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Lunedì, 25 Settembre 2023
Cronaca

La mani di Francavilla sullo spaccio a Foggia: 3000 euro al mese al clan e ritorsioni a chi sbaglia

Ritorsioni a chi non acquistava droga dalla consorteria criminale, tangente di tremila euro al mese per avere il monopolio sull'attività

Dalle intercettazioni che hanno consentito alla squadra mobile di Foggia di interrompere il piano omicidiario di Emiliano Francavilla e di altre cinque persone, nei confronti di un imprenditore sulla cui auto erano riusciti ad installare un Gps per monitorare gli spostamenti grazie all’ausilio di un dipendente infedele, effettivamente sventato la sera del 26 giugno, è emerso un tentativo di estorsione commesso ai danni di uno spacciatore locale noto nell’ambiente criminale con lo pseudonimo di ‘Pirata’, “non nuovo a subire tali imposizioni da parte dell’organizzazione criminale atteso che, per poter svolgere la propria attività illecita, è costretto a sottostare alle imposizioni postegli da parte di appartenenti all’organizzazione”, così come aveva rivelato un collaboratore di giustizia in passato appartenente alla batteria ‘Moretti-Pellegrino-Lanza’ durante un interrogatorio, il 3 gennaio 2020. Sempre secondo il collaboratore di giustizia, ‘Il Pirata’ – si legge nell’ordinanza - “è un noto trafficante di sostanze stupefacenti foggiano, il quale per avere il monopolio della sostanza stupefacente, paga una sorta di tangente all’organizzazione, consistente nella elargizione mensile della somma di 3mila euro”.

Secondo il Gip, da una conversazione tra Emiliano Francavilla e Michele Ragno, emergerebbe “una evidente imposizione a titolo estorsivo” posta in essere nei confronti di due pregiudicati, “ai quali gli stessi vogliono imporre l’acquisto della loro sostanza stupefacente da immettere sul mercato”. 

Il giudice per le indagini preliminari non manca di evidenziare che “minacce ricevute da Michele Ragno hanno posto in evidenza come implicitamente sarebbe dovuto sottostare alla loro richiesta, quella di acquistare la sostanza stupefacente da spacciare direttamente da loro, facendo intendere alla vittima, per le qualità personali dei richiedenti appartenenti alla batteria ‘Sinesi-Francavilla’, che, in caso contrario, avrebbe potuto subire ritorsioni tali da impedirgli la continuazione dell’attività da lui condotta. 

Con riferimento alle attività criminali di Francavilla, in una interlocuzione con F.M., soggetto con molteplici precedenti penali e di polizia intraneo al clan, che aveva dato la disponibilità a partecipare all’omicidio, i due effettuano una serie di riferimenti a somme dovute. E. Francavilla: “Perché non è venuto più quello ieri…?” F. M.: “Eh ha detto che non ce la faceva aveva tremila euro...domani li ho tutti…”. 

In particolare – si evidenzia – “dopo la manifestazione di volontà di F.M. di procedere a una ritorsione fisica nei confronti del soggetto, dispone che solo una volta avuti i soldi potranno aggredirlo fisicamente al fine di non correre il rischio che non versi quanto dovuto, al fine di far capire al soggetto di essere più puntuale. F.M. “No, io lo voglio stroppiare…”. Emiliano: “Ancora non ci porta più i soldi, non facciamo bordello, dopo che ci porta i soldi ti faccio vedere io gliele devo dare quattro mappine a fermo a fermo”.

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