Sorpreso a fare incetta di ricci di mare lungo le coste teatine: nei guai pescatore subacqueo di Foggia
Con lui un 'collega' di Barletta: sorpresi mentre caricavano a bordo del proprio mezzo circa 400 ricci di mare e diversi kg di polpi appena pescati, è stata contestata loro una sanzione di 3.000 €
Pugliesi in trasferta per fare incetta di ricci di mare lungo le coste teatine: nei guai due pescatori subacquei provenienti rispettivamente da Foggia e da Barletta.
E’ quanto scoperto, nella notte, dai carabinieri della Stazione di Ortona che, nell’ambito delle operazioni di contrasto alla pesca di frodo di ricci e polpo, hanno intercettato i due uomini. La storia, purtroppo, è sempre la stessa, ed i protagonisti anche. Questa notte, infatti, intorno alle 3, i carabinieri hanno intercettato due soggetti nell’area industriale del porto ortonese e, insospettiti dalla presenza di un veicolo parcheggiato in una traversa di via Cervana, in area soggetta a restrizioni, hanno allertato la Capitaneria di porto intervenuta in supporto.
I due sono risultati essere due volti noti alle forze dell’ordine: un pescatore subacqueo con tanto di muta e bombole e la sua vedetta di supporto a terra, entrambi pugliesi, intenti a caricare a bordo del proprio mezzo circa 400 ricci di mare e diversi kg di polpi appena pescati. Ai due è stata contestata la pesca in zone vietate e la pesca oltre i limiti consentiti di specie soggette a regolamentazione specifica, per una sanzione complessiva di 3.000 €.
L’intero pescato è stato sequestrato e rigettato in mare trattandosi di prodotto ancora vivo. Saranno soggette a confisca, invece, le attrezzature in possesso dei due, anch’esse immediatamente sottoposte a sequestro. Purtroppo i due, come detto, sono volti noti, in quanto colti in flagrante per lo stesso tipo di illecito solo due mesi fa, sempre nel porto di Ortona.
Evidentemente i profitti del mercato in nero di queste specie ittiche, assai richieste nei ristoranti del sud Italia, inducono gli avventori a ritenere di poco conto il rischio di verbalizzazione e relativo sequestro. Il ripetersi delle stesse figure, negli stessi luoghi, a breve distanza di tempo, inoltre, spinge sempre più a ritenere fondata l’ipotesi che l’assegnazione delle zone venga decisa a monte, in quella che può essere una sorta di vera e propria spartizione del territorio tra “bande”.
Essendo stata accertata la recidività da parte dei soggetti colti in flagranza, gli stessi saranno sottoposti agli accertamenti di rito, attraverso idonea segnalazione alla Questura di Chieti per le successive limitazioni alla mobilità sul territorio nazionale.