenersi da solo. 10 anni dopo, l’agenzia di vendita di libri porta a porta per cui lavorava chiude e si ritrova nuovamente solo, senza lavoro e senza un posto in cui stare. Per due anni, Samuele cerca ospitalità qua e là senza trovare un lavoro per sostenersi economicamente. Poco più di un mese fa aveva trovato un lavoro in un bar, ma le restrizioni per l’emergenza sanitaria hanno fatto chiudere anche questa attività e lui si è ritrovato nuovamente senza lavoro, finendo nel dormitorio della Parrocchia di Sant’Alfonso, ora trasferita nella palestra “Taralli”.

Nel dormitorio temporaneamente allestito nella palestra “Taralli, a Foggia, tante sono le storie che si intrecciano: come quella di Samuele, che da circa un mese risiede nel dormitorio, prima allestito presso la parrocchia Sant’Alfonso de’ Liguori e ora nella struttura di Via Carlo Baffi

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