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Cronaca

Ghetto dei bulgari, per l’Associazione 21 Luglio lo sgombero “viola i diritti umani”

Lettera al sindaco Landella in seguito all’ordinanza di sgombero della baraccopoli, che potrebbe portare anche a un peggioramento delle condizioni dei residenti: “Vengano rispettati gli standard internazionali e si avvii una consultazione con le famiglie coinvolte”

Si continua a parlare di ‘Ghetto dei Bulgari’, in particolare dopo la decisione da parte dell’Amministrazione Comunale di sgomberare la baraccopoli. Sulla vicenda si è espressa anche l’Associazione 21 Luglio, che ha scritto una lettera al sindaco Landella, esprimendo forte preoccupazione.

“Non si può liquidare la vergogna di un ghetto solo con una ordinanza”

Secondo i membri dell’associazione, la mancanza di garanzie procedurali che includano una soluzione alternativa al ghetto, potrebbe comportare un peggioramento delle condizioni, già di per sé precarie, nelle quali versano le circa 100 persone, metà delle quali minori, che vivono nella baraccopoli.

Campagne in lotta: “Chiediamo la proroga dello sgombero”

È piuttosto grave, secondo l’Associazione 21 luglio, il fatto che l’ordinanza sia giunta senza alcuna consultazione con i residenti della baraccopoli: “Abbiamo accertato che solo ad alcune famiglie è stata rilasciata copia cartacea della documentazione atta alla formalizzazione scritta dello sgombero, non prevedendo per loro alcuna offerta di soluzione alternativa e adeguata e dando loro un termine perentorio, secondo quanto stabilito nell’Ordinanza summenzionata, di soli 10 giorni per lasciare le loro abitazioni”.

Sgombero del Ghetto: le precisazioni del dirigente Ruffo

Un’azione che di fatto “assume i connotati di uno sgombero forzato, perché non garantisce le garanzie procedurali previste dal Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite e dunque rappresenta una violazione dei diritti umani”, fanno presente.

Non c’è via d’uscita per quel ghetto che nessuno vuole

“Chiediamo – concludono – che vengano ristabiliti e rispettati gli standard internazionali e che si avvii nel più breve tempo possibile una consultazione con i nuclei familiari coinvolti, tenendo conto delle loro specifiche esigenze”.

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