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Cronaca Serracapriola

Serracapriola dice addio alla Puglia? L'ipotesi si fa sempre più seria

E' sempre più probabile che Serracapriola passi al Molise. Il sindaco Camporeale ha incontrato l'assessore regionale molisano e il presidente della provincia di Campobasso

Nessuna "Moldaunia" in tono minore. Ma una vera e propria annessione al Molise, con tanti saluti alla madre Puglia, più spesso matrigna per Serracapriola, che da sempre lamenta di essere l'estrema periferia non solo della regione ma della stessa provincia di Foggia, sotto tutti i punti di vista. Come preannunciato, dunque, il sindaco del piccolo comune dell’Alto Tavoliere, Marco Camporeale, ha incontrato questa mattina l’assessore regionale molisano agli Enti Locali, Salvatore Muccilli, e il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, per esaminare le possibilità di successo del passaggio del comune foggiano alla regione vicina. Un incontro informale, conclusosi – spiega il sindaco a Foggiatoday - in maniera molto positiva. "L'interesse c'è da ambedue le parti - dichiara Camporeale- bisogna solo definire tempi e iter da seguire". A tal proposito in giornata verranno inviate le richieste di parere alle Avvocature regionali di Puglia e Molise. Camporeale ha tutta l'intenzione di fare di necessità (della provincia di Campobasso) virtù (per Serracapriola).

L'occasione è data dalla manovra finanziaria di agosto che prevede l'abolizione di alcune province. Il testo è al momento al vaglio delle commissioni parlamentari; tuttavia, se fosse confermato nella stesura ufficializzata dal governo, la provincia di Campobasso avrebbe territorio e popolazione insufficiente per sopravvivere. L'annessione del comune di Serracapriola diverebbe così un'iniezione di linfa vitale: con i suoi 4.700 abitanti circa ed un territorio di 142 km quadrati per 15.000 ettari di estensione, la provincia molisana supererebbe abbondantemente la soglia dei 3000 km quadrati richiesta dal decreto per scongiurare la sua soppressione. Non solo. Si potrebbe andare oltre. "Cercheremo di coinvolgere anche i comuni di Chieuti e Lesina, a breve incontrerò i rispettivi sindaci" continua Camporeale, che annuncia per la prima decade di settembre l'arrivo a Serracapriola dell'assessore regionale Muccilli e del presidente della provincia di Campobasso De Matteis per un incontro pubblico sul tema. "Stiamo facendo sul serio - dichiara il primo cittadino- siamo stanchi di dover elemosinare le attenzioni che ci spettano. Bari è troppo lontana e guarda da un'altra parte".

Sicuri che il Molise offrirebbe sorte migliore? Si vedrà. Intanto c'è tutto un percorso preliminare da seguire. Innanzitutto bisognerà indire un referendum popolare per permettere alle comunità interessate di esprimersi in merito (sarà la stessa Avvocatura regionale a chiarire come e quando), dopodichè bisognerà che al parere della provincia di Campobasso si accompagni una deliberazione del consiglio regionale. Ma per ottenere questo è necessario attendere novembre, quando il consiglio regionale molisano sarà chiamato a rinnovarsi. Le elezioni imminenti costiuiscono al momento un freno al decollo definitivo del progetto. "Se verrà confermato l'attuale governo non ci saranno problemi, la valutazione - anche se ufficiosa- è positiva. Ma anche se dovesse cambiare, restiamo fiduciosi" incalza il sindaco di Serracapriola. Che sia una mossa finalizzata esclusivamente a smuovere i livelli superiori e ad accendere (finalmente) i riflettori sul piccolo centro foggiano? Sembra di no.

"Questa volta facciamo sul serio" dichiara serafico Camporeale, fresco di riconferma alle elezioni amministrative di maggio in quota Pdl e certo di interpretare la volontà della maggioranza della comunità che rappresenta. E accanto ad un comune (o più di uno) che se ne va, altri rischiano la soppressione: tutti quelli - 6 in Capitanata- al di sotto dei 1000 abitanti. Così recita il decreto (prima versione). Ma la battaglia è tutta da giocare. "Qualcuno dimentica che l'Italia è innanzitutto l'Italia dei Comuni" tuona Palma Maria Giannini, sindaco di Celle San Vito, il più piccolo comune della provincia di Foggia, oggi a Roma per la mobilitazione nazionale dei Piccoli Comuni indetta davanti a Palazzo Chigi. Con lei gli altri sindaci dei comuni foggiani annoverati nel decreto. A rischio secondo i primi cittadini ci sono tutte le "peculiarità, la storia, le tradizioni, le radici stesse della Repubblica italiana". "E per cosa? - tuonano- Per ottenere risparmi risibili, inferiori al costo di soli 10 parlamentari!". "Uno scempio al quale diciamo no e contro il quale ci batteremo con tutte le nostre forze" promettono. Lunedì si replica a Milano.

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