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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Tangenti per “ammorbidire” le ispezioni: così la politica dava il pass alla mala per seppellire i rifiuti

Diciannove persone arrestate nell'ambito dell'operazione 'In Daunia Venenum'. Coinvolti anche i politici di Barletta Antonio Comitangelo e Paolo Antonio Del Prete, oltre al salviniano Primiano Calvo di San Severo

Centomila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania e smaltiti nelle campagne della Capitanata, 19 arresti, 46 indagati e 9,3 milioni di beni sequestrati: sono i numeri dell’operazione odierna ‘In Daunia Venenum’. Ma com’è stato possibile tutto questo?

E’ iniziato tutto nel 2014 quando il commissariato di Manfredonia apprese che il clan dei ‘Casalesi’ scaricava rifiuti tossici in agro della città sipontina. Dall’avvio delle indagini emerse subito il ruolo di Giacinto Coniglio, 63enne originario di Zapponeta, che oltre a mettere a disposizione alcuni suoi terreni, si occupava della gestione di rifiuti in uscita dall’impianto di compostaggio in cambio di un profitto illecito e considerevole.

Lo sversamento dei rifiuti veniva effettuato dalla Lufa Service di Fabrizio Pio Mundi e Diego Aliperti, quest’ultimo figlio di Angelo, il titolare della Pulitem Srl che con i suoi autocarri prendeva i rifiuti dell’hinterland napoletano e li trasportava a San Severo, dove venivano stoccati e sversati nei terreni di agricoltori compiacenti.

Dal 2010 al 2014 sono state smaltite 100mila tonnellate con cadenza giornaliera mentre il percolato prodotto, di circa 20mila tonnellate, è stato smaltito in pozzi artesiani attigui all’impianto di compostaggio, ovvero scaricati direttamente nelle falde acquifere. Dalle indagini è stato accertato che ad occuparsi della spartizione del denaro che Fabrizio Pio Mundi inviava a Remo Bonacera, era proprio Giacinto Consiglio.

Nella vicenda ripercorsa da un’ordinanza fiume, è emerso che l’imprenditore Fabrizio Pio Mundi, dopo aver ricevuto un controllo ispettivo effettuato dal personale dell’U.O.C. Acqua e Suolo dell’Arpa Puglia presso la Lufa Service, aveva provato a condizionarne l’esito tramite Primiano Calvo, Antonio Comitangelo e Paolo Antonio Del Prete.

Primiano Calvo, classe 1970 di San Severo, ex vicesindaco, assessore e consigliere comunale con il Nuovo Centro Destra e attualmente coordinatore  provinciale del movimento politico ‘Noi con Salvini’, è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per corruzione nell’ambito degli accertamenti ispettivi esperiti dall’Arpa Puglia presso l’impianto di compostaggio Lufa Service, in concorso con Fabrizio Pio Mundi, Remo Enrico Bonacera, Antonio Comitangelo, Paolo Antonio Del Prete, ed al pubblico ufficiale Domenico Gramegna.

Antonio Comitangelo, barlettano, classe 1966, già dirigente regionale e provinciale del Nuovo Centro Destra, ora membro del coordinamento regionale del movimento politico “IDeA Popolo e Libertà” di Gaetano Quagliariello è stato segnalato all’A.G. per corruzione per gli accertamenti ispettivi dell’Arpa Puglia.

Paolo Antonio Del Prete, barlettano, classe 1971, già consigliere  comunale di Barletta, all’epoca dei fatti eletto nelle fila de Popolo delle Libertàsegnalato all’A.G. per corruzione per gli accertamenti ispettivi dell’Arpa Puglia e attualmente esponente del movimento di Quagliariello.

E’ stato accertato che Mundi, attraverso lo zio Bonacera, aveva versato ai due politici di Barletta, tramite Primiano Calvo, 5mila euro. In più che Comitangelo e Del Prete avevano parlato con il dirigente dell’U.O.C. Acqua e Suolo dell’Arpa Puglia, Domenico Gramegna, al fine di “ammorbidire” l’esito del controllo, tramite alcune omissioni nei verbali e con l’omessa trasmissione degli stessi alla competente autorità giudiziaria. Gramegna dovrà rispondere anche di falso ideologico, perché nel verbale aveva omesso di riferire l’esistenza di carenze strutturali presso l’impianto di compostaggio della Lufa Service lasciandole apparire come una mera “scarsa manutenzione”. 

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