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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Via San Severo

Blatte e lamiere roventi nei container di via San Severo: beffa per Luigi, costretto a tornarci: "Non ce la faccio più"

Un assegnatario lamenta il ritardo nei lavori di ristrutturazione dell'alloggio consegnato a febbraio. Arca promette di intervenire entro luglio. Nel campo sono rimaste dieci baracche da sgomberare ma saranno ricollocati sette nuclei

Umidità e condensa nelle camere da letto, pavimentazione rigonfia in più punti, veranda abusiva, spifferi dagli infissi che si chiudono a fatica, bagno da rifare, porta d'ingresso difettosa, caldaia da verificare: così Luigi, assegnatario di un alloggio, ha dovuto girare i tacchi e tornare nel container.

Le condizioni dell'abitazione sono state rilevate da due funzionari dell'Arca Capitanata e risultano, nero su bianco, dal verbale di consegna datato 8 febbraio 2021. Il dispositivo dirigenziale di assegnazione provvisoria dell'alloggio di edilizia residenziale pubblica è stato trasmesso dal Servizio Politiche Abitative del Comune di Foggia il 4 febbraio. "Mi hanno detto che avrebbero fatto al più presto i lavori. Ad oggi non è venuto ancora nessuno, mi portano in canzone. Non ce la faccio più". Sono passati cinque mesi.

Sono due gli alloggi assegnati che devono essere ancora sottoposti ai lavori di ristrutturazione e ne è perfettamente consapevole l'amministratore unico di Arca Capitanata, Denny Pascarella: "Entro luglio lo faremo senz'altro. Sarà mia premura seguire attentamente questa situazione".

Nel campo di via San Severo, oggetto di un'ordinanza sindacale del 12 dicembre 2019 che disponeva lo sgombero e l'abbattimento delle baracche entro 60 giorni e, successivamente, il 29 gennaio 2020 di un decreto del presidente della Regione Puglia che dichiarava lo stato di emergenza e di grave pericolosità dell'area, sono rimaste dieci famiglie, composte perlopiù da una o due persone.

Con le temperature registrate negli ultimi giorni le lamiere diventano roventi, in pratica si frigge in quelle scatole di latta malridotte, e i superstiti convivono con le blatte.

Tre nuclei, che dichiarano di essere regolarmente censiti e residenti, sono stati esclusi e non rientrano nella graduatoria degli assegnatari redatta dal Comune. Gli altri sette sono destinati a un immobile in vico della Pietà e non vogliono andarci, per paura di vivere un'altra odissea, convinti che quella palazzina non sia stata adeguatamente ristrutturata.

L'amministratore unico di Arca ha già programmato un sopralluogo presso l'immobile, per "vedere se le cose vanno come auspichiamo, voglio fare qualche foto e verificare di persona" lo stato dell'arte. Il suo mandato, peraltro, è scaduto e, in attesa della nuova nomina, opera in regime di prorogatio occupandosi dell'ordinaria amministrazione. Con i pieni poteri si potrà procedere al rogito. Conta, tuttavia, di farcela entro fine luglio.

L'ultima estate bollente nei container rimasti in piedi tra le macerie è una beffa a un passo dalla fine dell'operazione Zero Container, e le famiglie sono pronte a bussare alla porta del commissario prefettizio.

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