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Cronaca

Dall'inferno del virus al rischio di andare a casa. Autisti-soccorritori del 118: "Fateci lavorare, abbiamo altre vite dal salvare"

La testimonianza-appello dei lavoratori - tra autisti e soccorritori - assunti lo scorso 1° gennaio con un contratto a tempo determinato di 5 mesi; all’atto della firma non immaginavano di dover far fronte ad una pandemia mondiale.

L’emergenza sanitaria da Coronavirus li ha tenuti costantemente in allerta, al punto da non dare peso all’inevitabile scorrere del tempo. Turno dopo turno, urgenza dopo urgenza, intervento dopo intervento. Ma per loro il conto alla rovescia è iniziato, deadline fissata al 31 maggio 2020.

Ovvero, a 5 mesi esatti dall’inizio del servizio, in forza a Sanitaservice, nelle postazioni del 118 di Troia (sperimentale) e di Vieste. Sono i lavoratori - tra autisti e soccorritori - assunti lo scorso 1° gennaio con un contratto a tempo determinato di 5 mesi; all’atto della firma non immaginavano di dover far fronte ad una pandemia mondiale.

“Abbiamo affrontato una situazione straordinaria senza mai venir meno al nostro compito, senza mai chiedere un giorno di malattia, senza mai risparmiarci”, spiegano a FoggiaToday dal gruppo. “Ma il 31 maggio si avvicina e sarebbe giusto concederci, in attesa della sperata e promessa stabilizzazione, un altro rinnovo come giusto riconoscimento per aver lavorato duramente in questo periodo nel quale ogni intervento era un potenziale rischio”. Nessuna indennità di rischio prevista, “ma solo la famosa 100 euro stanziata col Decreto Conte di marzo”.

“Abbiamo vissuto (e viviamo tutt’ora) con l’incubo degli asintomatici. Ogni intervento rappresenta una potenziale esposizione al contagio e, concluse le attività, corriamo a Foggia per sanificare noi e l’ambulanza”, spiegano. Molti di loro si sono ‘fatti le ossa’ prima nel volontariato (il sistema prevede “35 euro per un turno di 12 ore”, raccontano), altri hanno lavorato nel settore dell’emergenza - più o meno saltuariamente - anche per anni; altri ancora sono stati ‘pescati’ dalle graduatorie dei due avvisi pubblici Sanitaservice con i profili di autisti e soccorritori. Ma nessuno è riuscito a raggiungere mettere insieme i 24 mesi continuativi che farebbero scattare, come previsto dal Decreto Dignità (“quel pasticcio che crea più disoccupazione che stabilità, sospeso per l’emergenza Covid”, spiegano), il tanto agognato indeterminato.

“Al momento non abbiamo avuto né chiesto alcuna interlocuzione con Sanitaservice. Ma temiamo che, a scadenza di contratto, si ritorni a casa. Questa situazione ci destabilizza moltissimo dal punto di vista psicologico. Non possiamo ogni volta impegnarci e poi dover ricominciare tutto da capo. Tra noi ci sono anche persone con famiglia e figli a carico”, denuncianoLa loro speranza è tutta nelle parole del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano: “A gennaio, in una riunione tenuta a Foggia, alla presenza del direttore generale dell’Asl Fg, Vito Piazzolla, Emiliano annunciò l’internalizzazione delle 19 postazioni attualmente gestite dalle associazioni di volontariato in Sanitaservice, così da stabilizzare i contrattualizzati e far scorrere le graduatorie”, spiegano. Ma ad oggi tutto tace.

Con la spada di Damocle sulla testa, intanto, continuano a lavorare nell’emergenza. “Ma chiediamo risposte certe, basta promesse”, avvisano. Nel loro cuore, il ricordo di Nico Ciccomascolo, soccorritore del 118 di Cagnano Varano, vinto dal Covid19, virus contratto durante un turno di lavoro. “La forza per andare avanti la troviamo nel nostro lavoro, negli interventi che si concludono positivamente e anche in quelli che vanno male: ci saranno sempre altre vite da salvare!”.

La questione, intanto, è sul banco del governo regionale: il consigliere regionale Mario Conca ha chiesto ad Emiliano di riferire sul punto in audizione “per non prendere in giro gli operatori sanitari che ogni giorno salvano vite rischiando le proprie”, batte i pugni. Dello stesso avviso anche il consigliere Sergio Blasi, per il quale “non si può più rimandare l’internalizzazione dei lavoratori del servizio del 118, con relativa stabilizzazione dei precari e regolarizzazione degli operatori che vivono situazioni di sfruttamento all’interno delle associazioni (o società) che operano nel settore, spesso oltre il limite della legalità”.

“È arrivata l’ora di concretizzare questa possibilità (l’internalizzazione, ndr) per i tanti lavoratori che da anni garantiscono in precarietà il servizio - ha dichiarato, invece, Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Pd -  accelerando il processo di internalizzazione che darebbe il grosso vantaggio della gestione diretta delle postazioni da parte delle Asl, oltre a restituire dignità e prospettive per il futuro ai tanti operatori e alle loro famiglie”. Il 31 maggio, intanto, è alle porte. C’è chi attende risposte. Di speranza o di condanna.

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